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1 mese dopo...
Ormai era più di un mese che frequentavo le lezioni ed ero anche diventata abbastanza brava con le magie, l'unica cosa che mi pesava era il dover bere sangue, come aveva detto Alison pian piano iniziai a sentirne il bisogno.

Era un po' che non vedevo più Will e con il passare del tempo iniziai a provare qualcosa per Ruben, non stavamo insieme ma ci frequentavamo.

Le lezioni erano state sospese a causa dell'assenza di molto professori, quindi avevamo la giornata libera. Era il giorno perfetto per presentargli i miei genitori.

Dopo un mese riuscii a perdonare entrambi i miei genitori ed oggi avrei chiesto loro dove fosse mia nonna, era un argomento delicato che ancora avevo avuto il coraggio di aprire.

Stavo andando verso il dormitorio di Ruben ma lo incontrai a metà strada.

-Dove stavi andando?- gli chiesi ridendo.

-E tu?- domandò dandomi un bacio sulle labbra.

-Andiamo a pranzare?- mi chiese ed io annuii.

Andammo nella sala da pranzo ed iniziammo a mangiare con gli altri Eredi.
Ormai ero affezionata ad ognuno di loro, soprattutto mio cugino Zakaria.

Era strano, ma la sua dolcezza era inestimabile.

-Andiamo.- dissi dopo aver finito di mangiare, presi per mano Ruben e lo trascinai fino al portale per poi oltrepassarlo.

15:02
I granelli di sabbia brillavano al sole e l'acqua si infrangeva sugli scogli creando uno spettacolo a dir poco straordinario.

Sentii la mano di Ruben stringere la mia, accennai un sorriso ed iniziammo a dirigerci verso la mia vecchia casa.

Quando riconobbi la strada che conduceva verso quella che una volta era casa mia mi iniziarono a tremare le gambe, ero emozionata e spaventata allo stesso tempo, non per Ruben, ma perché finalmente avrei saputo di più su mia nonna. Strinsi ancora di più la presa sulla mano di Ruben.

Senza accorgermene mi trovai davanti la porta di casa mia e con la mia mano tremante suonai il campanello. Ero palesemente agitata, ma appena mio nonno venne ad aprirci mi rilassai, il suo sguardo era molto confuso e pensieroso.

Lo abbracciai forte e lui non poté fare a meno che ricambiare.

Entrammo e dissi a Ruben di aspettare in soggiorno con mio nonno mentre io andavo a chiamare i miei genitori.

Salii in fretta le scale ed urlai: -Mamma, papà, sono arrivata!-

Appena finii la frase il volto di mia madre spuntò dalla porta della sua stanza da letto e mi accolse in un caloroso abbraccio.

-Devo presentarti una persona.- dissi felice.

-Scendo subito.- rispose lei condividendo il mio umore.

Sorrisi e raggiunsi di nuovo Ruben e mio nonno, poi mio padre si accomodò su uno dei posti liberi del divano.

Io ero seduta accanto a Ruben e mio nonno era andato a prendere qualcosa da mangiare in cucina.

Sentii mia madre scendere le scale, mi voltai e Ruben fece lo stesso, dopodiché vidi il volto di mia mamma pietrificarsi sotto i miei occhi.

Nella stanza piombò il silenzio.

Lentamente si avvicinò a Ruben ed accarezzando il suo volto disse: -Figlio mio...-

Una lacrima scese sul viso di entrambi.
Sentii le gambe cedermi e poi il gelo del pavimento.

Ruben era il mio fratello perduto?

Iniziai a piangere cercando di capire come io non mi sia accorta della loro somiglianza e senza chiedere spiegazioni scappai di casa con le lacrime che mi uscivano a cascate.

In qualche secondo mi trovai davanti al portale e senza pensarci ci entrai. Una volta varcato l'ingresso del mondo soprannaturale aprii gli occhi e mi sentii spaesata.

Andai dritta verso la scuola e, grazie alla mia velocità soprannaturale, arrivai in pochi secondi nel mio dormitorio lasciando dietro di me solo una scia di vento.

Mi stesi sul letto cercando di calmarmi ma ovviamente non ci riuscii, avevo bisogno di sfogarmi ma non sapevo come fare. Le lacrime non smettevano di uscire e rimane in casa mi avrebbe solo fatta stare peggio.

Mi alzai per fare un doccia, mi lavai e al contrario di come pensassi non mi calmò del tutto, così mi vestii ed appena aprii il cassetto dell'intimo mi ricordai di una cosa.

La lettera di Will.

La presi in mano ed iniziai a sentirmi triste al solo pensiero di averlo perso. Alla fine avevo avuto una reazione esagerata per tutto il tempo, colpa dei miei sentimenti amplificati, ma ciò non lo obbligava a baciare un'altra.
Non potevo dimenticare così facilmente.

L'unica cosa che non perdonavo a me stessa era il fatto di non avergli dato la possibilità di spiegarsi, così aprii la lettera in modo accurato cercando di non rovinarla, cacciai il foglio ed iniziai a leggere.

"Piccola mia, non avendo avuto modo di spiegarti come sia realmente andata ho pensato di scriverti questa lettera.
Ti ho tenuto nascosto il tuo DNA solo a causa della legge, appena nasciamo alcune delle creature soprannaturali più importanti ci hanno imposto queste regole, tra cui anche non avere alcun contatto con te, ma io non ho saputo resistere a tanta bellezza.
Colui che ha dettato queste leggi lo ha fatto per proteggerti, non posso dirti il nome, è giusto che sia la persona stessa ad ammetterlo, ha fatto di tutto per convincere i vecchi Eredi a farlo, ma questo è un'altra storia che ti spiegherò meglio un altro giorno.
Ti volevo chiedere scusa per averti tenuto nascosto il fatto di essere il principe dei Vampiri, non mi sono mai reputato tale, i miei genitori sono Re e Regina e volevano un figlio che in futuro prendesse il loro posto, il resto già lo sai. Sono stato uno stronzo, ho ferito i tuoi sentimenti baciando un'altra, lei non significava nulla per me, ma quando ho visto Ruben entrare nel tuo dormitorio ho temuto il peggio ed ho ferito te prima che tu potessi ferire me. Mi dispiace non essere stato sincero con te, ma sappi che ti aspetterò per sempre qualunque sia la tua decisione, se vuoi altre risposte o qualcos'altro probabilmente sarò nel mio dormitorio, altrimenti a quella che si è avvicinata di più ad essere casa nostra, in ogni caso io sarò lì ad aspettarti..."

-William Fitzgerald

Riuscivo a stento a crederci, non sapevo cosa fare, quelle parole mi avevano fatta sentire in colpa, ero stata così stupida a portare Ruben nel mio dormitorio per poi parlarci a malapena, era stato un gesto per farlo ingelosire e quella stupida mossa aveva causato tanti problemi. Dovevo parlarci.

Così presi la giacca ed andai a cercarlo, saltai la tappa del dormitorio dato che non si vedeva a scuola da tempo ormai, così mi recai verso l'hotel in cui avevamo vissuto per due giorni.
La porta era socchiusa, la aprii cercando di non far rumore ma la scena che trovai davanti ai miei occhi mi fece portare le mani alla bocca.

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08 Maggio 2019, 14:32
Avevo pensato progettato da
subito chi fosse suo fratello, solo
che scrivendo la storia mi ci ero
un po' affezionata, erano troppo
carini insieme, ma è così che
và la vita, non si ha sempre tutto
ciò che si vuole...🍃

The Three LDove le storie prendono vita. Scoprilo ora