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Jimin's pov



Stavo girovagando per il centro di Seoul cercando in vari negozi tutti i regali di Natale da fare, e quell'anno ne avevo davvero molti.

Per Jin e Namjoon non era stato complicato scegliere: al primo avevo infatti comprato un nuovo set di coltelli in ceramica, vista la sua passione per la cucina, mentre per secondo avevo fatto un quadro -non molto grande, circa 30x30- di lui e il fidanzato, ci avevo messo un po', ma era venuto davvero bene.

Poi per la proprietaria della fioreria dove andavo di solito -nonché una delle persone che conoscevo da quando ero appena nato- avevo preso una piccola lanterna rossa e bianca, solo un pensierino, sapevo che potesse sembrare stupido, ma la conoscevo da quando ero piccolo, e lei a sua volta conosceva mia madre.

Era un po' come una nonna per me.

E ovviamente per Hoseok e Tae, i quali si erano rivelati davvero simpatici e divertenti. Al rosso avevo preso un globo con la neve, visto che ne andava matto, e invece all'omega un peluche di Rilakkuma, a causa della sua fissazione per il personaggio.

E poi c'era Yoongi... per lui fu più complicato, avrei voluto prendergli qualcosa inerente alla musica, ma conoscevo poco i suoi gusti, quindi volevo buttarmi sulle cose da cucina, ma non volevo fargli lo stesso regalo che avevo fatto a Seokjin, e quindi ero tornato al piano della musica.

Grazie all'aiuto dei suoi migliori amici scoprii che lui faceva collezione di vinili, e così volevo fargli qualcosa di unico: ero stato in un negozio poco conosciuto in realtà, che appunto aveva una vastissima gamma di vinili, e così gliene avevo comprato uno che speravo avrebbe apprezzato, un'edizione limitata di un sacco di tempo fa, introvabile praticamente.
Certo, l'avevo pagata quanto un rene, ma ero quasi sicuro di aver fatto centro.

Ora mi stavo dirigendo proprio nella fioreria della signora Mishima, ed fu il campanellino della porta ad accogliermi, insieme alla donna che mi venne incontro: «Jimin tesoro! Come stai? È da un po' che non ci vediamo».

«Salve, sto bene sì, solo un po' stanco, lei?» le sorrisi cortesemente, tenendo in mano tutte le borse dei regali, insieme a quella contenente il pacchettino regalo per lei, incartato con una carta rossa e oro.

Lei fece spallucce: «Non ci si lamenta, ma non farmelo ripetere ogni volta, dammi del tu, ti ho visto crescere praticamente! Allora, che ti serve oggi?» chiese poi mettendosi gli occhiali.

«Mi chiedevo se avesse- se tu avessi delle rose d'inverno, sai no? Quelle bianche particolari» tentai di spiegarle, forzandomi di darle del tu, anche se non mi veniva poi così naturale, non ci ero mai riuscito.

Lei ridacchiò annuendo «Certo che ho presente, è il mio lavoro! Ma purtroppo ho venduto l'ultimo vaso stamattina, però posso ordinarle, dovrebbero fare l'ultima consegna domani, sai, poi torno in Giappone per le feste» mi informò.

Era proprio lì che lei e la mamma si erano conosciute, anni e anni addietro.

«Oh, va bene, allora magari le passo a prendere domani mattina, ma visto che sono qui ora le volevo darti un pensierino per Natale» le porsi una delle buste di carta, quella con il fiocco dorato per la precisione.

La donna assunse un'espressione che avrei descritto come pura sorpresa, insieme a un sacco di gioia: «Ow, Jimin, non dovevi disturbarti» mi disse per poi ringraziarmi con un abbraccio goffo, ma pieno d'affetto.

«Spero possa piacerle... piacerti volevo dire» mi corressi subito.

«Lo aprirò il giorno di Natale, grazie infinite, se ti vedesse tua madre... Dio, sarebbe così fiera di te: ogni volta che ti guardo mi sembra di vedere lei, sai? Avete gli stessi occhi, e le stesse labbra» mi accarezzò il viso con le sue mani un po' rugose a causa della vecchiaia.

𝘞𝘩𝘦𝘳𝘦 𝘥𝘰 𝘸𝘦 𝘨𝘰? || 𝘠𝘰𝘰𝘯𝘮𝘪𝘯Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora