cap.110

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Peter's pov
Dopo un po' di tempo decidiamo di tornare a scuola, dovevamo ancora fare l'ultima ora, però per fortuna è quella di scienze e il professore praticamente mi adora quindi tollererà un po' di ritardo, però è meglio non rischiare, così stringendo MJ per i fianchi torniamo a scuola.
Arriviamo con un leggero ritardo e ci fiondiamo in classe.
"Oh bene signor Parker, signorina Jones, finalmente siete arrivati, ci stavamo chiedendo per quale oscuro corridoio foste passati per arrivare qui. Svelti sedetevi veloci così iniziamo la lezione"
Disse e noi ci sediamo nei banchi e il professore spiegò la teoria del cosmo.
Dopo la noiosissima lezione io Ned  e Mark usciamo nel cortile.
"La lezione di oggi è stata proprio noiosa"
Dico mentre ci dirigiamo verso l'uscita.
"Tu dici!? Oggi nemmeno ci sei stato a scuola!"
Rispose ironico Mark.
"Oh si a proposito grazie ragazzi per averci coperto e per tutto il resto!"
Gli dico ringraziandoli, Michelle era dovuta scappare via poichè tutta la sua famiglia era arrivata da tutto il mondo per il suo compleanno, e si riunivano per un pranzo in famiglia, mi aveva proposto di andare con lei, ma ecco l'idea di stare lì circondato da tutti, ma proprio tutti i suoi parenti mi fece rabbrividire, niente in contrario ma tra la sua famiglia oltre a suo padre che è un agente dello S.H.I.E.L.D, c'è anche suo zio Jefferson Davis, il fratello di sua madre, che è uno dei migliori agenti di polizia del suo distretto. Quindi potete capire la paura che ho, però prima o poi la dovrò superare, però inizierei prima dalla famiglia "ristretta", la sua sorellina già mi adora, sarà più semplice così.
Ned ci salutò e andò a casa.
"Mark vuoi venire con me in un posto fantastico?"
"Ovvio che si"
Rispose entusiasto.
"Bene allora andiamo. Ti ricordi il progetto con il prof di scienze, beh ha detto che oggi potevamo passare, gli ho chiesto se potevi venire pure tu, spiegandogli che sei anche tu un genio, e lui ha accettato."
Gli spiego
"Forte! Sei il migliore, dai andiamo!"
Disse incamminandosi verso destra.
"Avanti marche"
Urlò imitando un generale dell' esercito.
"Mark dall'altro lato!"
Gli urlo dietro.
"Dall'altro lato"
Ripetè lui e fece dietro front e camminò verso di me, io lo tirai  per il cappuccio appena si avvicinò per fermarlo.
"Prendiamo il pullman"
Gli dico e lui si fermò al mio fianco, si sistemò e poi disse.
"Okay il pullman. Quant'è lontano da qui?"
Mi chiede.
"Circa trenta quaranta minuti da qui"
Gli risposi, poi il pullman arrivò e noi salimmo su.
Il tempo che avevo stimato si rivelò giusto e dopo una mezz'oretta arriviamo all'edificio e saliamo su nel laboratorio, dove il professore ci accolse.
"Oh bene, i gemelli geniali sono arrivati. Prego venite, vi mostro il nuovo progetto"
Disse portandoci vicino ad una grande macchina, simile per alcuni versi ad una che vedemmo nel laboratorio di nostro padre quando facemmo quella "irruzione".
"Qquesta sembra uuna..."
Disse Mark sorpreso e poi io con lo stesso stupore continuo la sua frase.
"..una macchina del tempo.."
Dico senza riuscire a credere a cosa stessi vedendo, non possono esistere queste cose.
"Esatto, *aha* che ragazzi svegli. Si è una macchina del tempo, certo devo ammettere che non è un mio progetto, almeno in parte. Anni fa ebbi l'onore di   partecipare ad una delle più illustre Expo sulla ricerca e sviluppo, organizzata dalle Stark indrustries chiaramente. Lì ho avuto l'opportunità di vedere e esaminare molte tra le invenzioni più spettacolari, e ho visto questa geniale idea, realizzata dal padre di Tony Stark, purtroppo non ha mai funzionato, così ho deciso di costruire una seconda versione partendo dagli appunti del vecchio signor Stark, ma ho riscontrato dei problemi, così mi chiedevo se, data la vostra brillante intelligenza, vorreste partecipare e aiutarmi nel progetto. Allora cosa ne pensate?"
Ci spiegò il professore, io e Mark ci guardiamo per qualche secondo e poi rispondo.
"Okay ci stiamo"
Rispondo deciso.
"Oh bene allora ci mettiamo a lavoro?"
Continuò il professore e dopo iniziamo a lavorare sedendoci attorno al tavolo.
