cap.94

604 42 14
                                    

Peter's pov
Dopo la cioccolata calda mi ero addormentato, e feci un sogno, si beh è normale sognare quando si dorme ma è un po' meno normale sognare sempre lo stesso sogno, era strano, io ero lì e rivivo ogni volta la stessa scena ma consapevole che è un sogno che ho già fatto, e so cosa succederà ma continuo ad agire normalmente, e ogni volta succede l'orrore. Quindi questa notte, come tutte le altre prima, mi sveglio di soprassalto ansimando cercando di calmarmi, ma non riuscendoci decido di fare un giro per la città. Mi alzo e indosso un jeans e una felpa con il cappuccio e la tasca frontale, più grande della mia taglia ma io la trovo molto comoda e prendendo la maschera e gli spara ragnatele mi lanciò giù dalla finestra. Faccio tutto in estremo silenzio, benché Mark avesse il sonno pesante non potevo dire lo stesso per i miei genitori.
Prendo il telefono e vedo l'ora, sono quasi le tre del mattino, un orario perfetto, senza troppe persone in giro.
Salto tra i palazzi divertendomi e tirando fuori tutta la tensione.
Dopo circa dieci minuti passati a vagare per la città mi fermo su un lampione vicino ad una fermata del autobus.
"Hey Spiderman!"
Solbazzai sentendo una voce alle mie spalle mi giro e vidi una persona seduta sulla panchina della fermata, e gli faccio un cenno di saluto con la mano.
"Come mai vai in giro così? Dov'è il costume?"
Mi domandò.
"Oh beh è a lavare"
Mentii semplicemente, poiché spiegare che ero senza costume così mio padre non poteva localizzarmi e  potevo stare tranquillo per un po', era troppo difficile da spiegare.
Notai però un aria affranta negli occhi del mio interlocutore, così scendo e mi avvicino a lui.
"E tu come mai sei qui? I tuoi genitori non si preoccupano non vedendoti a casa?"
Gli dico e lui rispose quasi con le lacrime agli occhi.
"Beh se gli importasse, forse avresti ragione."
Rispose.
"Sei uno straccio"
Gli dico sarcastico cercando di essere più comprensivo, sapevo a cosa si riferiva con la sua risposta visto che conoscevo chi tenevo accanto.
"Eh tu? Anche tu non sembri essere al settimo cielo"
Disse.
"Si beh probabilmente hai ragione"
Risposi, sapevo di potergli raccontare alcune cose che non avrebbe detto a nessuno, specialmente se nella situazione c'entrava anche lui.
"E tu come va con tuo padre?"
Gli dico per aiutarlo a stare bene.
"Come fai a sapere che è per colpa sua?"
Rispose.
"Beh ho provato a indovinare, ti conosco e so chi è tuo padre, e data la situazione era quasi sicuro che fosse a causa sua."
Continuo.
"Tu mi conosci?"
"Si, sei Flash Thompson, ci siamo visti a Washington. E dato il lavoro impegnativo di tuo padre è normale che non avessi dei buoni rapporti"
Dissi senza fare riferimento al fatto che in gita è stato lui stesso a parlarmi del loro rapporto difficile.
"Oh. Beh ormai ci ho fatto l'abitudine, ma ogni volta mi illudo che sia diverso. Mi illudo che per una volta smette di pensare al lavoro e a quello stupido telefono e pensasse anche a me, chiedermi Hey ciao figliolo com'è andata a scuola? Ti va di provare insieme l'auto nuova? E invece ogni volta entra in camera mi saluta e torna  nel suo studio, parlando a quel telefono costantemente. Lo odio"
Disse Flash calciando un sassolino con la scarpa. Ora era chiaro perché se la prende tanto con gli studenti e li riempie di pugni, cerca di attirare l'attenzione di suo padre.
"Beh vuoi un consiglio? Parla con lui. Sai a volte aiuta, io pure ho odiato mio padre perché mi aveva tenuto nascosto un segreto, e questo mi fece tanto arrabbiare, ma poi ci parlai e le cose sono andate meglio. Ora capisco che il problema non è proprio uguale ma"
Inziò a dire ma fui interrotto.
"Grazie, sai con pochi mi posso confidare, e trovo più confortante prendere a pugni qualcuno. Solo una volta parlai anziché alzare le mani, con un mio compagno di classe, eravamo in gita. Io lo tratto male e gli do il tormento soprattutto a lui perché sa che è una cosa che non voglio fare, e lui è l'unico che riesce a tenermi testa. Sai a volte sospetto abbia dei super poteri, è un ragazzino che all'apparenza sembra debole ma devo ammettere che più volte mi ha steso."
Rimasi in silenzio, cercando di non sembrare strano, o sospetti, era evidente che stesse parlando di me.
"Sai forse lo conosci, ma non credo lui va a dire a tutti che ha uno stage con la Stark e di aver conosciuto gli Avengers"
Continúo Flash.
"Oh beh..."
Iniziai a dire ma fui bloccato da un suono familiare.
Come diavolo ha fatto a trovarmi ora.
Genio hai addosso la maschera, pensi davvero che solo perché non hai il costume puoi ingannare il grande Ironman
Forse hai ragione.
Forse? Certo che ho ragione, io sono un super genio non scordarlo
Si beh se è per questo non credo che tu hai un cervello
Se non avessi un cervello non potrei aiutarti con i cattivi, ma se è questo quello che pensi va bene, la prossima volta che sarai nei guai non ti aiuterò.
Fantastico si è offeso. Hey sai che scherzavo, prima.
Ovvio che scherzavi senza me saresti spacciato. Mi dovresti lodale, costruisci per me una statua grande quanto la Stark Tower, anzi più alta e dammi dei fiori.
Ora sei anche una diva?, dissi ironico.
Ritornando alla realtà. Dei suoi familiari si fecero più forti e un'impotente armatura si fermò proprio di fianco a noi e Tony Stark uscì fuori
"I i Iro To Star k"
Disse Flash balbettando, mentre mio padre lo guardò strano, un misto da okay sei un fan emozionato e un misto se tocchi mio figlio di squarto.
"Cosa ci fai qui Spiderman? Mi sembrava di averti detto niente missioni e che dovevi rimanere a casa. Tua madre era così preoccupata che stava iniziando a chiamare a dieci distretti differenti di polizia. Quindi tour finito, torni a casa. Ora!"
Concluse impassibile mio padre mentre Flash guardò la scena restando con la bocca aperta sorpreso dal tono con cui Tony Stark mi parlasse.
"Anche tu ragazzino dovresti andare a casa. Domani avete la scuola."
Disse poi guardando Flash.
"Si signore, vado subito"
Disse Flash e terrorizzato cammina verso casa e mi saluta da lontano con un cenno della mano.
"Ti ha fatto del male quel bulletto?"
Disse mio padre appena fummo soli.
"No sto bene, e poi sono Spiderman in questo momento."
Risposi.
"Si e a proposito di questo non ti azzardare mai più."
Disse mettendo una mano sulla mia spalla e strinse un po' le dita contro la mia spalla, stringendo quel nervo maledetto che fa un male cane.
"Si si ho capito ma ora ti prego lasciami"
Dissi un po' dolorante, ma so che lo sta facendo solo per scherzare.
"Non credo di essere ancora convinto"
Rispose lui ironico e allentò di un po' la presa sulla mia spalla.
"Ti prometto che non lo faccio più"
Dissi e lui lascio la presa.
"Lascerò un bigliettino la prossima volta"
Risposi.
"Dai Spidey ora andiamo a casa."
Disse togliendomi la maschera e mi scompigliò un po' i capelli.
"Posso andare nell'armatura?"
Dissi.
"Assolutamente no, andiamo c'è l'auto che ci aspetta"
Concluse lui e raggiungiamo l'auto che ci portò a casa.

Hola, come va?
Vi è piaciuto il capitolo?
Lasciate un vostro parere se vi va.
Ci vediamo domani con nuove avventure.
~Leo.

Peter Parker🕸️La storia continuaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora