Giovanni da Casale aveva appena finito di esporre i punti chiave della richiesta della Tigre e i membri della Signoria erano ancora quasi tutti in silenzio. Il milanese li guardava uno per uno e non riusciva a capire cosa passasse nella mente di nessuno di loro.
Forse, si disse, con un velo di cupezza, l'unico il cui pensiero fosse palese era Lorenzo Medici. I suoi occhi tondi lo stavano fissando senza sosta fin da quando era arrivato e, più il discorso era andato avanti, più si erano fatti freddi.
In un mondo governato dal buon senso, un uomo come il Popolano avrebbe dovuto prendere la parola per primo e caldeggiare l'adesione alla proposta della Sforza, per proteggere la cognata e, ancor di più, il nipote. E invece Lorenzo pareva deciso a starsene zitto, anzi, quando un paio dei suoi si sporsero verso di lui per chiedergli qualcosa, lui semplicemente scosse il capo, le pupille sempre ben piantate su Pirovano, che stava in mezzo alla sala, e dopo appena due parole tacque di nuovo.
Giovanni si rendeva conto che le richieste di Caterina erano in buona parte inaccettabili. Però aveva anche capito che l'esagerare la domanda le avrebbe permesso di ottenere comunque una risposta discreta. Tanto per cominciare, Firenze non si sarebbe mai obbligata a lei, però, per venirle incontro, avrebbe almeno potuto prometterle la protezione in caso di invasione.
Quando il Gonfaloniere di Giustizia dichiarò sospesa la seduta e congedò il milanese, questi tirò quasi un sospiro di sollievo. Non era avvezzo a stare al centro dell'attenzione, salvo che nelle giostre o, al massimo, nelle rassegne. Potersi ritirare, gli permise di calmare il battito impazzito del proprio cuore.
Non gli era stato detto quando avrebbe ricevuto una risposta, ma gli era stato detto di lasciare il palazzo, almeno per il momento.
Così, asciugandosi il sudore dalla fronte, legato più all'agitazione che non alla fatica, andò verso l'uscita. Prima dell'inizio della riunione, Lorenzo gli aveva fatto sapere, tramite un suo fedelissimo, che lo aspettava il giorno seguente a palazzo, se non aveva nulla in contrario, per discutere meglio della posizione della Tigre nei confronti di Firenze.
Pirovano era stato vago, dicendo che prima voleva essere sicuro del buon esito della sua ambasceria. In realtà aveva già deciso di declinare, salvo diverso ordine da parte della sua amante.
Le aveva scritto la sera prima e contava di ricevere una sua lettera di risposta molto presto.
"Messer Giovanni da Casale." la voce di Machiavelli risuonò stridula e sgradevolissima alle orecchie del milanese, quando la sentì alle sue spalle, proprio appena prima di uscire dal palazzo.
Si fermò, suo malgrado e, voltandosi lentamente, cercò di sorridere all'ex ambasciatore fiorentino.
"Ora capite che lavoro ingrato sia, fare da portavoce per i potenti." ghignò Niccolò, parandoglisi davanti e guardandolo con aria quasi di scherno: "Mandando uno come voi, poi, la nostra cara Contessa Sforza lascia intendere davvero in che condizioni disastrose versi il suo Stato..."
"Se la pensate così, allora potete immaginare cos'ha pensato la Contessa nel vedere arrivare voi come ambasciatore di uno Stato come Firenze." ribatté Giovanni, riscattando in quelle poche frasi tutta la tensione accumulata quella mattina: "La Signoria parlava di grandi difficoltà e di un periodo di ristrettezze, ma finché non vi abbiamo visto, non ci eravamo resi conto della reale gravità della situazione."
Toccandosi poi la fronte, a mo' di saluto, Pirovano se ne andò ben prima che Machiavelli potesse formulare una risposta adeguata.
Il Segretario di Stato, rimasto senza parole, lo guardò mentre si allontava e, quando il suo amico, Biagio Bonaccorsi, che non aveva potuto presenziare alla riunione, lo raggiunse e gli chiese: "Ma chi era quello?" Niccolò sentì le viscere rigirarsi ancora di più nella pancia per la beffa ricevuta.
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Se io potessi scrivere tutto, farei stupire il mondo. (Parte IV)
Historical Fiction(Troverete le prime tre parti sul mio profilo!) Caterina Sforza nacque nel 1463, figlia illegittima del Duca di Milano e di una delle sue amanti, Lucrezia Landriani. Dopo un'infanzia abbastanza serena trascorsa quasi per intero tra le mura del...