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Hoseok's pov


Non ero mai stato così nervoso come in quel momento, davvero.

Sentivo le mani sudate e anche leggermente gonfie, per non parlare del mio corpo: mi sembrava di star scoppiando in quei vestiti, sul serio, non ero mai stato così, neanche quando chiesi a Taehyung di stare insieme, anni e anni prima.

Ad essere sincero avevo sempre immaginato il nostro matrimonio, fin da ragazzo, sapevo fosse la mia anima gemella, ne ero sempre stato certo, e anche ora, lì in questa stanza d'hotel, dove mi stavo fissando allo specchio da circa mezz'ora, non sapevo perché, ma non mi sentivo giusto in quegli abiti, mi sembrava di stonare con la loro perfezione.

E poi Tae sarebbe stato magnifico, quindi tanto valeva rinunciarci.

«Hyung, stai benissimo. Vedrai che TaeTae si innamorerà ancora di più quando ti vedrà» mi disse Jimin, il dolce omega dai capelli rosa che mi stava accanto da quella mattina, visto che Yoongi stava pensando a calmare Taehyung.

«Davvero? A me sembra di essere una confetto, non so... è semplice come completo, eppure non mi ci vedo dentro»

Jimin mi venne vicino, osservando anche lui la mia figura attraverso lo specchio, soffermandosi sulla camicia, pensieroso.

«Nah, secondo me stai davvero bene, magari slaccia i primi due bottoni» propose poi, arraffando qualcosa da una borsa poco distante dal letto, posata sul parquet chiara che stava sotto quello.

Provai a seguire il suo consiglio, slacciando i piccoli bottoncini bianco perla e, così facendo, scoprendo il mio petto un po' abbronzato, almeno di un minimo.

«Hai ragione: è decisamente meglio così»

Mi fece strano vedermi allo specchio vestito così, non sembravo nemmeno io, eppure mi piaceva, mi piaceva sopratutto pensare che tra meno di due ore sarei stato ufficialmente sposato con l'amore della mia vita, che finalmente lo avrei marchiato, che avremmo potuto essere felici come non mai.

Sinceramente, non vedevo l'ora.

«Yoongi mi ha scritto che Tae mi vuole lì per un attimo. Va bene se torno tra dieci minuti?» domandò il rosato con il cellulare in mano, più ansioso e febbricitante di me.

«Certo che va bene, Jiminie. Conoscendo Tae starà morendo d'ansia, e Yoongi non sarà da meno, hanno bisogno di rassicurazioni: pensaci tu»

Erano così, entrambi, Yoongi forse di più però, e sapevo bene che -in un giorno come quello- fosse impossibile per loro stare calmi, li conoscevo, li conoscevo bene e da tanto tempo.

Se pensavo che stavo davvero per sposarmi, in un isola tropicale stupenda, mi venivano i brividi, di gioia ovviamente.

La porta del bungalow si aprì ad un certo punto, interrompendo quel flusso infinito di pensieri, che mai dalla sera prima aveva smesso di fluire nella mia testa, talvolta in modo più fastidioso che piacevole.

Proprio la figura di Yoongi si fece spazio nella stanza poi, vestito e truccato di tutto punto, con una canotta nera e dei pantaloni dello stesso colore, e le spalle coperte da una camicia, totalmente slacciata però.

Jimin sembrò pietrificato a questa vista, il che fece ridere sia me, che il mio migliore amico, il
quale gli andò incontro, abbracciandolo e posandogli le labbra sull'angolo della bocca, ancora rimasta leggermente aperta: «Chiudi questa boccuccia adorabile, o sarò costretto a baciarti all'infinito».

L'omega ridacchiò, accarezzando le spalle strutturate del maggiore, mentre le loro labbra erano unite, almeno fino a quando il rosa non si tirò leggermente indietro: «Non abbiamo tempo amore, devo andare da Tae».

𝘞𝘩𝘦𝘳𝘦 𝘥𝘰 𝘸𝘦 𝘨𝘰? || 𝘠𝘰𝘰𝘯𝘮𝘪𝘯Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora