<< Emily ciao? >> Caleb viene verso di me, sta per abbracciarmi, quando viene spintonato da Ash.
<< Ci sono prima io, l'ho vista prima io! >> Dice Ash.
Guardo i miei amici senza aprire bocca; che idioti che sono.
<< Ciao a entrambi ragazzi. >> Dico poi divertita.
Tutti e due si voltano verso di me e mi sorridono, << Quando sei tornata? >> Chiede Caleb venendo verso di me.
<< Ieri... >> Dico, lui mi abbraccia.
Sciolgo l'abbraccio velocemente, gli sorrido. Mi sembra molto strano questa mattina.
<< Non ti abbiamo vista ieri, che fine hai fatto? >>
Sbuffo, << Cat non mi ha fatto uscire, ha detto che dovevo stare a riposo e non ho potuto fare altrimenti, sapete com'è fatta... Quando dice una cosa, è quella... >>
Ash si porta le mani sui fianchi, << Che stronza, non mi ha detto niente. >> Sposta il peso da una gamba all'altra.
Poi nota che sono ancora in piedi e dice, << Scusa, vieni. Vieni a sederti accanto a noi... >>
Mi fa sedere tra lui e Caleb. Ash mi porta un braccio dietro le spalle; eh sì, è proprio strano...
<< Emily... >> Dice.
Ridacchio, << Parla Ash, cosa vuoi? >> Sapevo che c'era qualcosa sotto...
<< Be'... >> Diventa paonazzo.
<< Tu... Sai perché Cat... >> Inizia, ma lo interrompo. Oh, cavolo!
<< Ash io non ti dirò niente. Inutile... >> Mi implora con lo sguardo e io scuoto la testa, poi sbuffa.
Toglie il braccio dalle mie spalle e resta curvo seduto sulla sedia.
<< Se vuole, sarà lei a parlartene, ma devi avere pazienza, okay? >>
Sbuffa di nuovo, poi vedo i suoi occhi illuminarsi.
<< Cat! Amore mio! >> Si alza di scatto e corre verso di lei, la prende per i fianchi sollevandola da terra e facendola girare.
Cat ride, << Ash! Ma cosa fai? >>
La mette a terra e la bacia.
<< Trovatevi una stanza voi due! >> Strilla Caleb.
Ridacchio, poi Caleb si volta verso di me, mi sorride e dice: << Allora, com'è andato il matrimonio di tua madre? >>
Gli sorrido: << Bene. È andato alla grande! >> Dico entusiasta.
<< Il gesso? Quando lo togli? >> Dice indicandolo.
<< Tra qualche giorno, ti giuro che non ce la faccio più. >> Sbuffo.
Porta una mano dietro la mia schiena e mi da dei colpetti affettuosi, << Ti capisco, anche io l'ho portato quando ero piccolo. Ed è insopportabile, soprattutto quando ti viene il prurito e non puoi grattarti. >>
Annuisco, << È vero! È odioso. >>
Rido per non piangere.
Restiamo in silenzio per qualche minuto, seduti uno accanto all'altro,
<< Cosa ti sei fatto? >> Chiedo.
<< È...? >>
<< Quando eri piccolo, perché hai portato il gesso? Cosa ti è successo? >>
Si assenta, come se fosse tornato a quel momento.
<< La mia sorellina, Claire, stava per essere investita. >>
Spalanco gli occhi e mi porto le mani alla bocca, << Quel giorno faceva i capricci, non voleva andare a scuola, quando si è fermata giusto al centro della strada. Una macchina è sbucata dal nulla, andava a velocità elevata, e quando l'ho vista andare verso mia sorella e non rallentare, mi sono precipitato sulla strada e mi sono buttato a terra con mia sorella per evitare di essere investiti.
Sono stato portato al pronto soccorso perché mi faceva molto male il braccio.
Era fratturato. >> Ascolto interessata il suo racconto.
<< Quanti anni avevi, eri molto piccolo? >> Chiedo.
<< Avevo otto anni. >> Spalanco gli occhi, << Otto anni? >> Dico sorpresa, e lui annuisce. << Eri già molto responsabile per essere un bambino di otto anni. >> Annuisce.
<< Ero il fratello maggiore, e dovevo proteggere la mia sorellina. Non mi è mai pesato questo... >> Dice fiero.
I suoi genitori devono essere davvero molto fieri di lui, lo sarei anche io se avessi un figlio come lui.
<< Tua sorella è molto fortunata. >> Dico.
<< Le voglio un gran bene, siamo molto legati, e quando siamo lontani mi manca. Spesso viene qui a trovarmi con il ragazzo, te la presenterò un giorno. >>
Annuisco con un sorriso stampato sulle labbra, << Con piacere. >>
Quando sto per entrare in aula, improvvisamente mi torna in mente Mark.
Mi rabbuio, poi mi faccio coraggio ed entro. Guardo il posto vuoto di Mark, e una fitta al cuore mi toglie il respiro.
<< Signorina Foster. Prego si accomodi, vuole una mano? Come si sente? Sta bene? >> Rimango sbigottita.
<< Si, grazie. Sto bene, e no. Ce la faccio... >> Rifiuto l'aiuto. Detesto essere aiutata.
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Amore Che Tende A Infinito{COMPLETA}
RomanceEmily, 19 anni. Ha sempre vissuto a Orlando, Florida. Ma dopo l'estate partirà per il College, a Cambridge. È emozionata, e non vede l'ora di partire, ma è anche triste perché dovrà lasciare la sua famiglia e i suoi amici... L'estate è iniziata all...