Varcai la soglia della porta con timore, vidi che tutto il soggiorno era sottosopra.
La cucina era diventata priva della metà delle sedie, mentre l'altra metà era completamente distrutta, il tavolo era diviso in due e tutti gli oggetti che una volta erano riposti nei mobili ora erano sparsi a pezzi per tutta la stanza.
Non sentivo la presenza di mio nonno o dei miei genitori, l'unica cosa che percepivo era l'odore del sangue che riempiva le mie narici.
Sentii Ruben alle mie spalle e dal suo respiro affannato capii che aveva corso per raggiungermi.
Cercai di concentrarmi.
Sali le scale che ad ogni mio passo cigolavano.
Mio fratello camminava attaccato a me, anche lui sentiva l'odore di sangue essendo un Licantropo. Mi serviva il suo aiuto.Quella fragranza sembrava provenire dal bagno così andammo lì, la porta era aperta ed io rimasi immobile lì davanti. Avevo paura di sapere cosa ci fosse al suo interno, la mia mano era poggiata sulla maniglia ma non ebbi il coraggio di aprire quella porta. Ruben posò la sua mano sulla mia tentando di darmi la forza necessaria di cui avevo realmente bisogno ed insieme girammo il pomello.
Il mio cuore sembrò cessare di battere, mio nonno era sdraiato a terra a pancia in giù, la sua pelle era totalmente grigia. Mi buttai subito vicino a lui e lo capovolsi con la speranza di poterlo aiutare.
Lo girai e vidi che suo petto era perforato, il cuore non era più al suo posto...e subito capii il motivo per il quale non riuscivo a sentire la sua presenza in casa.
Qualcuno l'aveva ucciso ed io avrei scoperto chi fosse stato, anche se fosse stata l'ultima cosa che avrei fatto.
Iniziai a sentire di nuovo la rabbia salire ma poi il nulla...una tristezza mia provata entrò dentro il mio corpo e quasi pensai di morire dalla malinconia.
Sentii il mio cuore stringersi nel petto.
Ruben mi abbracciò da dietro ma io iniziai ad urlare, un grido di dolore, un grido soffocato dal pianto.
Mio nonno era l'uomo che mi aveva cresciuta, è grazie a lui se sono così e non potevo vivere senza di lui...io non potevo.
Mi allontanai da Ruben e presi mio nonno in braccio, sentivo il suo sangue gocciolare su tutto il mio corpo per poi finire sul pavimento.
Le lacrime si stavano facendo strada su tutto il mio viso ma non me ne preoccupai.
Percorsi nuovamente le scale con in braccio il cadavere di mio nonno e senza dire una parola uscii di casa. Camminai per trenta minuti senza una meta precisa.Ruben era rimasto a casa.
Durante il tragitto camminai ripensando a tutti i momenti passati con lui da quando ero piccola fino ad ora.
Il primo ricordo che mi venne in mente di quando a cinque anni mi ruppi un braccio cadendo dalla bicicletta, fu lui a portarmi in ospedale, ero così spaventata, volevo che mia mamma venisse da me ma lei non c'era, l'unico che stava lì con me era lui.
Per non parlare di quando a otto anni feci il compleanno e non si presentò nessuno, mio nonno mise la musica e prendendomi in braccio mi fece volteggiare centinaia di volte. Non dimenticherò mai quel giorno, ballammo in continuazione ed anche se il mio compleanno era privo di invitati lui mi fece divertire comunque.
Stavo ancora camminando e le lacrime scendevano a fiumi sul mio volto, non avevo mai provato un dolore così, era come se l'aria di colpo non ci fosse più.
Mi fermai.
Davanti a me trovai un enorme bosco ed un venticello leggero scompigliava i miei capelli.Sentii un sussurro nel mio orecchio che mi disse di addentrarmi in quel luogo, e così feci.
Passo dopo passo il canto di alcuni uccelli si fece sempre più forte e melodico, arrivai di fronte ad una grotta ed il mio istinto mi disse di entrare.
Strinsi la presa che avevo sul cadavere di mio nonno ed entrai. Era buio, così feci un incantesimo che illuminò l'area circostante.
Al contrario di come me l'aspettassi quella grotta era ricoperta d'erba e fiori ovunque e nell'aria c'era un forte profumo di gelsomino come quello che si sentiva ogni volta nella mia casa.
Erano dieci minuti che vagavo in quella caverna e finalmente vidi una luce provenire da una stradina che andava verso destra.
Non sapevo incontro a cosa stessi andando ma mi sembrava la cosa più giusta da fare.
Arrivata alla fine della strada vidi dei rampicanti che formavano una specie di porta, li sorpassai e di fronte a me trovai una giovane donna dai capelli neri e gli occhi color ghiaccio.
Sembrava...mia madre.
-Mamma, cosa ci fai qui?- dissi piangendo.
Lei fece dei piccoli passi verso di me e quando vide mio nonno morto scoppiò in un pianto assordante.
-Amore mio, mi dispiace, sapevo che sarebbe successo ma sai che le regole non mi permettevano di interagire.- disse tra un singhiozzo e l'altro.
Aveva detto amore mio?
-Nonna...- dissi a bassa voce.
Lei alzò lo sguardo e mi accarezzò la guancia.
-Blair, nipotina mia, sei diventata bellissima.- disse con un piccolo sorriso.
Una lacrima percorse il suo volto.
Riportò lo sguardo su mio nonno e lo prese in braccio, lo posizionò a terra tra vari fiori e foglie, alzò le mani verso il suo corpo e...
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12 Maggio 2019, 17:49
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The Three L
FantasyBlair, 17 anni, è una splendida ragazza dai capelli bianchi, lunghi, lisci e gli occhi del medesimo colore che facevano invidia al mondo. La protagonista, a causa dei lunghi viaggi lavorativi dei suoi genitori è costretta a vivere a Sheffield con il...