"Stai tranquillo." aveva continuato a dire Lucrecia, mentre lei e il marito si avvicinavano alle porte di Roma, quel 14 ottobre.
Alfonso aveva fatto tutto il possibile per seguire il consiglio della moglie, anche se, man mano che il Vaticano si profilava all'orizzonte, il giovane si sentiva sempre più in trappola.
C'erano voluti giorni di discussioni e contrattazioni tra lui e la Borja e alla fine i due coniugi avevano trovato un accordo che, in realtà, scontentava tutti e due.
Nessuno dei due coniugi aveva un reale desiderio di tornare a Roma, sotto l'ala del papa, tanto meno in quel momento, dato che mancavano pochi giorni alla nascita del loro primo figlio. Tuttavia, mettendo tutto su un piatto, era stato chiaro a entrambi quanto fosse importante cercare di ottemperare – anche se con un lieve ritardo – la richiesta del Santo Padre di riavere la figlia a Roma e, in egual misura, restare uniti in vista delle prove che sarebbero arrivate.
Lucrecia temeva sempre di più il giorno in cui suo fratello Cesare sarebbe arrivato a chiederle conto di tutti quei mesi di lontananza e anche Alfonso cominciava a nutrire dei seri timori riguardo quello che il cognato avrebbe preteso.
"Eccoci..." sussurrò la Borja, quando intravide il palazzo di Santa Maria in Portico.
L'Aragona, ancor più teso di prima, deglutì e si preparò a mostrarsi agli occhi della rada folla accorsa per curiosare. La moglie si teneva il pancione, faticando anche solo a star seduta in carrozza, mentre lui, oppresso come non mai dalle tensione che sentiva crescere tutt'attorno a sé, avrebbe solo voluto scappare dalla gabbia invisibile in cui l'avevano rinchiuso e mettersi a correre, dando sfogo all'energia dei suoi diciotto anni.
Un po' di curiosità, nei loro confronti, era già scemata perché Jofré, in uno slancio di altruismo, li aveva preceduti, facendo sì che molti romani pensassero che fosse l'unica attrazione, per quel giorno. Così il passaggio attraverso la siepe di gente che voleva scorgere anche solo per un istante il ventre rigonfio della figlia del papa fu abbastanza indolore, ma Alfonso sentì mancargli il fiato quando, ormai entrato nel loro palazzo, si accorse della quantità immane di servi e guardie che li attendevano.
A Nepi, almeno, lui e la moglie avevano avuto l'illusione di essere liberi. A Roma sarebbe stato impossibile muovere anche solo un passo senza avere dozzine di occhi piantati addosso.
"Sì, lo so che a Bartolomeo d'Alviano è stato confermato l'anno di rispetto da parte di Venezia, ma non vedo perché non debba interessarsi a una nostra proposta..." stava borbottando Rodrigo Borja, con il suo Segretario, prima di accorgersi che la figlia, che tanto aveva aspettato, era finalmente davanti a lui: "Lucrecia!" esclamò, nel vederla.
Con le grandi braccia spalancate e il volto che si distendeva per il sollievo, il pontefice marciò in direzione della figlia, evitando di stringerla a sé, per non rischiare di schiacciare il pancione, ma la prese comunque per le spalle, baciandola sulle guance tante di quelle volte che anche la giovane finì per perdere il conto.
Alfonso, che se ne stava un po' in disparte nel suo bellissimo abito di raso, con i capelli biondi in ordine e le guance ben rasate, in quella scenetta sembrava più un paggio che non il legittimo sposo della giovane donna che Alessandro VI aveva usucapito.
Passò quello che all'Aragona parve un secolo, prima che il papa si decidesse a guardare pure lui, seppur con un'occhiata fredda e di biasimo: "Oh, il nostro adorato genero... Spero abbiate fatto un buon viaggio."
Prima ancora che il giovane potesse commentare in qualche modo, il Santo Padre strinse una delle sue forti mani attorno al braccio della figlia e, guidandola verso una delle sale, cominciò a parlarle fittamente di Cesare e dei grandi progressi che aveva fatto: "Nel giro di un paio di settimane – si arrischiò a dire, forse con troppo ottimismo – sarà già alle porte di Imola!"
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Se io potessi scrivere tutto, farei stupire il mondo. (Parte IV)
Historical Fiction(Troverete le prime tre parti sul mio profilo!) Caterina Sforza nacque nel 1463, figlia illegittima del Duca di Milano e di una delle sue amanti, Lucrezia Landriani. Dopo un'infanzia abbastanza serena trascorsa quasi per intero tra le mura del...