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Yoongi's pov

Come immaginato la febbre durò solo qualche giorno, in cui ero stato costretto da Jimin a stare a letto, affidandomi solo e soltanto alle sue premurose cure, poiché per quei giorni aveva anche deciso di saltare le lezioni e starmi accanto.

Nonostante io gli avessi detto più volte che non servisse, era cocciuto.

Ma lo amavo anche per questo.

Tuttavia la tranquillità durò poco, giusto il tempo di riprendermi e tutto tornò come prima, e così erano passate altre tre lunghe settimane, e ormai il giorno del colpo di avvicinava sempre di più, il piano studiato nei minimi dettagli e allenamenti per tutti i due branchi, così avevamo trascorso il tempo passato.

Era stato faticoso, ma il pensiero di tanti innocenti omega e beta a rischio anche solo camminando in giro per la città era decisamente più terrificante di un po' di palestra.

Intanto anche l'inverno sembrava vicino, nonostante al solstizio mancassero ancora settimane, ma ormai di quella brezza autunnale non era rimasto più nulla, se non un vago ricordo.

Anche gli alberi avevano un aspetto più spoglio e meno vivace, soprattutto perché gran parte delle loro foglie erano a terra, ormai nemmeno più rosse o gialle, ma marroni.

Che altro dire, i preparativi del matrimonio di Tae e Hobi procedevano, la data era stata stabilita e con essa anche altri piccoli dettagli.

Avrei mentito se avessi detto di non aver paura però, paura di non sopravvivere, paura di morire durante lo scontro, e non sapevo nemmeno come loro due potessero pensare a una cosa simile in quel periodo.

Forse lo facevano proprio per non pensarci troppo, ma sembravano così tranquilli, come se non avessero avuto paura di morire, come se non li avesse spaventati nulla.

In questo senso invidiavo Namjoon, e molto anche, lui che era sempre riuscito a gestire situazioni del genere, lui che comunque sembrava non avere paura di nulla, ma pensavo fosse solo una maschera infondo, tutti avevamo paura.

La paura era un'emozione normale, un'emozione utile quanto deleteria in certe persone.

Esistevano vari tipi di paure: quelle razionali e quelle irrazionali, le prime a mio parere erano utili per farci capire i nostri limiti, lo chiamavo sempre istinto di auto conservazione, sopravvivenza in altre parole.

Le altre però erano spesso causa di ansie e paranoie, e ciò non faceva bene a nessuno, perciò sì, avere paura era naturale, ma bisognava saper anche distinguere i due casi perché essa avesse un effetto benefico.

«Suga? Yoongi, ci stai ascoltando?»

Fu la voce dell'altro capo branco a risvegliarmi dai miei pensieri però, sventolandomi una mano davanti al viso, con fare agitato, e potevo capirlo: avevamo tutti i nervi a fior di pelle.

«Scusa, mi sono distratto per un attimo» mormorai sospirando, cercando di riportare la mente alla realtà, a ciò che ora era davvero importante.

Il primo a guardarmi con sguardo preoccupato fu Taehyung, che mi fissava con occhi che parlavano da sé.

Scossi la testa con un piccolo sorriso in volto per rassicurarlo, per poi riportare la mia attenzione all'altro, con cui stavamo ripassando tutti i dettagli del piano: «Dicevamo... noi entreremo dal condotto sotterraneo, che si ricollega a un'entrata secondaria dell'edificio, in disuso, niente guardie fino al secondo piano, e da lì ci sembrerà di stare all'inferno».

Subentrò Jungkook, continuando la spiegazione del fratello del mio compagno «Ci saranno un centinaio di guardie armate fino si denti dal secondo al trentaduesimo piano, proprio dove c'è Lee, se arriviamo davvero nel suo ufficio, il grosso è fatto, ma non sappiamo cosa potrebbe aspettarci lì, quindi siate pronti a tutto».

𝘞𝘩𝘦𝘳𝘦 𝘥𝘰 𝘸𝘦 𝘨𝘰? || 𝘠𝘰𝘰𝘯𝘮𝘪𝘯Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora