♡ SMUT ALERT ♡Jimin's pov
Risvegliarmi accanto a mio marito era sempre stata la cosa più bella della mia intera vita, da dodici anni a questa parte, anche contando il tempo che avevamo passato insieme da non sposati.
Nulla avrebbe mai potuto surclassare questa favolosa sensazione dell'essere completamente avvolti dalle sue braccia calde, il suo odore dolce e l'atmosfera d'amore incondizionato che alleggiava nella stanza.
Ma ammettevo che svegliarsi con tutta la famiglia -che durante la notte era sgattaiolata lì con noi- fosse una cosa decisamente degna di quella precedente sensazione.
Forse si stava un po' stretti in cinque -sei se contiamo la nostra gatta- ma nessuno di noi si sarebbe sognato mai di lamentarsi per questo.
«Mhhh... chi mi sta schiacciando la mano?» domandò Yoongi ancora con gli occhi chiusi, e un sorriso divertito quanto innamorato a contornargli il volto, mentre una mia mano andò inevitabilmente ad accarezzargli i capelli scuri.
Poi fu un'altra risata a sprigionarsi nella stanza «Scusa papà, ma Byul mi sta spingendo» si lamentò Bomi, mentre la piccola Hyein dormiva pacifica contro il petto del mio compagno, il quale ancora non accennava ad aprire gli occhi.
«Non è vero! Io sono attaccato a papà Chim!» gli rispose lui, abbracciandomi ancora con più forza, per quanta un bambino di otto anni ne potesse avere.
Ebbene sì, ormai otto anni erano passati da quando avevo avuto i gemelli, quasi nove da quando io e Yoongi vivevamo lì a New York, otto lunghi anni dall'inizio della nostra vita insieme con una famiglia tutta nostra.
Finalmente l'alfa al mio fianco aprì gli occhi, facendoli subito scontrare con i miei, azzurri come il mare, e sorrise ancora, per poi allungarsi fino alla mie labbra, dove depositò un piccolo bacio casto.
«Buongiorno amori miei» sussurrò riservando lo stesso trattamento con i nostri bimbi, solo che a loro il bacio lo diede in fronte: classico suo gesto.
«Hyein... guarda che lo so che sei sveglia» ridacchiò osservando la più piccola di casa, ancorata a lui come una cozza.
La piccola -fin da appena nata- aveva sempre avuto questo attaccamento speciale a Yoongi, ironicamente mi ricorda come Soyeon faceva con lui, durante il primo periodo in cui la nostra relazione era stata dichiarata e accettata da mio fratello.
Invece Byul era decisamente più attaccato a me, non che volesse meno bene all'altro suo padre, solo che tendeva ad essere più protettivo nei miei confronti, forse perché era la sua natura da alfa a suggerirglielo.
Bomi era quella più indipendente dei tre, nonostante la sua età, era sempre stata quella che voleva fare più cosa da sola, quella che aveva iniziato a camminare per prima, a correre e parlare per prima.
«Non è vero...» mormorò assonnata la minore dei tre, mentre Yoongi le iniziò ad accarezzare i capelli scuri, proprio come i suoi.
Tutti e tre i nostri bambini avevano preso i capelli del mio compagno, quasi neri, ma i miei occhi chiari, e questo a mio parere li rendeva stupendi: Hyein e Bomi avevano ereditato la mia passione per l'arte, o almeno così sembrava, visti i numerosi disegni e piccoli dipinti improvvisati sparsi per casa.
Troppo speciali per me e Yoongi perché non appenderli.
Invece Byul fin da piccolo aveva sviluppato una passione e un talento innato per il pianoforte, il che spesso aveva fatto commuovere Yoongi, come quella sera in cui il bimbo era sgattaiolato nel suo studio e si era arrampicato sul pianoforte, quando ancora camminava maldestramente.
STAI LEGGENDO
𝘞𝘩𝘦𝘳𝘦 𝘥𝘰 𝘸𝘦 𝘨𝘰? || 𝘠𝘰𝘰𝘯𝘮𝘪𝘯
Fanfiction«Sai cosa si dice delle anime gemelle?» chiese, già pronto a sentire la voce dell'altro, che d'altro canto non tardò a farsi sentire: «Che si rincontrano sempre, non importa cosa accada?». «Precisamente, quindi non avere paura: noi ci ritroveremo...