Davanti alla chiesa di San Girolamo era stato eretto un palco eccezionalmente ricco. C'erano decine di torce, scudi, trofei e pompe di ogni genere. I forlivesi che avevano deciso di accorrere in massa al funerale, erano rimasti spiazzati da una simile manifestazione di ricchezza e potenza.
Così come vennero sorpresi dal corteo che partì dalla rocca di Ravaldino per accompagnare la salma.
In una città immobile, con tutte le botteghe chiuse e le strade gremite di gente, il Vescovo Monsignor Dall'Aste aprì il corteo, seguito dal Capitolo al completo. Davano, con il loro passo cadenzato e con i loro canti, il ritmo a tutta la processione.
Subito alle loro spalle seguiva il Magistrato, assieme a Ottaviano Riario, vestito in modo elegantissimo, in raso e seta neri, affiancato da Simone Ridolfi, che aveva prediletto un abbigliamento meno appariscente, ma altrettanto consono alla situazione. Dietro di loro seguivano Tommaso Feo, che per l'occasione si era risistemato a dovere, tornando ad assomigliare all'uomo fiero e sicuro di sé che era stato da giovane, e Carlo Manfredi, cugino del defunto.
Dopo di loro, poi, c'era la bara, trasportata in spalla dai Battuti Neri e circondata da quattro accompagnatori d'eccellenza.
Era stata la Contessa a sceglierli. Ufficialmente, aveva detto, perché uomini d'armi di grande valore, e quindi adatti a seguire un feretro di tal importanza, ma in realtà la scelta era ricaduta su di loro per un motivo molto meno coreografico.
La donna non aveva mai capito fino a che punto Forlì avesse conosciuto Manfredi e temeva che potesse esserci qualche disordine. Secondo l'Oliva, c'erano malumori per quella sepoltura in città, soprattutto perché tanti temevano che quel gesto avrebbe portato gli stessi assassini del faentino a una reazione violenta.
Era ancora troppo fresco il ricordo della paura seguita alla morte del Conte Riario e, ancora di più, della confusione e della mezza guerra civile che aveva fatto da coda alla dipartita del Barone Feo.
Così Caterina aveva voluto quattro condottieri di rango, come fossero guardie del corpo, che tenessero a bada, in caso di bisogno, il popolo, evitando a chiunque di avvicinarsi alla bara, sia che fosse per atti di vandalismo, sia che fosse per qualche attentato più serio.
E così, armati di tutto punto, con armature scintillanti – ma solide e non da parata – ai lati dei Battuti Neri stavano sfilando Achille Tiberti, Dionigi Naldi, Pretone da Modigliana e Giorgio Attendolo da Cotignola.
Quest'ultimo era stato una sorpresa, per la Contessa. Giorgio si era presentato alla rocca il giorno prima, professandosi amico di prima gioventù di Ottaviano Manfredi. Il suo cognome, poi, aveva fatto da garanzia per lui e la Sforza aveva deciso di accordargli la sua fiducia. L'Attendolo, poi, si era offerto subito per entrare a suo servizio, ma almeno su quel punto la Tigre aveva preferito rimandare il discorso a dopo il funerale.
In coda, dietro al feretro, c'erano poi la Tigre con i figli – eccezion fatta per Giovannino, che era stato lasciato alla rocca, sotto la custodia del castellano – in qualità di famiglia del defunto.
Bernardi, che era tra la folla che accolse il corteo davanti alla chiesa di San Girolamo, si fece largo tra quelli che gli stavano vicino per poter guardare meglio.
Ciò che gli premeva soprattutto era vedere in che stato fosse la Contessa. Dal suo atteggiamento, infatti, si illudeva di poter capire che cosa attendesse la città. Tuttavia rimase molto deluso, quando si accorse che la donna portava uno spesso velo nero sul viso, per celare la sua espressione e, probabilmente, le sue lacrime.
Quella che gli parve il desiderio di celare ai forlivesi il suo cordoglio, però, dai forlivesi stessi venne letto in tutt'altro modo.
Tutt'attorno a lui, infatti, la gente cominciava a commentare, confidando nei canti dei religiosi, che coprivano in parte le loro chiacchiere.
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Se io potessi scrivere tutto, farei stupire il mondo. (Parte IV)
Narrativa Storica(Troverete le prime tre parti sul mio profilo!) Caterina Sforza nacque nel 1463, figlia illegittima del Duca di Milano e di una delle sue amanti, Lucrezia Landriani. Dopo un'infanzia abbastanza serena trascorsa quasi per intero tra le mura del...