-Qualcosa non va? Non ti piace?- mi domandò Brandon.
-Oh no, è tutto ok.- risposi io accomodandomi sulla stessa sedia di dieci mesi fa.
Cercai di sorridere il più spontaneamente possibile.
Brandon si sedette di fronte a me proprio dove stava Will. Cercai di godermi il pranzo senza pensare al passato ma dovevo ammettere che era molto difficile, rivivere lo stesso momento, lo stesso luogo, con un'altra persona faceva un certo effetto.
Durante il pranzo non dissi molte parole, continuavo a pensare a Will. Quando mi portò qui mi spiegò che c'erano altri tavoli oltre a questo ma c'era un trucco, erano tutti invisibili agli occhi altrui, gli unici che potevano vederli erano i camerieri e chiunque altro vi lavorasse.
-Come mai sei così silenziosa?- chiese Brandon interrompendo quel silenzio così teso.
-Stavo solo pensando alla scuola.- risposi.
Non volevo mentirgli ma non volevo che lui passasse tutto il pranzo a pensare che mi aveva portata nello stesso luogo il cui cenai con Will per la prima volta.
-E da quanto ti preoccupi così tanto della scuola?-
-Da quando sono indietro con il programma.- risposi mangiando il piatto che ci avevano portato.
-Sai che non esiste la bocciatura nella nostra scuola!?- disse lui.
-Certo, ma non ho comunque partecipato alle lezioni, non so la minima cosa.- dissi un po' dispiaciuta.
Alla fine era vero, avevo bisogno di recuperare.
-Sai, molti dei miei amici sono in quella scuola da secoli solo perché non voglio lasciare tutto ciò che hanno vissuto lì. Ogni anno vengono promossi, ogni dieci anni riniziano la scuola da capo e nonostante questo tornano ogni volta.- raccontò Brandon facendo sembrare la mia lamentela ancora più sensata.
C'è gente che vive per quella scuola!
-Mi ero dimenticata che la nostra scuola durasse dieci anni...- dissi mettendomi una mano sul volto.
-Beh, c'è tanta storia da imparare.- rispose lui accennando un sorriso.
Mi sbagliavo, non stavo rivivendo lo stesso momento, con Brandon era diverso, lui era letteralmente un'altra persona, non sarebbe mai potuta essere la stessa cosa.
Mi aveva fatto tornare il sorriso.
Ogni volta che passavo del tempo con lui mi faceva rendere conto di quanto fantastico fosse.Pranzammo per quasi due ore, le portate erano parecchie ed il mio stomaco era sempre più sazio, non so neanche io come facessi a mangiare tutte quelle cose, ma chi se ne importa, ne era valsa la pensa.
Dovevo ammetterlo, non è che non pensassi più a Will, tutt'altro, ogni tanto mi perdevo in qualche piccolo particolare che mi ricordava quella sera e quasi tutte le volte che sfioravo il tavolo o le posate mi tornava in mente il sorriso di Will che tanto amavo. Era dura andare avanti, l'amore che provavo per lui non sarebbe mai svanito e dovevo accettarlo, dovevo andare avanti si ma ciò non voleva dire che dovessi dimenticarlo.
Finimmo di cenare e Brandon mi convinse a lasciargli pagare il conto, mentre stavamo camminando verso la macchina lui disse: -Non so cosa ti stia turbando, ma sai che puoi parlarmene.-
Non risposi, rientrammo silenziosamente macchina ed andammo verso il portale.
-Grazie per oggi.- dissi dal nulla.
Lui non rispose, si limitò a sorridere.
-Eccoci arrivati.- disse parcheggiando l'auto vicino alla spiaggia.
Stavamo camminando quando, una volta arrivati sulla sabbia, i miei tacchi sprofondarono.
-Diavolo!- sussurrai infastidita.
Mi tolsi le scarpe e le presi in mano.
Questa scena di me in difficoltà aveva fatto ridere Brandon e di conseguenza anche me.-Si prendimi pure in giro, ci farei stare te con i tacchi sulla sabbia.- dissi continuando a ridere.
-Di certo stanno meglio a te.- rispose lui per poi correre verso di me.
-Che fai?- domandai senza neanche ricevere una risposta.
Mi prese in braccio e andò verso il portale.
-Mettimi giù.- dissi io tra una risata e l'altra mentre gli davo dei piccoli colpetti sulla schiena.
-Mi stai solo facendo il solletico.- disse accennando un sorriso.
Smisi di muovermi e sorrisi, mi aggrappai a lui anche se, grazie alla sua salda persa, non c'è n'era bisogno. Posò i suoi occhi su di me e quasi ne fui imbarazzata, sentii le mie guance arrossire così spostai lo sguardo. Lo vidi sorridere.
Una volta arrivati mi posò a terra, avevamo i nostri petti che si sfioravano, i nostri sguardi di erano incrociati, sentii una sensazione simile a quella che veniva definita "farfalle nello stomaco", mi avvicinai leggermente al suo viso ma lui spostò lo sguardo dietro di me e disse sorpreso: -Padre.-
Mi voltai di scatto e trovai Dracula di fronte a noi.
-Brandon, dove sei stato?- chiese suo padre squadrandomi da capo a piedi. -Oh, principessa Lamìa, che piacere rivederti!- esclamò appena mi riconobbe.
Questo era l'uomo che Brandon più temeva eppure all'apparenza pareva tanto cordiale.
Sorrisi e lo salutai a mia volta.Vidi Brandon diventare freddo e rigido.
-Sono stato un paio di giorni nel mondo degli umani con Lamìa.-
Non so perché ma il modo in cui il Conte gli avesse posto quella domanda mi aveva venire una sensazione di inadeguatezza.
-Mi fa piacere, perdonate la mia intromissione, passate una bella serata.- disse Dracula sorridendoci, chinò leggermente il capo e poi sparì nella tetra oscurità.
Tornammo a camminare, Brandon non disse una parola e dopo quello che era successo neanche io lo feci.
Ci stavamo dirigendo verso la scuola che, con mio stupore, era circondata da diversi esseri soprannaturali.
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29 Marzo 2021, 23:49
Nuovo capitolo!
Buona lettura...🦋
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The Three L
FantasyBlair, 17 anni, è una splendida ragazza dai capelli bianchi, lunghi, lisci e gli occhi del medesimo colore che facevano invidia al mondo. La protagonista, a causa dei lunghi viaggi lavorativi dei suoi genitori è costretta a vivere a Sheffield con il...