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Yoongi's pov



«Mi sei mancato» confessai dopo essermi staccato dalle labbra del mio fidanzato, che mi aveva appena aperto la porta di casa sua.

Lui sorrise trascinandomi dentro e dischiudendosi la porta alle spalle;
«Anche tu Yoongs, tanto».

Tempo di togliermi scarpe e giacca, notai una testolina tricolore che dormiva sul divano «Yuki! Ciao cucciolo» mi fiondai ad accarezzare il gatto, disteso comodamente sul divano a poltrire e a fare le fusa per le mie coccole: «È cresciuto così tanto».

Jimin annuì e ci si avvicinò, unendosi alle coccole «Già, mangia un sacco, proprio come
te» disse poi facendomi la linguaccia, risultando ancora più carino di quello che già non fosse.

«Sì beh, non è colpa nostra se il cibo è
delizioso, vero Yuki?» ridacchiai sedendomi al suo fianco, mettendogli un braccio attorno alle spalle, facendolo arrossire un minimo, cosa che ovviamente non passò inosservata ai miei occhi scuri.

«Allora, che ti va di fare?» gli domandai accarezzandogli le ciocche di capelli castani. Pensai che lui fosse una delle poche persone che conoscevo senza tinta.

Lui fece spallucce «Stavo per chiederti lo stesso».

«Mh, stavo pensando... visto che siamo fidanzati, ti andrebbe di fare una cosa, per conoscerci meglio?» proposi mettendomi più comodo, piegando leggermente una gamba.

Lui annuì «Che tipo di cosa?».

«Ci facciamo una domanda a testa, e l'altro deve rispondere sinceramente»

«Ci sto, inizia tu» e così si appoggiò con la testa al mio braccio, guardandomi da sotto le sue folte ciglia; «Okay uhm... qual è il tuo colore preferito?» chiesi.

«Il giallo, credo, ma anche l'azzurro e il bianco mi piacciono tanto»

«Tocca a te» lo spronai dopo la sua risposta, lui ci pensò per qualche secondo, fissando il soffitto, per poi illuminarsi: «Ti è sempre piaciuto cucinare?» domandò sorridendo a labbra serrate.

«No, in realtà lo odiavo prima di andare in America, ma sai com'è, lì durante quell'anno ho vissuto da solo, e quindi ho iniziato a farlo, anche se cucinavo cose molto veloci, visto che frequentavo un sacco di corsi e avevo davvero tante cose da studiare, però aveva iniziato a piacermi, lo trovavo rilassante» gli raccontai, ripensando a quel periodo.

Lui rimase in silenzio, ad ascoltarmi.
«Posso farti una domanda un po' più personale?» chiesi, non avrei voluto imbarazzarlo troppo, ma lui comunque annuì.
«Come gestisci il calore? Perché da quando ci conosciamo non mi sembra di avertici mai visto, mentre Taehyung quando lo è diventa un vero e proprio maniaco. È solo una mia curiosità, non serve che rispondi se non te la senti».

Come previsto la sua faccia assunse un colorito un po' rosato;
«Io prendo dei sopressanti, non ne cancellano completamente i sintomi, però li attenuano parecchio, solo che mi fanno venire un sacco mal di testa» mi spiegò, arrossendo ancora di più.

Io annuii piano: «Capisco, anche io quando vado in rut li prendo, ma per fortuna non hanno effetti collaterali su di me».

«Come ti vedi tra dieci anni?» chiese poi lui, giocherellando con le sue dita; come mi vedevo dopo dieci anni da quel giorno? Onestamente non lo sapevo, non ci avevo mai pensato troppo, ma supponevo di avere qualche idea a riguardo.
«Uhm, vorrei diventare un produttore, magari tornare a vivere in America, a New York, e poi voglio sicuramente diventare zio! E potrò fare in modo che il bambino preferisca me a Tae e Hobi, chiamala vendetta per tutti gli anni che ho dovuto passare con loro» risi contagiando anche l'omega, che mi mostrò i suoi denti bianchi.

𝘞𝘩𝘦𝘳𝘦 𝘥𝘰 𝘸𝘦 𝘨𝘰? || 𝘠𝘰𝘰𝘯𝘮𝘪𝘯Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora