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Jimin's pov


«Tesorino dello zio, non hai proprio un minimo di fame? Non ti va nemmeno un po' di latte con il miele?»

Soyeon continuava a guardarmi con occhioni svegli, a farmi intendere che no: di mangiare non ne voleva sapere ancora.

Saranno stati venti minuti che provavo a darle un po' di latte, ma lei puntualmente si rifiutava, poiché probabilmente non aveva fame, però c'era da dire che erano anche le undici passate di sera, e perciò mi pareva strano che non volesse mangiare nulla.

Forse ero io ad essere troppo agitato per tutta la situazione, forse dovevo solo calmarmi e rilassare i nervi tesi, magari un tea con qualche biscotto fatto da Yoongi avrebbe aiutato un po' nell'impresa.

Dopo essermi appunto preparato questo piccolo spuntino serale che dovrebbe essere servito da calmante, andai verso il salotto, appena davanti alla cucina. 

«Visto che non sembri nemmeno avere sonno... vuoi stare un po' sul divano con lo zio Jimin che si mette un po' a dipingere, mentre aspettiamo pazientemente i papà e gli altri zietti?» proposi alla bimba, come se avesse potuto effettivamente rispondermi.

Tuttavia la luce rimasta accesa nella stanza di prima mi fermò dal potermi sedere in pace, e così fui costretto -per colpa della mia sbadataggine mista a preoccupazione- a tornare in cucina e a premere l'interruttore di ciò che rese possibile la visione chiara della stanza anche durante la notte.

E prima di ritrovarmi al buio, la mia vista si fermò momentaneamente sulla piccola pianta di monstera che c'era sul bancone di legno, nata dalla pianta madre di essa, che tenevo in sala da pranzo, mentre altre di quel tipo erano sparse per tutta la casa.

Ormai il freddo era arrivato, e con esso anche il compito di dover mettere al riparo certe piante più fragili e abituate al caldo estivo: era stata una fatica enorme, tra il doverne trapiantare alcune e quasi tutte da potare ci avevo impiegato due giorni di lavoro, senza contare le mattinate in università.

Ovviamente non avevo nemmeno potuto contare sull'aiuto di Yoongi, poiché questo era impegnato nel perfezionare e preparare tutto il piano per liberare finalmente Seoul dalla paura che si era scatenata negli ultimi mesi, piano al quale lui -su mia richiesta disperata- non aveva partecipato in modo attivo.

Quando però un piccolo verso della bimba che tenevo in braccio si sprigionò nella stanza, la mia testa dalle nuvole venne subito riportata sulla terra, per fortuna o purtroppo: punti di vista.

«Hai ragione piccolina, lo zio è un po' in ansia stasera, ma starà meglio appena i tuoi papà torneranno qui sani e salvi, insieme a tutti gli altri» mi sforzai di sorriderle per infonderle un minimo di calma, pace e serenità, sentimenti che quella serva venivano meno.

Tuttavia fu proprio quando stavo per sedermi sul divano, pronto a bermi quella famosa tazza di tea insieme ai biscotti preparati dal mio compagno, che il campanello di casa suonò, facendomi subito balzare dallo spavento: non me l'aspettavo.

Mi fiondai verso la porta, e -non prima di aver guardato dallo spioncino- la aprii, ritrovandomi davanti Kai, con un'espressione strana in volto, una che non gli avevo mai visto, una che però avevo visto ritratta nei suoi quadri.

«Ciao...» mormorò con in volto un sorriso che più finto non sarebbe potuto essere.

Subito lo feci entrare, richiudendomi la porta alle spalle a chiave «Hey, che ci fai fuori solo con una felpa con questo freddo? È dicembre, non settembre!» esclamai subito da madre apprensiva, cosa che non ero.

Il beta sbuffò una risata, alzando le spalle in quel suo tipido gesto di pura casualità; e poi notò Soyeon in braccio a me «Oh mio Dio- tu e Yoongi avete fatto un bambino di nascosto?! Pure quello?!».

𝘞𝘩𝘦𝘳𝘦 𝘥𝘰 𝘸𝘦 𝘨𝘰? || 𝘠𝘰𝘰𝘯𝘮𝘪𝘯Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora