-Brandon ti prego, dimmi che sta scherzando.- dissi cercando di trattenere le lacrime.
Lasciai il collo di Grace e appena si sentì libera disse: -È il caso che io me ne vada.-
Nessuno di noi due la calcolò, lei chiuse la porta e Brandon ne approfittò.
-Lamìa...- disse venendo verso di me.
-Non mi toccare.- dissi evitando la mano che aveva tentato di avvicinarsi.
-Mi dispiace.- sussurrò guardandomi.
-Quindi è vero...- dissi arrendendomi alle parole della rossa.
-Tre mesi fa Grace mi ha contattato a causa di un favore che le dovevo e non potevo dirle di no, qualsiasi cosa mi avesse chiesto di fare io dovevo essere pronto ad eseguirla. Mi disse di dovermi avvicinare a te per poi spezzarti il cuore, il suo scopo era farti soffrire ma con il passare del tempo ho iniziato a provare qualcosa per te.- disse lui cercando di non sembrare uno stronzo, tentativo andato in fumo ovviamente.
-Mi hai mentito? Hai davvero fatto questo?- chiesi ormai con gli occhi pieni di lacrime.
-Non avevo scelta.- disse cercando di giustificarsi.
-Si ha sempre una scelta.- risposi asciugandomi l'unica lacrima a cui avevo dato il permesso di cadere.
Non era possibile, sapeva chi ero fin dall'inizio, sapeva come potersi comportare affinchè iniziasse a piacermi, sapeva tutto.
Iniziai a confrontarmi con la realtà ed ormai l'unica emozione che riuscivo a provare era la rabbia. Eccola qui, di nuovo quella sensazione di irrimediabile furia. Iniziai a sentire tutto il mio corpo caldo, il mio sangue sembrava bollire e i miei occhi bruciavano, quella sensazione mi piaceva.
-Lamìa, che ti succede?- domandò il ragazzo.
Non risposi, sentivo la sua voce come se fosse un sussurro e tutto intorno a me perse colore. Persi il condrollo del mio corpo che, con una mano, mi fece ribaltare il tavolo accanto a me, il centro tavola, il vaso con delle bellissime rose ancora chiuse, tutto ciò che adornava quel pezzo di legno con quattro gambe cadde a terra facendo finire in pezzi tutto ciò che di fragile vi era.
Sentivo la rabbia crescere, ancora e ancora.
Ad ogni passo che facevo sentivo la terra tremare.
La sensazione di potere scorreva nelle mie vene, nient'altro mi avrebbe mai resa così tanto felice allo stesso modo.Mi avvicinai a Brandon sorridendogli.
-Non ti farei mai del male.- disse lui indietreggiando.
-Io si.- dissi alzandolo dal collo.
Ormai avevo un mio modo di torturare e, prendere per il collo le mie vittime era diventata la mia firma.
Lui cercò di liberarsi usando tutta la sua forza che su di me non funzionava, ero più potente di lui e la mia furia accentuava ogni mio potere, provavo troppa rabbia, dovevo sfogarmi in qualche modo ma venni sopraffatta da tutto ciò che stessi provando ed involontariamente gli spezzai il collo.
Non capivo come ma riuscii a non sentirmi in colpa, l'amore che provare per lui era come svanito.
Ero così delusa da quella sua morte rapida, non era stata gratificante, così andai a cercare Grace. Mi ero stufata di stare ai suoi giochi o di esserne vittima.
Usai un incantesimo di localizzazione e la trovai subito, si trovava in cortile, andai da lei percorrendo i corridoi con tutti gli occhi puntati addosso, questa volta non era per l'ammirazione ma per il terrore. I miei occhi neri non lasciavano spazio a nessun tipo di emozione, ero diventata la figlia di mio padre, l'essere che tutti temevano.
Arrivai in giardino ed i miei occhi caddero proprio su di lei, era circondata da molti ragazzi che però, appena mi videro, si allontanarono da noi.
Eravamo una di fronte all'altra.
Il sorriso divertito che aveva sparì e diventò seria, non era spaventata, sembrava per lo più preoccupata.-Ora non sorridi più?- chiesi ridendo avvicinandomi a lei.
-Cosa vuoi?- domandò Grace indietreggiando lentamente.
-Che tu sparisca dalla mia vita o forse dal mondo intero.- risposi avanzando ancora.
Alzai la mano destra e con i miei poteri la feci sbattere contro uno degli alberi più vicino, sentii l'albero soffrire a quell'urto ma non potevo occuparmene adesso.
La raggiunsi e le tirai i capelli facendo arrivare la sua testa al mio livello.
-Se ti vedo un'altra volta in questa scuola ti strappo la lingua, gli occhi e poi tutto il resto del corpo fin quando di te non ne sarà rimasto neanche il ricordo.- la minacciai io.
-Pensi di farmi paura?- disse coraggiosamente lei con il sangue che le colava dalla bocca.
-Si.- risposi andandomene.
-Pensi male.- disse Grace una volta che io le avessi dato le spalle.
Non mi voltai, alzai un dito e la ragazza iniziò a prendere fuoco, le sue urla erano l'unico suono che riuscivo a udire, non mi sentivo in colpa, ero felice, finalmente avevo avuto la mia vendetta.
Feci spegnere le fiamme e la ragazza, ormai piena di ustioni, non faceva altro se non piangere, mi voltai di nuovo verso di lei e le dissi un'ultima volta: -Sparisci.-
Prima di andarmene curai quell'albero che avevo urtato, ero arrabbiata ma riuscivo comunque a percepire il mio contatto con la natura.
Uscii da scuola e mi incamminai verso l'Inferno, volando mi specchiai in un lago, amavo il modo in cui riuscivo a trasformarmi senza accorgermene, ammiravo ciò che la natura fosse riuscita a creare.
Sentii la rabbia svanire lentamente ma una nuova sensazione prese il sopravvento, non so cosa fosse, sentivo solo che le mie emozioni mi stavano abbandonando, diventai fredda e tutto intorno a me prede un altro colore, i colori accesi diventarono scuri, gli uccellini che cantavano avevano deciso di fare silenzio ed iniziai a sentirmi...vuota.Una volta arrivata negli Inferi mi feci spazio tra i Demoni, Vampiri e tutti i mostri presenti mi fissavano, feci finta di niente e senza voltarmi proseguii.
-Lamìa, che ci fai qui?- mi domandò mio padre che già avevo visto in lontananza.
-Reclamo il mio trono.- risposi seria.
Andai verso il trono di Lucifero ma lui mi fermò.
-Non è quello il tuo.-
-E allora dov'è il mio?- domandai.
-Lì.- disse indicandomi il nulla.
-Mi prendi in giro?- chiesi furiosa.
-Aspetta.- rispose lui guardandomi con fare superiore. -Aspettavo questo momento da una vita.- continuò poi cercando di non far trapelare il suo entusiasmo.
Sentii la terra tremare e una crepa partì dai nostri piedi per finire vicino al trono di mio padre, gli esseri intorno a noi si inchinarono e le fiamme circostanti diventarono più vivaci.
Tutto sembrava più...vivo.
Sorrisi a quello spettacolo ma mai mi aspettai ciò che accadde dopo, dal suolo uscii un altro trono completamente in pietra rossa. Il mio trono.
-Niente più revisione ogni sei mesi. Iniziamo oggi.- dissi decisa guardando mio padre dritto negli occhi.
Avevo bisogno di cambiare e per farlo non potevo aspettare un giorno di più.
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4 Aprile 2021, 11:42
Buona Pasqua!🐣
Nuovo capitolo!
Buona lettura...💝
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The Three L
FantasyBlair, 17 anni, è una splendida ragazza dai capelli bianchi, lunghi, lisci e gli occhi del medesimo colore che facevano invidia al mondo. La protagonista, a causa dei lunghi viaggi lavorativi dei suoi genitori è costretta a vivere a Sheffield con il...