cap.104

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Peter's pov
Ci sediamo a tavola e mamma sforna un orribile piatto di verdure.
"Oh avanti Pete non fare il bambino, sono solo verdure"
Disse mia madre mentre mette quei cosi verdi nel mio piatto.
Io faccio finta e mangiarle ma alla fine le nascondo, mi disferò del cadavere più avanti.
Fai bene, quello è veleno. Però è pur sempre cibo
Finita la cena io e Mark andiamo in camera nostra.
"Allora Peter cosa hai fatto oggi?"
Mi chiese Mark che si buttò sul letto.
"Niente sono solo andato in un laboratorio con un professore che non conosco e papà con sa nulla"
Dico sedendomi al suo fianco.
"Wow che ribelle, e non hai pensato nemmeno un secondo che poteva essere pericoloso?"
"Si per un secondo. Hey Mark vuoi fare un giretto?"
"Non so Pete mi sono appena ripreso da una febbre"
"E io mi sono appena ripreso da un colpo di pistola..."
Dopo un po' di silenzio Mark parlò.
"Va bene andiamo... dobbiamo avvertire papà?"
Disse, ci guardiamo per qualche secondo.
"Nahh"
Esclamiamo all'unisono.
Indossiamo i nostri costumi e ci lanciamo fuori.
"Allora dove possiamo andare?"
Mi chiese Mark.
"Empire State Building?"
Propongo.
"Okay e dopo?"
Mi domanda mentre continuiamo a lanciarci di ragnatela in ragnatela.
"Beh potremmo lanciarci giù e poi salvarci prima di toccare il pavimento....anzi c'è di più facciamo una gara. Vince chi lanciandosi giù si avvicina di più al pavimento. Ci stai?"
"Non so Peter sembra pericoloso...... okay facciamolo!"
Disse infine e noi ci dirigiamo verso l' Empire State Building, arriviamo in cima e a turno ci lanciamo giù.
"Guarda e impara fratellino"
Disse Mark prima di buttarsi giù.
"Veramente sono più grande io"
Gli rispondo ironico, l'ansia stava iniziando a propagarsi, Mark stava per arrivare vicino al suolo, solo ora mi rendo conto che forse non è stata una buona idea, poi per fortuna a circa 3 metri da terra lancia una ragnatela e si aggrappa ad essa e raggiunge l'edificio di fronte. Tirai in lieve sospiro.
"Su Peter tocca a te, non riuscirai a battermi."
Urlò Mark, io per via della distanza lo senti a malapena.
Stavo per lanciarmi, indosso la maschera e la testa iniziò a girare, mi fece perdere l'equilibrio e caddi all'indietro senza darmi il tempo di reagire.
"Maaark aiuto"
Dissi con tutto il fiato che avevo in gola ma quello che uscì fu un suono flebile, impossibile da sentire anche ad una distanza di un metro.
"Wow Peter vai alla grande!"
Sento dire da Mark, evidentemente non ha capito cosa stesse succedendo. Il suono si fa ovattato e la vista se n'è già andata da tempo. Sento poi un suono forte nelle mie orecchie,ormai sono quasi spacciato tra qualche minuto sarò schiacciato al suolo.
"Avvio chiamata per Tony Stark"
"Peter stai bene?... Peter?"
Sento mentre continuo a precipitare senza capire da chi provenisse quella voce, dopo credo cinque minuti sento qualcuno che mi afferra per le spalle e al posto di scendere iniziamo ad andare verso l'alto.
"A casa subito!"
Disse, fermandosi a mezz'aria, una voce familiare che avevo finalmente riconosciuto.
Ironman.
"Papà ma che succede?"
Sento dire da Mark preoccupato.
"Andiamo"
Ordinò mio padre mentre tenendomi tra le braccia mi riporta a casa, ma nel frattempo crollo e tutto divenne ancora più buio.
Mi risveglio nel mio letto in pigiama, la luce era accesa, delicatamente mi alzo ma vengo fermato con una mano sul mio petto da mio padre che stava al mio fianco.
"Shhh sta giù"
Disse dolcemente, mi stendo e cerco di mettere meglio a fuoco l'immagine, Mark se ne stava seduto sul suo letto e mi guardava preoccupato, forse si sentiva in colpa per non aver fatto nulla.
"Cosa diamine avete nel cervello!? Posso elencarvi almeno 75 motivi per cui avete fatto una stupidaggine. Ad ogni modo, state bene?"
Domandò retorico.
"Bene, ora Pete mi dici dove sei stato oggi pomeriggio, e poi mi devi ridare il costume"
Continuò mio padre.
"No papà, ti prego non ho fatto nulla di male, non togliermi il costume. Non di nuovo."
Dico io sedendomi sul letto.
"Non te lo sto togliendo, devo aggiustarlo ti ricordo che qualcuno è stato sparato l'altro giorno quindi alcuni circuiti si sono interrotti ed è meglio che li riparo, e poi non sbiare il discorso ti ho fatto una domanda. Allora dove sei andato?"
Rispose lui.
"Ti ho detto, un progetto scolastico."
"Come vuoi. Tieni prendi anche tu questa cioccolata calda per riscaldarti, e prendi queste medicine"
Disse passandomi un bicchiere d'acqua e circa cinque sei pillole diverse, mentre tendo il braccio sento un lieve pizzico, mio padre con un rapido gesto mi ignettò qualcosa.
"Che cos.."
Dico confuso.
"Hey non guardare me, sei tu quello malato e irresponsabile. Se ti dico che devi riposare per due tre giorni devi riposare due tre giorni. Ora prendi queste medicine."
Rispose mio padre con un tono quasi autoritario.
"Pure? Non ti sembra di esagerare...poi mi verrà un overdose, un qualcosa farmacologico o qualcosa del genere."
Dico preoccupato pensando che forse mio padre abbia esagerato e cerco di farlo tornare in se.
"Devi prenderle punto. E poi male che va sappi che l'ospedale è solo a dieci minuti da qui se corro, cinque con la super corsa. Quindi stai tranquillo."
Disse mio padre, con una vena di sarcasmo per far sembrare quella situazione più piccola di quanto fosse, ma mi rassicurò sul fatto che quell'ordine non era dettato da una sua eccessiva preoccupazione.
Presi la medicina ma anziché stare meglio le cose sembravano andare peggio.
In un attimo tutto si fece buio e caddi con la schiena sul cuscino.
Sento solo una voce.
"Peter!"
Poi silenzio

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Scusate se è un po' breve.
Come vi è sembrato?
Ci vediamo domani per scoprire cosa accadrà.
~Leo.

Peter Parker🕸️La storia continuaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora