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Quando lo vidi i miei occhi iniziarono a bruciare e le lacrime a scendere.

Andrew mi stava sorridendo.

Senza dubbio gli saltai addosso stringendolo in un abbraccio così forte che se fosse stato umano l'avrei sicuramente ferito. Le mie dita toccavano la sua pelle che non era più calda come un tempo.

Ero così felice di vederlo, ma com'era possibile?

Mi staccai dall'abbraccio ed unimmo le nostre labbra in un bacio appassionato, mai ci eravamo baciati così. Mi era mancato così tanto.
Dopo essermi goduta quel momento mi allontanai leggermente da lui e dissi: -Come fai ad essere qui? Tu eri...-

-Morto.- concluse lui.

-Già.- sussurrai sorridendo.

-Poi ti spiego tutto, ma prima saluta la tua famiglia, ho saputo che sei mancata per un po' a casa.- disse facendomi l'occhiolino per poi spostarsi.

Dietro di lui c'era Arish, la sua pelle era più pallida del solito ed era palesemente dimagrita, i suoi occhi erano lucidi e la sua sorpresa nel vedermi fu alquanto strana, non mi sarei mai aspettata una reazione del genere. Dovevo ancora abituarmi al fatto che ero sua figlia. Si avvicinò a me e con la mano mi accarezzò la guancia, inevitabilmente socchiusi gli occhi al suo tocco.


-Mi sei mancata così tanto piccola mia.- disse

-Mi sei mancata anche tu.- dissi sorridendo.

L'abbracciai e sentii le sue mani stringere la presa sulla mia schiena, finalmente potevo dire di aver riassaporato il famoso calore materno.

Salutai anche Zakarìa ma con un po' più di freddezza, eravamo ancora abituati ad essere solo cugini o compagni di scuola, insomma, qualsiasi cosa ma non fratelli.

-Sethìa, dov'è Lucifero?- chiesi.

Mio fratello fece cenno con la testa verso il suo ufficio e, lanciando uno sguardo ad Andrew, mi incamminai verso quella porta che mai avevo così tanto temuto prima d'ora. Avevo paura, soprattutto a causa dei trascorsi nel mondo parallelo. Bussai cercando di fare più rumore possibile ma non ricevetti risposta, quindi senza permesso aprii la porta.

-Non ho detto che potevi entrare.- disse Lucifero senza guardarmi negli occhi.

Non riuscivo a parlare, ogni mia parte del corpo era bloccata. La sua scrivania era piena di bottiglie vuote di bourbon, di solito lo beveva quando era pensieroso e quindi potevo immaginare che questa volta lo era parecchio.
N

on ricevendo risposta alzò lo sguardo e quando i suoi occhi incrociarono i miei rimase immobilizzato, forse stupito, nel vedermi.


-Papà...- sussurrai con un nodo in gola e gli occhi pieni di lacrime.

-Lamìa!- esclamò lui felice e con la voce tremolante.

Si alzò dalla sedia e venne verso di me, aveva gli occhi lucidi e, incredulo, mi abbracciò come mai aveva fatto prima d'ora. Gli ero davvero mancata!
Ricambiai l'abbraccio con il quale cercai di dimostrargli tutto l'affetto che provavo nei suoi confronti.

-Come fai ad essere qui?- chiese staccandosi dall'abbraccio.

-Lunga storia, te la racconto insieme agli altri se ti va.- proposi sorridendo.

Lui annuì ed insieme andammo dal resto della mia famiglia ed Andrew. Raccontai tutto ciò che mi era successo nel mondo parallelo, compreso l'ingresso finale nell'ufficio, Lucifero non dava cenni di preoccupazione e ciò poteva voler dire che non sospettava che io avessi i file che teneva gelosamente custoditi sul suo computer.


Volevo aprire quell'argomento ma decisi di non cacciare questo discorso, volevo godermi questo attimo di pace.


Andrew venne verso di me e mi sussurrò all'orecchio: -Possiamo parlare in privato?-

Annuii ma l'ansia iniziò a manifestarsi, chissà cosa mi dovrà dire adesso, spero nulla di preoccupante.


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16 Maggio 2020, 05:27
Scusate se questo capitolo si
è fatto attendere, ma non sapevo
se far tornare Andrew sarebbe
stata una buona idea.
Vi ringrazio ancora, mi fa piacere
che questa storia vi stia piacendo.
Buona lettura🌿

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