Scrivevamo calcoli, formule, algoritmi complessi, per far si che la macchina potesse avere il massimo dell'energia, e in tanto passano le ore e il cielo fuori inizia a scurisci e iniziò a piovere forte. Mark che si era alzato per bere notò che il mio telefono stava suonando, chiaramente con il silenzioso non l'abbiamo sentito prima, poi me lo passò facendo una faccia terrorizzata appena guardò il display.
"Oh finalmente rispondete, vi sto chiamando da dieci minuti, io e vostra madre eravamo molto preoccupati, si può sapere a che ora avreste intenzione di tornare!? Sta diluviando."
Disse la voce al quanto arrabbiata di mio padre.
"Oh ciao papà, si avevo il telefono con il silenzioso, non preoccuparti stiamo bene, torneremo verso le 7"
Risposi.
"I telefoni li hanno inventi apposta, non per tenerli con il silenzioso. Comunque ora vengo a prendervi."
Rispose serio.
"Oh non ce nè bisogno"
"Non discutere ora arrivo"
"Va bene, noi siamo..."
"So già dove siete, cinque minuti e sono li"
Disse e dopo attaccò.
"Beh Mark dobbiamo andare, papà sta arrivando, è un po' furioso. "
Dico a mio fratello che mi mostrò l'elenco delle chiamate perse, tra cui si alternavano quelle da parte di nostro padre e di nostra madre, e io poi controllai la mia che era simile a quella di Mark. Li abbiamo davvero fatti preoccupare così tanto che si sono messi entrambi a chiamare i nostri cellulari.
"Già credo che si siano molto preoccupati"
Disse Mark.
"Ragazzi andate, non fate preoccupare vostro padre. Ci vediamo un altro giorno per finire il progetto"
Disse il professore che poco dopo ci accompagnò all'ascensore.
Arriviamo giù e aspettiamo l'auto di nostro padre.
"Gli hai detto dove siamo vero!?"
Mi chiese Mark.  
"Ha detto che non ce n'era bisogno, e che lo sapeva già"
Gli rispondo
"Hey Peter guarda lì"
Disse Mark facendomi notare un'auto molto lussuosa.
"Quello non è il bidello?"
Continuò.
"Già, sembra lui,  si ma che ci fa qui?"
Gli dico.
"E sopratutto perchè sta entrando in quell'auto molto costosa. Non per qualcosa ma un bidello non può permettersi un auto simile."
I nostri pensieri furono interrotti dal suono di un clacson.
"Allora ragazzi vi sbrigate o no?"
Disse nostro padre da dentro l'auto, noi ci giriamo dall'altro lato e andiamo verso la macchina.
"Bene oltre a prendervi la bronchite, avete fatto qualcosa di divertente?"
Disse Tony mentre mette in moto e alzò la temperatura per non farci ammalare.
"Si ci siamo divertiti"
Dico rilassandomi sul sedile, anche se eravamo rimasti per poco tempo sotto la pioggia eravamo zuppi. Io e Mark decidemmo che era meglio non parlare del fatto che stavano lavorando con il professore su un progetto di suo padre, visto il difficile rapporto che c'era tra nostro padre e il suo, non ha mai digerito a pieno la loro morte, e questo è dimostrato dal fatto che non ci parla mai dei nostri nonni, così optiamo al tenere nascosto questo lato della storia.
Arriviamo nel garage della Stark Tower e prendiamo l'ascensore.
"Bene ragazzi, spero che non vi siete ammalati con questa brutta pioggia."
Disse nostro padre mentre salendo in ascensore controllò prima la mia fronte e poi quella di Mark per vedere se avevamo la febbre, con un esito negativo. Appena le porte dell'ascensore si aprirono un piccolo Batuffolo ci venne in contro gattonando e gorgogliando qualcosa, Mary ancora non sapeva parlare però iniziava a farsi capire in un modo o nell'altro.
"Oh ecco la mia principessa"
Disse nostro padre prendendo Mary in braccio e dopo entriamo, nostra madre che stava preparando la cena posò tutto e venne da noi.
"Ragazzi!"
Disse con un tono arrabbiato che fece gelare il sangue nelle vene, perfino Mary e nostro padre che stavano giocando sul divano smisero di parlare, creando un silenzio abissale.

Qualche minuto prima al laboratorio Star...
un uomo esce da un edificio e si dirige verso un auto, arrivando all'ufficio.
"Capo il piano procede, i due ragazzi sono appena usciti da un edificio, presto saranno altri"
Disse al suo capo.
"Ora basta!"
Rispose il boss sbattendo le mani sulla scrivania, e poi si alzò camminando vero la finestra rilevando il suo viso, un viso spietato, gli occhi iniettati di dolore e vendetta,
"Ora basta, dobbiamo andare con calma, altrimenti ci troveremo Ironman alle costele"
Concluse l'uomo camminando nell'ufficio.

Hola,come va?
Vi è piaciuto il capitolo?
Ci vediamo domani con un nuovo aggiornamento.
~Leo.

   

Peter Parker🕸️La storia continuaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora