Namjoon's povQuando scoprimmo che i numeri incisi sui corpi delle vittime stavano a significare i cicli lunari usati come conto alla rovescia, l'ansia aveva iniziato a prendere possesso del mio corpo, istantaneamente.
Tre cicli lunari completi erano circa ventinove giorni moltiplicati per tre, il che significava a spanne un po' meno di tre mesi.
E dopo giorni e giorni di lavoro per cercare sempre più indizi, eravamo riusciti a trovare chi era a capo di tutto ciò, ma nonostante questo, ancora non sapevamo cosa sarebbe accaduto dopo esattamente due mesi e quattro giorni, non lo sapevamo e la cosa mi mandava fuori di testa.
«Nam, tesoro, Kookie sta arrivando, ha detto che era con V e J-hope, vai a prepararti, tengo io la bimba» mi richiamò dai miei pensieri contorti la voce del mio compagno, in tutta la sua bellezza eterea.
«Tranquillo Jinnie, devo solo infilarmi una maglia e sono pronto, piuttosto vieni qui, che mi sembra passata una vita dall'ultima volta in cui ci siamo baciati» mormorai facendogli avvicinare il viso al mio.
Ebbene sì, per colpa di questo pezzo di merda avevo anche trascurato parecchio lui e Soyeon, ovviamente contro la mia volontà, poiché tutto ciò che avrei voluto fare era stendermi a letto e coccolare sia l'uno che l'altra.
Ma finché tutti non eravamo al sicuro, non avevo altra scelta, lo stavo facendo per tutti gli omega e i beta di Seoul, certo, ma soprattutto per Jimin.
Non era in grado di difendersi da solo, e nel caso fosse stato preso di mira da lui, non avrebbe avuto modo di scappare, poteva solo arrendersi al suo triste destino, cosa che non sarebbe successa, né ora né mai.
La sera in cui nostro padre morì, gli feci una promessa, una che non avrei mai infranto: gli promisi che avrei sempre protetto il piccolo omega dalla crudeltà umana di questo mondo.
Forse non ero stato il fratello perfetto, forse sarò anche stato uno stronzo patentato con lui, ma nonostante ciò, Jimin era troppo prezioso per venire rovinato dalla merda che aveva rovinato anche me, e forse me ne ero reso conto tardi, ma almeno l'avevo fatto.
«Che hai oggi? Sembri così assorto» chiese il mio omega, seduto affianco a me, mentre mi accarezzava lentamente le ciocche scure dei miei capelli.
Un sospiro lasciò il mio corpo «Sto solo pensando a ciò che è successo qualche settimana fa, del vicolo e di Jimin intendo».
«Sai che non è stata colpa di nessuno, ha visto qualcosa che probabilmente non dimenticherà mai, è vero. Ma non ti devi colpevolizzare per questo. E nemmeno Kookie deve: non è stata colpa vostra»
Mi girai verso di lui, lasciando che nostra figlia intanto si addormentasse tra le mie braccia; «Vorrei tanto che fosse così, ma non lo è. Jimin sembra aver dimenticato tutto, sembra che non gli importi di ciò che ha visto, e io non lo capisco, ho provato a parlarne la scorsa settimana, ma ha cambiato discorso come se nulla fosse».
Jin si mordicchiò il labbro sospirando «So che lo hai sempre visto come una persona debole, ma in realtà è più forte di quello che immagini, hai visto con che grinta ha affrontato l'anoressia stavolta, forse la cosa lo ha sconvolto meno di quello che pensi».
Era davvero così, Jimin?
Vedere un cadavere in quello stato ti aveva davvero lasciato quasi indifferente?«Lo pensi davvero?»
L'omega sorrise annuendo, lasciandomi un dolce bacio sulla tempia «Certo che sì, ed è per questo che è pronto per ciò che gli diremo tra poco, anche perché Yoongi non sa nulla della cosa».
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𝘞𝘩𝘦𝘳𝘦 𝘥𝘰 𝘸𝘦 𝘨𝘰? || 𝘠𝘰𝘰𝘯𝘮𝘪𝘯
أدب الهواة«Sai cosa si dice delle anime gemelle?» chiese, già pronto a sentire la voce dell'altro, che d'altro canto non tardò a farsi sentire: «Che si rincontrano sempre, non importa cosa accada?». «Precisamente, quindi non avere paura: noi ci ritroveremo...