Ma com'era possibile che nella mia vita le buone notizie fossero così scarse?
-Hai deciso cosa fare?- domandò mio padre interrompendo la mia autocommiserazione.
-Credi anche che ci sia una decisione da premdere? Non farò uccidere mia madre.- dissi offesa.
Come poteva anche solo pensare che avrei preso in considerazione l'opzione di uccidere Freya.
-Scrivi ad Arish e dille di far cambiare idea a mia madre.- dissi poi.
Freya aveva commesso molti sbagli nella sua vita ma non era una donna cattiva, c'era sicuramente un motivo per il quale stesse aiutando Cole.
Lucifero segui alla lettera ciò che gli dissi di fare.
Iniziò a scrivere la lettera ed io mi feci un giro per l'Inferno. Tutti gli esseri soprannaturali che prima svolazzavano in ogni dove ora non c'erano più, le uniche a farmi compagnia erano le anime dannate che mio padre aveva rinchiuso qui per i loro peccati.Le urla si udivano migliaia di distanza.
Mai avrei pensato di poter fare un dolore altrui mio, era come se potessi sentire il loro terrore propagarsi nel mio corpo.
Disperazione.
Rassegnazione.
Paura.Queste erano le emozioni che riuscivo a captare , avevano perso ogni barlume di speranza e a volte mi sentivo anch'io così, persa, come se non ci fosse nulla a potermi salvare, i miei problemi, le mie paure, erano tutte lì per ricordarmi che mai mi avrebbero lasciata.
Presi un respiro profondo e decisi di andare a far visita a quelle anime così sole, scesi scalino per scalino, ognuno di questi mi rendeva un passo più vicina a quel rumore assordante provocato dalle urla.
Ovviamente delle guardie non vi era alcuna traccia, le anime avevano l'opportunità di provare a fuggire ma nessuna di loro tentava, forse si erano arresi, forse si erano lasciati a quel dolore che mai li avrebbe abbandonati.
Camminai avanti e indietro, gardai ognuno di loro negli occhi sperando di trovare qualcuno pronto a riemergere ma l'unica cosa che vedi fu la malinconia dell'essere preda di una scelta sbagliata, una scelta che aveva obbligato loro passare l'intera eternità qui a soffrire.
Era uscita fuori dal castello per prendere un po' d'aria ma mi sono ritrovata a commiserarmi più di quanto io già ero lo stessi facendo, forse era il caso di tornare indietro, avevo delle cose da risolvere e dovevo impegnarmi nel farlo.
Così feci, tornai da mio padre e trovai la lettera che aveva scritto poggiata sul tavolo.
Lui era seduto su una sedia poco distante, senza chiederglielo e senza leggerla spedii la lettera a mia madre.-Appena sapremo qualcosa potremmo tornare a caccia.- disse Lucifero con un tono di felicità nella voce.
Purtroppo per lui io non ricambiavo la sua stessa gioia, al contrario di come molti potessero pensare non mi era mai piaciuto uccidere, essere la figlia del diavolo non voleva dire essere cattiva, insomma si, lui è nato per uccidere, la sua storia è piena di dolore e sofferenze ma con il tempo ho imparato che non sempre le storie raccontano tutta la verità.
Anch'io quando lo vidi per la prima volta pensai che fosse l'essere più spregevole su questo pianeta ma per mia fortuna ho imparato a mie spese che mio padre non era il cattivo.
Ognuno di noi può essere l'antagonista di qualche libro ma ricordatevi che dipende sempre da chi racconta la storia.
-So che è difficile Lamìa, ma è ciò che bisogna fare.- disse lui cercando di incoraggiarmi.
-È facile per te, tu sei Lucifero!- Rispondi senza pensare a ciò che dicessi.
-Essere il Diavolo non vuol dire essere cattivi. Sai benissimo che i miei fratelli mi hanno sempre disprezzato per ciò che ero, non come Diavolo, come Angelo. L'abito non fa il monaco.- disse lui.
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The Three L
FantasyBlair, 17 anni, è una splendida ragazza dai capelli bianchi, lunghi, lisci e gli occhi del medesimo colore che facevano invidia al mondo. La protagonista, a causa dei lunghi viaggi lavorativi dei suoi genitori è costretta a vivere a Sheffield con il...