Capitolo 509: La notte è avanzata, il giorno è vicino.

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Le glorie della famiglia Ordelaffi, con San Valeriano circondato dai quattro santi protettori di Forlì, spiccavano in quel giorno di sole sul portale della chiesa del Carmine.

Prima di entrare, Andrea Bernardi si fermò per un istante a osservare quel capolavoro di Marino Cedrini. Si ricordava ancora molto bene come fosse quella città, in mano agli Ordelaffi, ma, se fino a pochi anni prima era stato convinto che la Tigre fosse più che un valido sostituto dei suoi predecessori, ormai non ne era più tanto sicuro.

Era martedì, il 2 di aprile, e trascinati ancora dallo spirito della Pasqua appena passata, molti fedeli si erano radunati nelle chiese della città per pregare e attendere alla Messa. Il Novacula aveva scelto quella del Carmine solo perché la sapeva meno frequentata.

Non aveva voglia di incontrare gente, né di sentire le chiacchiere altrui. Non si faceva che parlare dell'ultima festa data dalla Contessa e lui, tra il rancore per non essere stato invitato nemmeno quella volta e il disappunto per non essere mai più stato cercato dalla Sforza, nemmeno per le notizie da Bologna che voleva darle, non aveva alcun interesse nel sentir pettegolezzi sul banchetto.

Entrò quasi in punta di piedi, a funzione già iniziata e restò di lato. Da lì, però, al momento della comunione, poteva vedere benissimo chi si metteva in attesa del Corpo di Cristo. E così, più o meno tra gli ultimi, vide comunicarsi anche Ottaviano Manfredi.

Il barbiere lo guardò con attenzione. Il giovane, sempre dal portamento elegante, malgrado gli abiti un po' dimessi, aveva preso l'ostia e poi si era inginocchiato in preghiera accanto all'altare. Visto che ormai la comunione stava volgendo al termine, anche Andrea si mise in moto per riceverla, e così, per un po', lo perse di vista.

Manfredi teneva le mani giunte davanti al viso, tanto strette da farsi quasi male. Quel giorno una profonda inquietudine l'aveva portato alla chiesa del Carmine, una delle predilette degli Ordelaffi, che, di fatto, erano suo consanguinei. Era stato come un richiamo impossibile da ignorare e così aveva disertato il Duomo e si era recato lì.

Mentre cercava di pregare, però, con l'ostia che non andava né avanti né indietro in gola, l'unica cosa a cui riusciva a pensare era Caterina.

Erano ormai due giorni che non si parlavano e lui non voleva arrivare al momento della partenza per Firenze senza essersi realmente riappacificato con lei. Si erano incontrati, quella notte, ma avevano fatto di tutto fuorché discutere e chiarirsi.

Mentre si rialzava, facendosi il segno della croce e cacciando finalmente nello stomaco l'ostia, Ottaviano ripensò alle ore confuse che avevano trascorso insieme. Si erano cercati, si erano voluti e si erano presi, ma non avevano risolto nulla. A lui non bastava più, una relazione così.

Tornando al suo posto, si passò distrattamente una mano sul collo. Appena sotto al bavero del giubbone, portava ancora addosso il segno dei denti della sua amante. Era come un marchio e se da un lato cercava di vederlo come una medaglia al valore, dall'altro lo faceva sentire solo un capo di bestiame, una delle tante bestie che ingrossavano la mandria a disposizione della Leonessa.

A Messa finita, Bernardi fece l'ultima genuflessione e si accodò agli altri per uscire, e, quando era già sul portone, si voltò indietro un'ultima volta, mosso da una strana curiosità.

Trovò subito chi cercava: Ottaviano Manfredi si era rimesso in ginocchio, rivolto all'altare, il capo chino e le spalle incassate. Se non fosse stato certo che un uomo del suo livello non potesse mostrarsi tanto debole, il Novacula avrebbe giurato che il faentino stesse piangendo.

Ercole d'Este si schiarì la voce, guardando uno per uno tutti gli emissari che aveva davanti a sé. Si sentiva molto più teso di quanto avesse creduto possibile. Ciò che stava per leggere, si diceva, era ciò per cui era stato ingaggiato, tuttavia temeva di fare qualche immane disastro.

Se io potessi scrivere tutto, farei stupire il mondo. (Parte IV)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora