cap.118

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Nel frattempo in luogo e in un'epoca molto lontana dai nostri eroi a New York
Tony's pov
Stavo nel mio laboratorio ormai da 52 ore e di Peter e Mark ancora nessuna traccia.
Oh andiamo dove vi siete nascosti?
Continuo a chiedermi.
"Tony!"
Disse una voce spezzata, mentre si avvicina arrivando al mio fianco.
"Non li ho ancora trovati. Non capisco, sembrano scomparsi dal nulla, eppure devono essere da qualche parte.."
Lei si sedette al mio fianco posando la testa sulla mia spalla.
"Li troveremo"
Disse con un filo di speranza, ma dentro di me sento che per ogni secondo che passa le probabilità di vederli svaniscono sempre di più. Certo c'era tutto lo S.H.I.E.L.D. a cercarli e Jarvis sorveglia tutti i sistemi di sicurezza del pianeta, ma loro sono i miei figli, i miei bambini, per quanto possono crescere per me resteranno sempre quei due fagotti che portavo la sera sotto le stelle per farli addormentare. Non posso lasciarli soli, li ho già abbandonati per otto anni, questo errore non lo voglio più commettere. Per questo non smetto di togliere gli occhi da quello schermo, mentre intorno a me sono situate varie bottiglie di whisky, tazze di caffè e altre bottiglie di alcolici.
"Tony perchè non andiamo a fare un giretto con Mary, devi staccarti da qui. Jarvis sta scansionando ogni file, può continuare da solo all'infinito, ma tu hai bisogno di un po' di riposo. Staccare la spina e riprenderti. Guardati sei circondato da bottiglie di alcol, non bevevi più di una bottiglia da anni, ricordi dicesti di voler smettere e avere una nuova vita e ora eccoti qui anni dopo. Ti prego, ascoltami"
Mi disse Pepper prendendo il mio viso e inchiodandolo ai suoi occhi. Aveva dannatamente ragione, certo bevevo un bicchiere di tanto in tanto ma non finivo mai una bottiglia tutta insieme, avevo fatto una promessa a me stesso. Il giorno in cui sono nati i gemelli, mi promisi che sarei stato migliore, un padre degno di quel nome, un padre migliore di quello che avevano, degno della loro altezza. Ma come potevo mantenere quella promessa quando il motivo per cui avevo preso quella decisione mi era stato portato via così all'improvviso? 
"Tony?"
Insistette Pepper, che alla fine  ebbe la meglio. 
"Va bene, usciamo."
Conclusi e lei accennando un sorriso uscì per preparare la bambina. Mi alzai e prima di uscire feci un giro nel laboratorio, fermandomi in un angolo in particolare. Quello in cui avevo sistemato alcune delle invenzioni di mio padre. 
"Cosa dovrei fare...papà?"
Dissi sospirando e con dolore mentre guardo il suo lavoro di una vita. Dopo un po' uscii e mi diedi una sistemata prima di uscire. 
"Oh ecco le mie dame"
Dissi appena vedo Pepper e Mary, poi usciamo. Nonostante la passeggiata al parco è servita per scacciare i brutti pensieri ne io ne Pepper potevamo dimenticare quel vuoto incolmabile. Dopo un po' torniamo, Pepper uscì per fare un po' di spesa e io rimasi con Mary,che si è addormentata nella culla. Prima  di ritornare nel mio laboratorio vado nella sua stanzetta, mi avvicino alla sua culletta coccolandola accarezzando il suo visino, mentre i miei occhi tornarono a riempirsi di lacrime mai cadute.
Non devo mollare.
E come un lampo qualcosa mi colpì e scattai nel laboratorio per cercare un nuovo sistema per trovarli.
Vi troverò, costi quel che costi.

Ritornando indietro nel passato.
Peter's pov
"Peeeter stiamo camminando da anni. Ci fermiamo un po'?"
Disse Mark lagnandosi.
"Siamo in marcia solo da una decina di minuti. Te ne rendi conto?"
"Dai Pete è anche buio, riposiamoci solo per un secondo"
Continuò.
"Va bene, però appena torna la luce ci rimettiamo in cammino."
Dissi e ci fermiamo in un punto un po' più riparato nella foresta dentro la quale stavamo camminando. Grazie ai nostri superpoteri riusciamo con facilità a staccare i rami secchi dagli alberi per accendere un fuoco, dopo diversi minuti ci riuscimmo.
"Secondo te cosa direbbe adesso papà?"
Disse Mark mentre ci sistemiamo intorno a quella fiammella per riscaldarci.
"Direbbe una cosa del tipo: Bravi ragazzi siete riusciti a creare una macchina del tempo e siete spariti per 24 ore, perciò siete in punizione a vita"
Rispondo facendo un'imitazione scherzosa di nostro padre per farci ridere e tirarci su di morale.
"Già. Chi sa riusciranno a capire dove siamo"
Disse Mark appoggiando la testa su uno dei zainetti che il vecchio Peter ci aveva dato per il viaggio, e chiuse gli occhi.
Già chi sa se nostro padre ci troverà. Inizia quasi a mancarmi, strano vero, circa un anno fa neanche sentivo il bisogno di conoscere il suo nome e ora invece ne sento quasi la mancanza.
Anche le mie palpebre minacciavano di chiudersi, e così dopo un paio di minuti mi addormento.
"Pete, hey Peter. Svegliati guarda è mattina."
Urlò Mark nel mio orecchio.
"Si ma non c'è bisogno di urlare tanto"

"Tu avevi detto di partire con il giorno, ho controllato la mappa, e manca poco alla città!"
"Hey voi ragazzini!"
Disse una voce che venne verso di noi,  era la voce di un uomo anziano che su un carro si stava avvicinando.
"Che ci fanno due ragazzini nel bosco a quest'ora?"
Ci chiese in modo gentile.
"Dobbiamo raggiungere la città al più presto"
Dissi e poi iniziamo a camminare piano.
"La città? Anche io sto andando lì, dai venite salite sù, lasciate che vi dia un passaggio. Questi boschi possono essere molto pericolosi, anche mio nipote ama stare qui ma non è sicuro. Insisto"
Disse il signore, e dopo aver insistito molto salimmo sul suo carro, facendo attenzione a non schiacciare gli ortaggi e le verdure che erano sul carro dirette al mercato. L'uomo che teneva le redini del cavallo che trainava il piccolo carro intonò una canzone mentre le ruote giravano. Così riusciamo a raggiungere la città in poco tempo.
"Bene ragazzi capolinea!"
Disse appena arivammo in un piazza.
"Bene, grazie mille signore."
"Si grazie."
Ringraziamo io e Mark e dopo andiamo alla ricerca di questo tempio. Avevamo un descrizione dell'edificio ma trovarlo in mezzo a tanti era difficile, sopratutto nel giorno di mercato.
Mentre lo cerchiamo veniamo circondati da venditori o truffatori che si agiravano nella piazza, un vero inferno.
"Peter eccolo li!"
Esclamò Mark, ah finalmente una gioia, non sopporto le persone invadenti che si trovano li.
"Credo che con questa verrai promosso a mio fratello preferito"
Dico scherzando ringraziandolo perchè cosi facendo ci aveva allontanato da quella  piazza.
Appena arriviamo davanti al palazzo veniamo accolti, si bhe per modo di dire, da un sacerdote che ci cacciò via.
"Ragazzini, andate via, questo non è un posto per mocciosi"
Disse e dopo richiuse le porte.
"Bene questa è guerraaa, Peter prepara le ragnatele, lo bombardiamo al mio tre"
Mi disse Mark a bassa voce.
"No, fermo, cosa dice sempre papà!? La guerra non si vine con la forza, ma con il cervello."
Dico e poi risalendo quei pochi scalini e mi ritrovo faccia a faccia con il sacerdote.
"Beh allora temo che con il ciondolo abbiamo finito qui vero Mark!"
Dissi fancendo finta di parlare solo a lui.
"Cosa ne sapete della gemma del tempo?"
Chiese incuriosito.
"Ci farà tornare a casa"
Disse Mark e il guardiano sorpreso ci fece entrare subito e ci portò da una strana signora con la testa completamente calva.
"E così siete vuoi quelli che hanno disfatto l'ordine spazio tempo."
Parlò e il tizio di prima ci lasciò soli con lei.
"Si beh noi vorremmo tornare a casa signora"
Disse Mark.
"Beh penso di potervi aiutare.... Questo è l'occhio di Agamotto, e contiene la reliquia più importante, la gemma del tempo, grazie a questa potrò portarvi nel vostro tempo."
Concluse e senza molte tarantelle attivò quell'aggeggio e una nube verde ci avvolge.
Quando riapriamo gli occhi ci arcorgiamo di trovarci in un posto a noi familiare.
"Guarda Peter, siamo a Central Park. Ce l'abbiamo fatta, siamo a casa"
Urlò Mark pieno di gioia.

Hola come va?
Vi è piaciuto il capitolo?
Peter e Mark ce l'hanno davvero fatta e potranno tornare alla loro vita di sempre o c'è qualcosa che non va?
Restate sintonizzati per scoprirlo. A domani.
~Leo.

Peter Parker🕸️La storia continuaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora