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Yoongi's pov


L'appuntamento con Jimin era andato così bene che non avevo pensato ad altro per il quasi una settimana, e, ancora meglio, non avevo pensato ad altro che al bacio che ci eravamo scambiati in macchina.

Mi ero anche dovuto subire le prese per il culo da parte di Hoseok e Taehyung, che ovviamente non aspettavano altro. Passarono tutto il tempo a dirmi cose come "oh ma guardalo, si emoziona per un bacino" oppure "sembri un adolescente con la prima cotta".

Insopportabili.

Ma oltre a questo avevo avuto un sacco di lavoro da fare, e no, non parlavo di musica quella volta.

Una società bancaria ci aveva ingaggiati per ripulire le prove di alcuni loro affari, che di legale non avevano proprio nulla, ed era stata una cosa un po' complicata, vista la quantità di materiale che dovevamo eliminare, per non parlare della parte informatica.

«So che la tua menta sta vagando nei meandri più romantici che il tuo cervello può concepire, ma abbiamo ancora un sacco di lavoro da fare, quindi porta il tuo culo qua» mi rimproverò l'alfa dai capelli rossi, intento a smanettare su uno dei computer da ripulire.

«Ma taci, siete voi due i geni informatici, io mi limito solo a trasportale » gli risposi rimettendomi seduto, in modo da continuare a passare tutte le informazioni che dovevano sparire a un air disk che poi avremmo distrutto.

Taehyung ridacchiò e basta, senza alzare lo sguardo dallo schermo, troppo occupato a schiacciare i tasti della tastiera in modo veloce.
«Qui ho finito» disse infine, staccandosi dalla scrivania e alzandosi dalla sedia girevole, per poi stiracchiarsi un po'.

«Sì, anche io» Hoseok mi lanciò i due congegni per le informazioni, e, ringraziando i miei riflessi allenati, li presi al volo, mettendoli nello zaino, insieme a vari documenti cartacei.

«Andiamocene prima di dare troppo nell'occhio e attirare qualche impiegato ficca naso» ci dirigemmo nei sotterranei per prendere i veicoli con i quali eravamo venuti e andarcene velocemente.

«Okay, io faccio la strada del sottopassaggio, voi andate per la principale, e ci vediamo da JB» gli ordinai salendo in macchina, mentre loro fecero lo stesso sulla moto dell'alfa, che fece aggrappare a sé l'altro: «Andata, porti tu lo zaino?» annuii veloce, per poi partire e uscire da quel sotterraneo.

Si poteva dire di tutto di questo branco, ma non che fossimo assassini o ladri: noi non uccidiamo, mai.
E mai lo saremmo stati, perché per quanto una persona possa essere orribile e possa aver commesso atti raccapriccianti, rimaneva sempre una persona, e noi non eravamo nessuno per decidere della vita di un altro.

E per quanto riguardava la droga, ci limitavano solo a quella leggera, semplice marijuana, e a dirla tutta non eravamo noi tre ad occuparcene direttamente, ma altri due ragazzi del branco: BamBam e Yugyeom, due beta.

In più io non aveco aspirazioni criminali di questo tipo: non volevo comandare Seoul, non volevo essere un capo, non volevo ritrovarmi a dover sempre preoccuparmi per tutto e per tutti. Certo, era il mio compito in quanto alfa, in quanto capo, ma lo facevo nel giusto, senza mai eccedere nel torto.

Sapevo che non fosse legale il nostro operato, come sapevo che saremmo andati all'inferno per esso, ma questa era la vita.

Io avrei solo voluto fare musica, era la cosa più importante che avevo, e non riuscivo a stare senza di essa, era un po' come la mia linfa vitale.
Ma la vita criminale era stata la mia via di sopravvivenza, l'unica maniera nella quale mi sarei potuto realizzare in tempi relativamente brevi, l'unica in cui mi sarei potuto mantenere dignitosamente senza aver avuto una famiglia alle spalle.

𝘞𝘩𝘦𝘳𝘦 𝘥𝘰 𝘸𝘦 𝘨𝘰? || 𝘠𝘰𝘰𝘯𝘮𝘪𝘯Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora