20

630 17 1
                                    

Arrivai davanti ad una porta in legno bianco con ornamenti in oro, il pomello dorato brillava come la luna in piena notte.

Avvicinai la mano e delicatamente bussai per tre volte consecutive, al mio tocco il legno emettè un suono.

Sentii una donna che con dei tacchi alti stava camminando verso di me, la porta venne aperta da una ragazza dai capelli castani, aveva un sorriso accogliente ma i suoi occhi mi stavano visibilmente squadrando da capo a piedi. Fece un passo indietro per farmi passare ed io avanzai verso l'interno di quella stanza, la ragazza continuava a sorridermi e ad ogni mio passo ne seguiva uno suo.

Csaba non mi degnò neanche di uno sguardo, era indaffarata a scrivere su delle scartoffie.

Mi sedetti su una delle sedie poste di fronte alla sua scrivania in legno di Cedro, non si accorse della mia presenza così feci un colpo di tosse per attirare la sua attenzione e ci riuscii.

Appena i suoi occhi incrociarono i miei incontrai di nuovo quel colore azzurro cristallino, i miei pensieri andarono subito al primo giorno in cui misi piede in questa scuola.
Sentii nuovamente le iridi bruciare, era evidente che se non fossi riuscita a controllare i miei sentimenti mi sarei sicuramente trasformata di nuovo in Demone e sinceramente questa volta avrei preferito evitare quella dolorosa trasformazione che mi avrebbe sopraffatta.

Iniziai a calmare il mio respiro e, chiudendo gli occhi, mi ricordai quello che diceva di mio nonno ogni volta che qualcosa andava male..."andrà tutto bene".

Cercai di convincere la ragazza di prima a lasciarmi sola con Csaba e dopo cinque minuti di insistenza acconsentii.

Aspettai che la porta si chiudesse e sospirai leggermente.

-Allora Lamìa, come posso esserti d'aiuto?- chiese ed io mi accorsi che ancora non avevo pensato cosa domandarle.

Ero andata lì per ricevere risposte a domande incerte, ero molto confusa così mi alzai ed andai verso la porta con l'ovvio intento di andarmene, ma mentre la mia mano toccò il pomello mi ricordai che la vecchia Blair non si sarebbe mai comportata così. La vecchia me non scappava dai problemi. Li affrontava.
Sono sempre stata forte ed indipendente, non cercavo mai aiuto da altre persone a meno che non ne avessi un estremo bisogno, mentre adesso appena ho avuto bisogno di un piccolo aiuto sono corsa da Csaba.

Avevo una scelta da fare, uscire ed iniziare a fare ricerche da sola, con l'incertezza di riuscire a scoprire qualcosa, oppure tornare da Csaba e mettere da parte l'orgoglio chiedendole qualcosa su mio nonno o sulla mia famiglia.

Ero indecisa.
Sapevo dove cercare, ma avevo paura delle risposte.

Dopo un lasso di tempo che sembrò infinito mi voltai nuovamente verso di lei e dissi

-In questo momento non ho bisogno della tua conoscenza, evidentemente mi sono sbagliata, se in futuro avrò necessità del tuo aiuto non esiterò a chiedertelo.- sorrise.

Ci salutammo ed uscii.

02:03
Il mio sguardo cadde dritto sull'orologio appeso al muro alla mia sinistra.
Il tempo era volato.

Andai verso il dormitorio ed al contrario di come mi aspettassi Will non c'era, preoccupata andai nel suo dormitorio di corsa e non sentendo alcun rumore entrai.

Sentendo l'acqua della doccia scorrere mi tranquillizzai ed avvicinandomi alla porta dissi: -Will sono io, pensavo fossi a letto, ma non avendoti trovato sono venuta qui.-

Non ricevetti risposta così andai in cucina, aprii il frigorifero e cacciai una bottiglia di tequila, la versai in un bicchiere e feci un piccolo sorso.

Era da parecchio tempo che non ne bevevo un po' ma il sapore rimaneva inconfondibile.

Con il dito medio sfiorai il contorno del bicchiere, era un vizio che acquisii all'età di undici anni, era un gioco tra me ed il nonno, ogni volta che ero triste lui creava una melodia poggiando il dito sul bicchiere proprio come stavo facendo io.

Ero talmente assortita dai miei pensieri che non sentii il getto della doccia spegnersi. Le sue braccia si avvinghiarono al mio busto e poggiò il mento sulla mia spalla. Il suo respiro caldo pervase il mio corpo, allungai la mia mano sinistra all'indietro in modo da poter toccare il suo volto esile e al tempo stesso mascolino.

Ero così stanca e quell'abbraccio mi fece riempire di gioia. Di colpo la porta d'ingresso sbattè violentemente e voltandomi vidi Will.

Ma se lui era appena entrato, chi mi stava abbracciando?

________________
20 Maggio 2019, 20:01
So che non ho pubblicato per
parecchi giorni e sinceramente
mi dispiace dato che tengo
particolarmente a questa storia,
Da domani cercherò di pubblicare
regolarmente.🌻

The Three LDove le storie prendono vita. Scoprilo ora