I notabili di Forlì, per la Messa di quella Pasqua, si erano divisi equamente tra la chiesa di San Girolamo e il Duomo, combattuti tra il seguire la Contessa nella prima o suo figlio Cesare nella seconda.
Erano incuriositi dal Riario, che, ora che si apprestava a prendere il suo posto a Pisa, avrebbe presenziato in forma attiva alle celebrazioni, salendo sull'altare assieme agli officianti. Però erano anche in ansia, nel chiedersi cosa la Tigre potesse gradire di più: essere seguita a San Girolamo o vedere il plauso della gente nei confronti del suo secondogenito.
Tanti sostenevano che, se non fosse stato per il giuramento che aveva fatto alla morte del suo primo marito, probabilmente anche lei sarebbe andata in Duomo. Quindi in molti avevano preferito andare lì e tra questi c'era anche Ottaviano Manfredi.
Lui e la Sforza si erano confrontati per un po' e avevano deciso che fosse meglio non mostrarsi assieme, almeno a Messa. Le voci su di loro, tutt'altro che infondate, erano ormai di dominio pubblico, a la Tigre cominciava a essere impensierita dai possibili pericoli connessi a quella mancanza di discrezione.
Temeva che qualcuno potesse colpire Manfredi per colpire lei e, anche se farsi vedere di rado assieme in pubblico era solo una blandissima misura precauzionale, preferiva provare a metterla in pratica.
"Alla fine Naldi ci sarà, a cena?" chiese la Contessa, parlando a voce molto bassa con Luffo Numai che, con la moglie Caterina Paolucci, era giusto nella fila dietro.
"Sì, mia signora – confermò lui, mentre i canti si facevano più forti, tanto da arrivare a spaventare un po' Giovannino, stretto al collo della sorella Bianca – e porterà anche sua moglie, come avete chiesto."
"Bene." sospirò la Leonessa.
Finita la Messa, alla rocca sarebbero arrivati un po' di ospiti. Non molti, in realtà, ma sufficienti a poter dichiarare quello organizzato da Bianca un vero e proprio ricevimento. La Sforza voleva usare quell'occasione per discutere alcuni affari di Stato con i suoi uomini di fiducia, approfittando del clima relativamente disteso di quella festività, ma aveva anche avuto attenzione a invitare un numero congruo di dame, per permettere ai presti di danzare e distrarsi un po'.
Stavano arrivando tempi bui, su questo non aveva alcun dubbio, e ci teneva che i suoi ci arrivassero il più pronti possibile. Rigenerarsi un po', almeno per una sera, era importante tanto quanto comprare le munizioni per i cannoni e il grano per la dispensa.
I suoi figli, eccezion fatta per Cesare, erano tutti accanto a lei. Alla sua sinistra c'era Bianca con in braccio Giovannino, che aveva rifiutato la balia, non appena aveva intuito di potersi accollare alla sorella. E dopo di lei c'era Sforzino, lo sguardo fisso verso l'altare, l'espressione seria. Nel vederlo così, in quel momento, a Caterina ricordava un po' suo zio Ludovico da ragazzino.
Alla sua destra, invece, vestito in modo sobrio, ma elegante, la schiena dritta come un fuso, c'era Galeazzo. Portava la spada al fianco e indossava una corazzina molto bella, decorata con la rosa d'oro dei Riario e il biscione sforzesco. Accanto a lui, poi, c'era Ottaviano. Il paragone tra loro, messi così uno vicino all'altro, era un dolore per la madre.
Da un lato c'era Galeazzo, dall'ottima postura e dal volto fiero, apparentemente padrone di sé e sicuro del fatto suo, benché non avesse ancora quattordici anni. Dall'altro, invece, c'era Ottaviano.
Avrebbe compito vent'anni nel giro di una settimana. Era macilento, un po' curvo, la pancia, reliquato dei suoi stravizi, che sporgeva, tendendo la stoffa del giubbone decorato, gli occhi irrequieti e cerchiati da pesantissime occhiaie, i capelli portati più lunghi del dovuto, in ricci finemente inanellati come erano stati quelli di suo padre, e continuava a spostare il peso da una gamba all'altra, quasi non riuscisse più a sopportare di stare in piedi.
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Se io potessi scrivere tutto, farei stupire il mondo. (Parte IV)
Historical Fiction(Troverete le prime tre parti sul mio profilo!) Caterina Sforza nacque nel 1463, figlia illegittima del Duca di Milano e di una delle sue amanti, Lucrezia Landriani. Dopo un'infanzia abbastanza serena trascorsa quasi per intero tra le mura del...