<< Oddio che mal di testa. >> Si massaggia le tempie.
<< Ci credo... Questa notte quando sei arrivata, eri ubriaca fradicia... >>
<< Emily! Non urlare! La testa mi scoppia! >>
Alzo le mani, << Cat sei tu quella che sta urlando, non io... >> Ridacchio.
Mi faccio seria, << Cat, posso chiederti una cosa? >> Dico rivolgendomi alla mia amica, che si sta massaggiando ancora le tempie.
Annuisce e fa una smorfia di dolore,
<< Cosa? Spero non sia nulla di complicato perché non ho la testa per pensare. >>
<< Ieri, quando Maggie ti ha messo a letto, hai detto qualcosa... >> Mi interrompo.
S'irrigidisce, si guarda intorno. Ha paura di qualcosa? Di qualcuno?
<< Cosa? >> Chiede irrequieta. Mi incita a continuare e a raccontarle tutto.
<< Ieri sussurravi: perché quel bullo non la finisce di picchiarlo? >> Cat spalanca gli occhi, << Cosa? Davvero? >> Fa una risata nervosa.
Incrocia le braccia al petto e comincia a camminare avanti e indietro per tutta la stanza.
<< Cat fermati! >> Si porta le mani alla testa, chiude gli occhi, << Non urlare! >>
<< Scusa... >> Dico facendo spallucce.
<< Allora mi sai dire perché hai detto quello che hai detto? >>
Si agita, scuote la testa. << Niente. Non è niente. >> Dice, ma il suo tono di voce la tradisce.
<< Cat... >> Insisto.
Si rabbuia, allora facendo attenzione, mi alzo dal letto e saltello sul piede non ingessato e vado a sedermi accanto a lei. Le porto un braccio dietro le spalle.
<< Puoi parlare con me. >> Una lacrima le scende sul viso, annuisce. Si asciuga la lacrima e tira su col naso,
<< Quando avevo dodici anni... Avevo un migliore amico, il migliore del mondo. >> Singhiozza.
Le carezzo la schiena affettuosamente.
Perché dice "avevo"?
<< Nella nostra scuola c'era un gruppo di ragazzi, erano bulli, i peggiori di tutta la scuola. Odiavano a morte il mio amico Jack. >>
Chiedo il perché e lei mi dice perché al suo amico non piacevano le donne.
Per loro non dovevano esistere persone del genere.
<< Lo hanno massacrato di botte: lo hanno preso a bastonate. Davanti a me! >> Scoppia a piangere.
L'abbraccio forte per consolarla e alleviarle il dolore, anche se è impossibile.
<< Non ho potuto fare niente! Non ho potuto difendere il mio migliore amico! Quegli stronzi mi tenevano ferma e mi costringevano a vedere Jack mentre veniva picchiato a sangue.
Ci hanno lasciati lì, e Jack era steso a terra sanguinante; volevo chiamare i soccorsi, ma me lo ha impedito, sapeva che stava per morire, sapeva che i soccorsi non sarebbero arrivati in tempo perché lui sarebbe morto prima...
Io gli sono stata accanto per tutto il tempo, fino a quando il suo cuore non ha smesso di battere e non ha esalato l'ultimo respiro.
<< "Chiama aiuto solo quando tutto sarà finito. Sono stanco di soffrire, di subire le cattiverie dagli altri, voglio andarmene da questo mondo." Questa era la volontà del mio migliore amico, e io ho fatto come voleva. >> Piange tra le mie braccia.
Si asciuga le lacrime con il palmo della mano, << Solo dopo il suo funerale, e i giorni seguenti... >> Singhiozza. Le si strozza la voce. Non riesce a parlare.
<< Cat, se non ce la fai, non sei costretta a continuare. >>
Scuote la testa, << Solo quando ho iniziato a sentire la sua mancanza, mi sono resa conto del grosso errore che avevo fatto. Il mio migliore amico poteva essere soccorso, poteva essere salvato, ma io non ho fatto niente. >>
Le massaggio la schiena affettuosamente, cerco di consolarla.
<< Ieri ho visto dei bulli che picchiavano un ragazzino, non ci ho visto più. Mi sono buttata a capofitto su quei pezzi di merda, volevano picchiare anche me, ma per fortuna c'era Ash.
Abbiamo aiutato il ragazzo e lo abbiamo riaccompagnato a casa. >> Spiega con voce tremante. Prova così tanta rabbia... Le si legge in faccia.
<< E dopo? Perché eri ubriaca? >> Chiedo.
Si guarda le mani nervosamente.
<< Ero scossa, ho raccontato tutto ad Ash. Quello che è successo con Jack, poi mi ha riaccompagnata qui, ma non riuscivo a stare tranquilla, avevo bisogno di rilassarmi, così sono uscita e sono entrata nel primo bar che mi sono trovata davanti. >>
Sospiro, perché le persone hanno questo brutto vizio di affogare le proprie pene e i propri dispiaceri nell'alcol.
<< Cat, stavi malissimo, potevi sentirti male, lo sai? >> La rimprovero.
<< Lo so. Ti prego, non dire niente ad Ash o si arrabbierà molto con me... >> Mi prega. Non farei mai una cosa del genere, io non sono un'impicciona.
Scuoto la testa e le assicuro che non dirò niente e terrò la bocca chiusa, ciò che è stato detto in queste quattro mura, rimarrà in queste quattro mura.
<< Grazie Emily! >> Mi abbraccia forte e piange.
Deve essere stato davvero brutto perdere una persona cara, io lo so. L'ho provato sulla mia pelle.
Quando è morto mio padre mi è crollato il mondo addosso, credevo che la mia vita ormai non avesse più senso, ma poi poco a poco mi sono ripresa, e adesso sono felice. Anche se mi mancherà sempre...
<< Andrà bene. Anche questa volta passerà. >> Dice a se' stessa.
<< Non ho voglia di andare a lezione, ho bisogno di camminare e pensare... >>
Annuisco. << Allora ti lascio sola. Io vado a prepararmi o farò tardi. >> Annuisce e mi affretto a prepararmi, poi vado a lezione.
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Amore Che Tende A Infinito{COMPLETA}
RomanceEmily, 19 anni. Ha sempre vissuto a Orlando, Florida. Ma dopo l'estate partirà per il College, a Cambridge. È emozionata, e non vede l'ora di partire, ma è anche triste perché dovrà lasciare la sua famiglia e i suoi amici... L'estate è iniziata all...