Jin's pov«Ma come cazzo hai potuto?!»
«Sai anche tu che era necessario! Jimin non mi rispetta più! E quel ragazzo è uno di loro, sai meglio di me quanto possano essere pericolosi»
«E porca di quella puttana! Ti sembrava il caso di farlo davanti a tuo fratello?! Tuo fratello, che, ti ricordo, è la persona più paurosa e pacifica di questo mondo, ma soprattutto uno del branco! Uno di noi, della nostra famiglia, cazzo!»
«È grande! Deve iniziare a capire come vanno le cose: non ha scelta»
«Ce l'ha una scelta, può vivere la sua cazzo di vita in pace, senza che tu e le tue manie criminali lo inseguiate»
«Oh ma ti prego, lo dici come se tu fossi un santo, quanto sei tu quello che mi accompagna ovunque, ogni stra maledetta volta che portiamo a termine una commissione»
«Lo faccio perché sei il compagno, il mio fidanzato e perché ti amo! Razza di coglione! Ma sai cosa? Se ti dà così fastidio non lo farò più»
«Ma sì, vaffanculo tu e mio fratello: non mi servite»
Ebbene sì, avevo passato il pomeriggio a litigare con quello che dovrebbe essere stato l'uomo della mia vita, ma che a volte mi faceva ricredere di ciò.
Era tutto il giorno che provavo a chiamare, a scrivere, a tentare di sentire in qualche modo Jimin: ma niente, scattava sempre la segreteria.
Non ero mai stato così preoccupato in vita mia, quando scappò avevo tirato un sospiro di sollievo, ma , subito dopo aver calmato Namjoon, mi era venuto in mente che non conosceva la zona, faceva freddo, e in più dopo si era messo a piovere, come se il tutto non bastasse.
Avevo ovviamente deciso di dover andare a cercarlo, e così feci: percorsi in macchina tutte le strade vicine allo stabilimento abbandonato, andai nel parco dove andava spesso a fare una passeggiata, mi ero persino ritrovato a girovagare nel bosco sotto casa sua, il tutto ovviamente senza smettere di tempestarlo di chiamate e messaggi.
Alla fine l'ultima opzione rimasta era casa sua, e infatti ero lì in quel momento, e, per grazia di qualsiasi divinità mi stesse assistendo, si trovava lì, o almeno sperai, perché se le luci accese non indicavano la sua presenza, beh, allora c'era un intruso.
Il suono del campanello -da me appena suonato- ebbe il potere di fermare il mio battito cardiaco, che, non appena il ragazzo dagli occhi cristallini aprì la porta, ripartì a una velocità inaudita.
Inutile dire che mi fiondai su di lui, stringendolo tra le mie braccia come se non lo avessi visto per anni, iniziando anche a lacrimare.
«Oh mio dio, Jimin... io- mi dispiace tanto, stai bene?! » singhiozzai prendendogli il viso tra le mani e accarezzandogli i capelli, tirandoli leggermente indietro.
Lui non rispose, né tantomeno ricambiò l'abbraccio, così continuai a parlare, sperando in una risposta di qualsiasi tipo: «Non avrei dovuto assecondare Nam-».
«No, infatti, non avresti dovuto» mi interruppe, non scomponendosi minimamente, aveva uno sguardo di ghiaccio, e non solo per il suo colore, che lo ricordava.«Lo so, è solo che -i singhiozzi mi bloccarono- lui è tutto per me e-» lui sospirò, scostandosi dalla mia presa e chiudendo la porta, per evitare di far entrare il freddo.
«Senti Jin... è stata davvero una lunga giornata, ora voglio solo distendermi e guardare un film, senza alcun tipo di problema» mi disse, passandosi le mani sul viso, sospirando e allontanandosi da me, come se ci fosse stato un vetro di indifferenza tra noi.
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𝘞𝘩𝘦𝘳𝘦 𝘥𝘰 𝘸𝘦 𝘨𝘰? || 𝘠𝘰𝘰𝘯𝘮𝘪𝘯
Фанфик«Sai cosa si dice delle anime gemelle?» chiese, già pronto a sentire la voce dell'altro, che d'altro canto non tardò a farsi sentire: «Che si rincontrano sempre, non importa cosa accada?». «Precisamente, quindi non avere paura: noi ci ritroveremo...