Jungkook's povAncora col fiatone e il corpo interamente sudato, il ragazzo che fino a pochi secondi prima era sopra di me si buttò al mio fianco, sul letto morbido che attutì l'impatto.
«Dio santo Kai, oggi mi hai tolto ogni energia possibile, nemmeno dopo la palestra sono così stanco» mormorai cercando di regolarizzare il mio respiro, troppo agitato.
Il castano a pochi centimetri da me ridacchiò, per poi avvicinarsi e posare il suo mento sul mio pettorale «Non mi sembra tu ti sia lamentato, no?».
«Come potevo se il tuo fantastico culetto continuava a saltare su di me?»
«Con la bocca, o no aspetta, era troppo occupata a tenere al caldo la mia» concluse ironico, iniziando ad accarezzarmi lentamente la mia pelle imperlata di sudore, dovuto all'attività sfrenata nella quale eravamo impegnati.
Mi alzai leggermente col busto, in modo da poter appoggiare la schiena sulla testiera del mio letto, proprio al centro della stanza, ovviamente dopo esserci puliti un minimo.
E dunque sì, io e il beta ci stavamo vedendo, se così di poteva definire, non sapevo dire in che modo però.
Mi piaceva stare con lui, indubbiamente, era simpatico e divertente, e sopratutto era energico, cosa che era spettacolare dal mio punto di vista: non era mai stanco, aveva sempre voglia di fare qualcosa, di andare a correre specialmente.
A volte andavamo a correre insieme, poi ci fermavamo a prendere da mangiare, successivamente andando nel mio appartamento -in modo da stare soli, dato che lui aveva un coinquilino- a consumare la cena, e spesso anche qualcos'altro dopo.
Era davvero bello stare con lui.
In davvero poco tempo ci eravamo avvicinati, e non seppi nemmeno il motivo di ciò: mi ero sempre tenuto il più lontano possibile da chiunque, per paura.Ma con lui non era successo.
Pensai fosse destino.
Spesso dopo il sesso rimanevamo in silenzio a guardare il panorama, come in quel momento, almeno finché Kai non aprì la bocca.
«Che hai qui?» domandò ad un certo punto, proprio quando la sua calda mano accarezzò il mio avambraccio segnato, rovinato da una mano che conoscevo fin troppo bene: la mia.«Uhm, nulla di che, non preoccuparti» mormorai sbrigativo con lo sguardo ancora rivolto alla sua chioma castana, evitando i suoi occhi per quella volta.
Lui non sembrò soddisfatto della mia risposta però, e infatti sospirò, alzandosi leggermente dal mio petto e prendendomi una mano, portandomela sulle sue cosce, in una zona che mai avevo toccato.
Le mie dita vennero così a contatto con una porzione di pelle simile alla mia, riconobbi immediatamente il segno del dolore che ci era passato sopra.
«Anche tu-»
«Non tutti siamo felici per natura, zuccherino» disse solo questo, con un piccolo sorriso malinconico incollato al viso.
Non aggiunse altro, solo si mise di nuovo disteso, usando il mio braccio sinistro come cuscino per la testa.
Non immaginavo che una persona solare come lui fosse anche così... ferita, o magari si trattava di una cosa del passato, magari era stato più fortunato di me e riusciva semplicemente a lasciarsi alle spalle tutto.
Ero incuriosito da lui, tutto ciò che imparavo sul suo conto non mi bastava.
«So che spesso pensi di essere l'unico, di sentirti incompreso e sopratutto non amato. Ma se posso permettermi Kook, non lo sei. Non so se hai fatto ciò che hai fatto due anni fa, tre magari, o qualche mese fa, non so perché, e non ti forzerò a dirmelo, nemmeno io mi sento pronto per questo, solo... ti ho voluto far capire che nonostante le persone attorno a te possano sembrare più felici e spensierate, spesso è solo una facciata, spesso sono quelle più incasinate»
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𝘞𝘩𝘦𝘳𝘦 𝘥𝘰 𝘸𝘦 𝘨𝘰? || 𝘠𝘰𝘰𝘯𝘮𝘪𝘯
Fanfiction«Sai cosa si dice delle anime gemelle?» chiese, già pronto a sentire la voce dell'altro, che d'altro canto non tardò a farsi sentire: «Che si rincontrano sempre, non importa cosa accada?». «Precisamente, quindi non avere paura: noi ci ritroveremo...