Capitolo 634: Buoni consigli.

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Bianca stava aspettando da almeno dieci minuti di sentire il soldato, con cui si incontrava ogni sera, battere alla sua porta. Anche se fino a poco prima avevano preferito vedersi in qualche angolo tranquillo della rocca, nascosti dagli angoli più bui dei corridoi o dalle spire delle scale, negli ultimi giorni si erano risolti a darsi appuntamento direttamente nelle stanze di lei.

Non che facessero nulla di diverso dal solito, ma di comune accordo avevano preferito sottrarsi agli sguardi indiscreti della variopinta fauna che ormai abitava a Ravaldino.

Anche quella sera, mentre era in attesa, la Riario poteva sentire in corridoio i passi di soldati del Quartiere Militare, preti di San Girolamo, donne dei bordelli della città, cerusici e servi vecchi e nuovi. Si poteva dire che tra quelle quattro mura ormai vivesse una città in minuatura.

Quando finalmente sentì bussare in un modo che conosceva, la ragazza aprì un po' l'uscio e lasciò entrare il suo giovane innamorato. Il soldato le sorrise e poi, prima ancora di essersi lasciato chiudere la porta alle spalle, iniziò subito a baciarla.

Caterina, che stava passando in corridoio proprio in quel momento, aveva visto sì e no quella scena. L'unica cosa che aveva colto in modo netto era stata l'immagine di uno dei suoi soldati più giovani che entrava nella stanza di sua figlia. E Bianca era proprio dietro la porta, sorridente, in sua attesa.

Deglutendo e dicendosi che non erano del tutto affari suoi, quello che la sua terzogenita faceva con quel ragazzo, la Contessa accelerò un po' il passo, confondendosi tra gli armigeri e gli altri abitanti della rocca che, a quell'ora, ancora affollavano il corridoio.

Era stata lei a darle la libertà di scegliere come comportarsi e non poteva e non doveva biasimarla, se usava quella libertà per fare quello che voleva. Fino a pochi mesi addietro, forse, si sarebbe sentita in dovere di metterla in guardia una volta di più, ricordandole che per la legge era ancora sposata ad Astorre Manfredi. Ma siccome nessuno più nemmeno da Faenza sembrava voler ricordare quel legame, ora che il Borja cavalcava alla volta di Forlì, tanto valeva evitare di rovinare alla Riario quegli ultimi giorni che poteva passare a Ravaldino, la rocca che per tanti anni aveva potuto chiamare casa.

Indecisa sul da farsi, la Tigre si sforzò di non pensare più a Bianca e si diresse verso la camera di Giovannino. Ora non era più occupata solo dal suo ultimogenito, ma anche da Sforzino, Galeazzo e Bernardino. Dopo una giornata stancante passata a cavallo a farsi vedere in giro per la città, la Leonessa aveva voglia di vedere un po' i suoi figli. Ottaviano escluso, si intendeva.

Quando arrivò nella loro camera, li trovò da soli, senza balie. In effetti, da quando alla rocca erano arrivate anche le famiglie di molti dei soldati, pure le balie si erano trovate a fare dei lavori che non sarebbero stati di loro competenza. Anche se la Sforza aveva informalmente proibito di portare a Ravaldino bambini molto piccoli o donne incinte, tanti suoi armigeri avevano contravvenuto a quella disposizione, promettendo che avrebbero fatto scappare le mogli e i figli non appena fosse stato necessario.

"Madre." Galeazzo, che aveva passato buon parte della giornata con lei, era seduto sul suo lettuccio e, quando la vide, scattò subito in piedi, sorridendole.

"Volevo stare un po' con voi." disse lei, senza aggiungere altro.

Bernardino che giocherellava con Giovannino, stando seduto con lui sul tappeto, sollevò lo sguardo verso di lei, dedicandola una silenziosa stoccata carica di scetticismo, come se non credesse possibile che la loro madre volesse stare con loro al solo scopo di passare del tempo assieme.

Mentre il piccolo Medici, nell'accorgersi dell'arrivo della madre, si tirava in piedi goffamente, facendo qualche passo verso di lei, fino ad aggrapparlesi alle sottane, Sforzino, in poltrona, chiuse il libro di teologia in cui era immerso e disse, a voce bassa, arrossendo un po': "Siamo felici che vogliate stare con noi."

Se io potessi scrivere tutto, farei stupire il mondo. (Parte IV)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora