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Sono passati due giorni dalla morte di papà, e sento la sua mancanza.
Oggi non ho voglia di fare niente. Be'... Sono praticamente tre giorni che non esco di casa.
Quella sera, è stata la più brutta della mia vita. Ma a darmi forza è stato avere al mio fianco i miei amici e Drake. Si, Drake, non Brandon. Lo so che siamo tornati insieme, ma quella sera mi aveva promesso che sarebbe tornato da me, e invece non l'ha fatto. E nemmeno il giorno seguente, al funerale.
A questo punto mi chiedo come le cose tra noi possano tornare come prima.
Non m'importa. Adesso voglio stare sola con la mia famiglia e piangere la perdita di mio padre. Abbiamo bisogno l'uno dell'altro per rimetterci in piedi e andare avanti.
Mia madre dovrà trovarsi un lavoro; e ho deciso di trovarmene uno anche io. Voglio aiutarla; avevo anche rinunciato a partire per l'Università, ma mia madre non vuole. E così, al termine dell'estate partirò.
Ma sono determinata a trovarmi un lavoro, almeno per l'estate...
Mi metto a sedere sul letto, e sospiro. Un'altra giornata senza te inizia, papà. Mi faccio forza e mi alzo.
Mi guardo allo specchio, e devo dire che ho un aspetto orribile: ho delle occhiaie, che solo a guardarmi chiunque si spaventerebbe, i capelli sporchi e spettinati.
Per prima cosa devo fare una doccia. E' proprio quello che mi ci vuole per affrontare la giornata.
Mi chiudo in bagno e vado sotto la doccia. Sono ferma sotto il getto d'acqua, e ripenso alle parole di Drake: "Io sono qui. Non ti lascio."
E' stato molto carino da parte sua. Nonostante le nostre divergenze, mi è stato accanto nel momento più brutto... Questo me lo fa vedere sotto un'altra luce.
Non è il ragazzo cattivo che vuole far credere. Credo sia un ragazzo buono, attento alle persone... E' solo una maschera che indossa. E io voglio togliergliela.
Quando esco dal bagno, c'è un silenzio tombale. Mia madre non è più uscita dalla sua camera da dopo il funerale. Non ha toccato cibo. Io e mia sorella abbiamo provato a convincerla a mangiare, ma è stato tutto inutile.
Busso alla sua porta, e sento dei singhiozzi provenire dall'interno. Sta piangendo. Busso ancora una volta, e questa volta entro.
<< Mamma. Ti va di mangiare qualcosa? >>
Scuote la testa e si soffia il naso.
<< Va bene, ma almeno alzati un po'. Non puoi stare sempre chiusa qui dentro. Devi prendere un po'
d'aria... >> Cerco di convincerla. Ha bisogno di uscire un po', deve cercare di distrarsi; così non troverà mai le forze per andare avanti.
Vado a stendermi accanto a lei e l'abbraccio. << Manca anche a me. Ma ti prego, fallo per me. >> Mi guarda mentre le sue lacrime continuano a scendergli sul viso. Ha gli occhi arrossati, è pallida. Mi preoccupa vederla così.
Si mette a sedere e si asciuga le lacrime. << Ci proverò... >>
Annuisco, le sorrido, e la bacio sulla fronte, poi esco chiudendo la porta alle mie spalle.
Le preparerò qualcosa, magari alla vista del cibo le tornerà l'appetito.
Cosa le preparo? Ho trovato! La mamma ama la pasta al formaggio. Come me d'altronde! Cioè io ho i suoi stessi gusti...
Le preparerò una buona quantità...
Dopo aver preparato il pranzo a mia madre, esco di casa e mi metto alla ricerca di un lavoro. Mi va bene anche part-time.
Passo davanti a un negozio di abbigliamento, e leggo un cartello: "Cercasi commessa". Ma è perfetto! Non ho esperienza, ma non importa; imparerò. Entro nel negozio, e chiedo alla signora che sta sistemando un vestito sulla gruccia.
<< Ehm... Salve. Mi scusi, ho letto il cartello qui fuori che cercate una commessa... >> Dico un po' intimorita. La signora ha due occhi color ghiaccio; mi mettono paura. Mi guarda con un'espressione di superiorità, come se fosse la padrona dell'universo.
<< Si. Ho capito. >> Dice con tono calmo e freddo.
<< Hai esperienza? Dico in questo campo... >>
<< Ecco... A dire la verità, non ho mai lavorato in vita mia. Ma posso imparare... La prego ho bisogno di questo lavoro. >>
Mi scruta per qualche secondo, e poi annuisce, anche se non sembra convinta.
<< Un mese di prova, e vediamo come te la cavi, se lo superi, sei assunta. >>
Dentro di me sto impazzendo dalla gioia, ma è meglio non darlo a vedere, ed essere più professionale, non vorrei che mi togliesse l'unica possibilità che mi ha dato.
<< La ringrazio. Non la deluderò. Quando inizio? >>
<< Lo spero, cara. Cominci domani mattina. Ti voglio qui alle 8:00 in punto. Sii puntuale. >>
Cosa? Alle 8:00? Oh mio Dio! Va bene. Non ho altra scelta, devo aiutare mia madre.
Annuisco, fingo un sorriso e vado via.
Per strada incontro Brandon insieme alla sua amica Ysabel. Ultimamente l'ho visto spesso in sua compagnia; credo passi più tempo con lei che con me che sono la sua ragazza. Ho capito che è una sua amica, ma...
<< Ciao Emily! >> Ysabel mi vede e mi saluta. Brandon si limita a sorridermi. Neanche un bacio, né una carezza, si comporta come se fossimo due perfetti sconosciuti.
Li saluto e me ne vado.
Quando rientro a casa, vedo la macchina di Justin parcheggiata davanti al garage di casa mia.
<< Sono tornata. >> Dico alzando la voce per farmi sentire.
<< Zia Emily! >> Brian corre da me in lacrime. Cosa gli è successo?
Lo prendo in braccio, e gli chiedo cos'ha...
<< La mamma ha detto che il nonno adesso è un angelo. Che gli angioletti del cielo avevano bisogno di lui, per questo se lo sono preso... >> Mi vengono le lacrime agli occhi, Brian è ancora troppo piccolo per capire che nessuno aveva bisogno di lui. Che è colpa del destino.
Mi limito ad abbracciarlo e a piangere con lui.
Quando lo metto a terra, vedo mia madre in lacrime appoggiata alla porta della cucina, guarda Brian, ma non dice niente. Alle sue spalle compare mia sorella, e l'abbraccia.

Oggi a pranzo nessuno ha aperto bocca; per tutto il tempo non abbiamo fatto altro che fissare il posto vuoto dove si sedeva mio padre.
Appena abbiamo finto di mangiare, ci siamo alzati e abbiamo sparecchiato, e poi sono andata a chiudere in camera mia.
Suonano alla porta d'ingresso; e qualcuno entra, non capisco chi è, non riesco a sentire bene con la porta chiusa.
Sento dei passi avvicinarsi, e la maniglia della mia porta si abbassa.
Drake entra, regalandomi un sorriso. Prende posto sul letto accanto a me e mi fissa. << Ciao. >> Sussurra.
<< Ciao. >> Una ciocca mi ricade davanti agli occhi, e lui me la porta dietro l'orecchio.
<< Come stai? >> A quella domanda non riesco a trattenere le lacrime, e Drake mi prende tra le sue braccia. Mi accarezza delicatamente sulla testa. Alzo la testa per guardarlo negli occhi, tiro su col naso e mi costringo a sorridergli.
<< Mi manca, Drake. Mi manca da morire. Io non... >>
<< Sssh... Lo so. Non preoccuparti. Tranquilla... >> Lo sa? Come fa a conoscere il dolore che si prova quando si perde una persona cara? Forse c'è passato anche lui. Forse anche lui ha perso una persona a cui voleva molto bene.
<< Drake... >> Ho paura a chiedergli quello che sto per chiedergli. Temo che rifiuti. E che se ne vada...
<< Si, dimmi... >> Dice con tono calmo.
<< Volevo chiederti... Ecco... Se ti va di dormire qui con me... >> inarca un sopracciglio e mi guarda con espressione divertita.
Si, lo so. Non credevo avrei mai detto una cosa del genere. Ma è l'unico su cui posso contare, oltre a Carmen e Bob. Brandon non si è fatto più vedere, e questa mattina quando l'ho incontrato non mi ha chiesto nemmeno come stavo, quindi deduco che non gli importi. Eppure mi ha detto di mancargli, di avere bisogno di me...
<< Va bene... Allora se vuoi possiamo iniziare subito a darci da fare. >> Mi sorride e mi fa l'occhiolino.
Scoppio a ridere e gli do un colpetto sul petto, << Dài, hai capito che non intendevo quello... Ho bisogno di un amico con me. E visto che sei
qui...>>
Mi guarda come incantato. E ride anche lui.
<< Calma. Lo so. Scherzavo. Almeno ti ho fatto ridere... Non desideravo altro. Non sopporto di vederti piangere... >> Dice ridendo, poi diventa serio, si avvicina e poggia una mano sulla mia guancia. Il mio cuore ha cominciato a battere all'impazzata, e arrossisco, e lui lo nota perché sorride.
Ci stendiamo, appoggio la testa sul suo petto e sento il suo cuore che batte, è un suono così bello... Mi dà pace. Le sue braccia mi cingono, e poggia il mento sopra i miei capelli. Sospira.
Sollevo la testa per guardarlo in volto. << Che c'è? >> Chiedo curiosa.
<< I tuoi capelli... Profumano di vaniglia. >> Gli rivolgo un sorriso timido. Poi continua, << ... Mi piace. >>
Poggio di nuovo la testa sul suo petto e chiudo gli occhi.

Sogno... C'è papà, è in pizzeria, sta portando un'ordinazione a un tavolo, ma poi inciampa e sbatte con la testa a terra. Perde molto sangue e non si muove.
Mi avvicino a lui e urlo il suo nome per farlo svegliare, ma non si sveglia.
E' morto dicono i medici. Ha perso molto sangue. Non c'è più niente da fare.
Io rimango a terra accanto a mio padre e strillo: << Papà! Papà! Ti prego svegliati! Papà. Non mi lasciare! >>
<< Emily, Emily... >> Mi sento chiamare. Mi volto. Arriva Drake che mi prende tra le sue braccia e mi stringe forte.
Di scatto apro gli occhi. Drake mi sta abbracciando, mi tiene stretta a sé e mi accarezza.
<< Drake... >> Spalanca gli occhi e mi guarda preoccupato.
<< Tranquilla. Ci sono io qui. Non preoccuparti... >>
Mi abbraccia. << Urlavi. Chiedevi a tuo padre di non lasciarti... >> Prende il mio viso tra le mani e mi accarezza le guance con i pollici.
<< Si. Ho sognato che mio padre... >> Mi zittisce posandomi l'indice sulle labbra.
<< Non... Non parliamone okay? Vieni qui. >> Si stende di nuovo con me.

Amore Che Tende A Infinito{COMPLETA}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora