Arriviamo in ospedale e subito raggiungiamo mia madre.
<< Mamma! >> Strillo e mi precipito da lei e l'abbraccio.
Piange tra le mie braccia, sciogliamo l'abbraccio e porta le mani sulla sua pancia, e io poso la mano sulla sua.
Piange, << Non ce la farà... Lo so. Va tutto storto ultimamene. >> Dice singhiozzando; si asciuga le lacrime.
Le carezzo la guancia, fisso i suoi occhi pieni di tristezza e non so cosa dirle. Vorrei poterle dire che andrà tutto bene, ma non ne sono sicura.
Lo ha detto il dottore stesso a mia sorella Debby che si è salvato una volta, ma questa volta non lo crede possibile.
Rimango in silenzio perché non so che dire.
<< Quando ti faranno sapere qualcosa? >> Chiedo.
Scuote la testa, << Non lo so. Oggi o domani credo, fatto sta che devo dormire qui questa notte e a me non va proprio, voglio tornarmene a casa mia... >> Si lamenta mia madre.
<< Lo so mamma, però se il dottore ha detto che devi rimanere, ci sarà un motivo, magari vogliono tenerti sotto controllo per fare altri accertamenti. >> Le spiego cercando di farla ragionare.
<< Vuoi che rimango? Posso rimanere se vuoi. Così non resti sola. >>
Scuote la testa. << Allora Debby? >>
Scuote di nuovo la testa, << No. Non voglio nessuno. Scusate, ma ho bisogno di stare sola. >> Dice e annuisco.
Debby entra nella stanza, << Ciao mamma come stai? >> Poi si volta e guarda me, << Ciao Emily... >> Mi abbraccia.
Mi chiedo perché non sia venuta anche lei a prendermi all'aeroporto.
La vedo parecchio giù e molto pallida, mi chiedo se si senta bene.
Mi avvicino a lei e le prendo la mano, << Debby, ti senti bene, sei pallida. >>
Annuisce. << Sto bene, non ho bisogno di aiuto. Okay? >> Toglie la mano dalla mia e mi guarda male; perché fa così...
Justin mi si avvicina e mi sussurra all'orecchio, << Devi scusarla, ma è parecchio turbata. Quando vostra madre si è sentita male lei era lì... Cerca di capire... >> Guardo mia sorella che invece guarda mia madre e le stringe forte la mano, poi poso lo sguardo su mio cognato e annuisco, << Capisco. Deve essere stato orribile per lei... >>
<< Si, infatti. >> Conferma.
<< Brian? >> Chiedo, dato che non lo vedo né con Debby né con Justin.
<< L'ha portata da una sua amica, non sapevamo dove lasciarlo. >>
<< Perché non lo mandate alla scuola materna? >> Chiedo. Ormai Brian ha l'età giusta per iniziare a frequentare la scuola, e poi così si farà degli amichetti e imparerà a stare anche senza mamma e papà... Il distacco dai propri genitori è importante per un bambino.
Justin scuote la testa, << Debby non vuole. >>
<< Ma così non vorrà mai separarsi da lei! Quando arriverà il giorno che dovrà iniziare le elementari sarà più dura lasciarlo solo! >> Fa spallucce,
<< Le ripeto le stesse cose ogni giorno, ma non ascolta. È una testa dura. E per questo adesso non mi parla nemmeno. >> aggiunge alla fine.
Cosa?! Debby e Justin che non si parlano? Non lo credevo possibile! Sono una coppia perfetta, che va d'amore e d'accordo e non litiga mai!
Spalanco gli occhi sorpresa.
Annuisce, << Già... Non immaginavi, vero? >>
Guardo mio cognato che sembra distrutto, un po' per la situazione di mia madre, un po' per la situazione con mia sorella Debby.
<< Sono cambiate molte cose da quando sei partita Emily... Non puoi immaginare. >>
Annuisco tenendo gli occhi bassi, mi guardo le mani e sento un nodo in gola, << Hai ragione. Ma le cose nella nostra famiglia sono iniziate a cambiare molto prima della mia partenza. >> Non riesco più a trattenermi e scoppio in lacrime.
<< Hai ragione. Ma la vita va avanti, e non bisogna abbattersi, non bisogna mollare. Si deve tentare di rimettersi in piedi nonostante tutto, e se alla fine proprio non ce la fai, puoi dire di averci provato, ma che alla fine non ci sei riuscito. >> Le parole di Justin mi fanno riflettere molto.
È vero. La vita non finisce; non termina se muore una persona a te cara, se ti viene fatto un torto, se accadono disgrazie una dopo l'altra.
La vita è un sola e si deve lottare finché si ha la forza di farlo perché non avremmo altre possibilità.
È quello che faccio ogni giorno; lotto per la mia vita, per la mia felicità, e continuerò a farlo finché non otterrò ciò che voglio.
<< Scusate, ma l'orario di visita è terminato. Potete tornare domani mattina... >> Un'infermiere si avvicina a noi. Annuiamo e salutiamo nostra madre.
<< Mamma, di qualsiasi cosa tu abbia bisogno non esitare a chiamare. >> Dice Debby.
<< Anche me. Ci sono anche io mamma... Puoi chiamare entrambe se vuoi... >> Dico e l'abbraccio.
Sorride, guarda entrambe e una lacrima le bagna il viso, se l'asciuga,
<< Le mie bambine. Sono fortunata ad avere due figlie come voi. Non preoccupatevi, starò bene... >> Ci rassicura. Noi annuiamo.
Io Debby e Justin andiamo via dall'ospedale.
<< Ti accompagniamo noi a casa, non c'è bisogno che prendi il pullman. >> Scuoto la testa e li ringrazio, ma loro insistono, e così lascio che mi accompagnino loro; sono anche stanca, un passaggio mi farà comodo, e poi non ho le forze necessarie per controbatterli.<< Emily sei sicura che non vuoi venire a stare da noi? >> Chiede Debby.
Per tutto il tragitto non ha fatto che insistere. Dice che non si sente sicura a lasciarmi da sola a casa.
Come se non lo fossi mai stata, quante volte sono rimasta a casa da sola!
Mi tratta come una bambina, e io detesto essere trattata come una bambina, sono una donna adulta ormai...
Scuoto la testa, << Ma almeno fino a quando mamma non torna a casa, sarei più sicura. >> Dice.
Scuoto di nuovo la testa, << No. Ti ringrazio Debby, ma non mi sembra il caso, voglio stare a casa mia e poi non voglio dare fastidio a voi due. >> Debby e Justin si guardano per qualche secondo, poi Debby torna a posare gli occhi su di me.
<< Non disturbi. >>
Scuoto la testa e sorrido, << Avete bisogno di stare soli e parlare... Io vi recherei solo fastidio. >> Faccio capire a entrambi che devono smetterla con questa storia. Più che altro, cerco di farlo capire a Debby. Sono adulti, e devono chiarire le cose da adulti.
Debby non può avercela con Justin solo perché lui vuole mandare Brian alla scuola materna e lei no.
Debby arriccia il naso: << Noi non abbiamo niente di cui parlare... >>
<< Si invece. Coraggio, andate a casa. >>
Scendo dall'auto ed entro in casa.
Mi è sembrata un'eternità. Mi sembra di mancare chissà da quanto... In effetti manco in questa casa solo da qualche mese, ma non è questo il punto. Ormai non la sento più casa mia. Lo sarà sempre, questo è certo, ma adesso la mia casa è dove c'è Drake.
<< Drake! >> Dico.
Avevo promesso che gli avrei raccontato tutto, così decido di chiamarlo.
Al secondo squillo risponde:
"Ciao piccola, come stai?"Appena sento la sua voce il mio cuore comincia a battere all'impazzata, mi passo una mano dietro l'orecchio:
"Abbastanza bene. Domani il dottore ci farà sapere del bambino, anche se ha poche speranze.""Capisco. Tu invece, dimmi la verità, come stai?"
Sospiro. "La verità?" Prendo una ciocca dei miei capelli e comincio ad arricciarli attorno al mio dito.
"Starei molto meglio tra le tue braccia.""Mi manchi."
"Anche tu, Drake. Riguardo a te ci sono novità?" Chiedo, e lo sento sospirare.
"Ti racconterò tutto quando torni."
"Va bene. Scusa Drake ma sono stanca e vorrei andare a dormire."
"Okay. Allora buonanotte. A domani."
"A domani."
Insieme riagganciamo.
Devo essere sincera; quando mi ha comunicato di non poter venire con me ci sono rimasta un po' male; adesso non starei qui, da sola, triste per la situazione di mia madre. Se lui fosse qui, troverei conforto tra le sue braccia, e sicuramente starei meglio.
Prego solo che domani il dottore ci dia una buona notizia...
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Al prossimo capitolo! Spero che vi sia piaciuto e buona lettura! 😘
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Amore Che Tende A Infinito{COMPLETA}
RomanceEmily, 19 anni. Ha sempre vissuto a Orlando, Florida. Ma dopo l'estate partirà per il College, a Cambridge. È emozionata, e non vede l'ora di partire, ma è anche triste perché dovrà lasciare la sua famiglia e i suoi amici... L'estate è iniziata all...