cap.123

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Peter's pov.
Visto che non riuscivo a dormire deciso di prendere un po' d'aria, così uscendo sal terrazzino della Stark Tower mi arrampico sulla parete per stare un po' più in alto per vedere meglio le  stelle.
"Hey bimbo-ragno."
Disse mio padre uscendo fuori.
"Petey, scendi da lì, fa freddo"
Mi disse.
"Si sta bene qui."
"Peter! Non far salire me. Dai scendi"
Disse serio, così decido di obbedirgli, mentre scendo scivolo, per via di una parte della parete che è lievemente ghiacciata. Mio padre mi afferrò prima che caddi a terra.
"Stai bene?"
Mi chiese e io annuii.
"Ti ho detto che non devi andare lassù la sera"
Disse aiutandomi ad tornare a terra, poi prese una coperta e la posò sulle mie spalle, mi avvicinai al bordo e guardai il panorama.
"Non riesci a dormire vero!?"
Disse mio padre arrivando al mio fianco.
"È bello qui."
Risposi.
"Mi sei mancando Spiderboy"
Disse abbracciandomi.
"Anche tu papà"
Mentre mio padre mi abbracciò un immagine esplose nella mia testa, come un fulmine spinsi via mio padre, e cercando di rimanere in piedi cerco di respirare, ma mi sembra di aver qualcosa in gola che impedisce il passaggio e la testa sembra esplodere.
"Hey Pete che ti prende?"
Disse notando la mia strana la reazione, io barcolando caddi sulle ginocchia mentre cerco di tenermi su, poggiando una mano sul freddo pavimento.
"Peter!"
Urlò allarmato mentre corre da me abbassandosi al mio fianco, capendo che non stavo bene, intanto cerco di prendere quanta più aria nei polmoni, senza molti successi, era come se stessi un una piccola cassa in fondo al mare e con una quantità minima di ossigeno.
"Hey Spidey, calmo"
Mi disse facendomi appoggiare a lui e mi alzò la testa per farmi respirare meglio.
"Sù calmati, va tutto bene. Papà è con te e tutto andrà bene"
Disse con tono calmo mentre mi scompiglia lentamente i capelli, nel frattempo la situazione non era cambiata, e più il tempo passa e più mi sembra di impazzire, ogni volta che chiudo gli occhi rivedo quelle scene, le più terribili della mia vita. 
Sono tutte piene di dolore e ferite mai curate. Fu sopratutto una che il sol ricordo mi fa tornare indietro una valanga di brutti momenti, continuo a vedere quello stronzo di Stane quando mi tenne prigioniero e mi torturò quando ero sotto il controllo di quella sostanza nera, e in particolare rivedo quelle volte che usava la violenza per punirmi. Rivedo quella volta che con una furia disumana mi scagliò la bottiglia di vetro contro, facendola rompere in tanti pezzettini che mi procurarono una miriade di tagli, dai quali usciva molto sangue, ricordo il dolore che durò per qualche secondo e dopo la strana sensazione di sentirsi troppo leggeri come se fossi vuoto e per finire tutto il sangue che mi ricopriva da capo a piedi.
"Peter!"
Disse mio padre preoccupato iniziando a scuotermi per una spalla, riportandomi alla realtà.
"Devi ascoltarmi okay!...rilassati, non pensare a niente e respira con me...Intesi!?"
Continuò cercando in qualunque modo a non farmi ricadere "nel mio mondo". 
Cerco di ascoltarlo, e per quanto mi è possibile di respirare secondo il suo ritmo, dopo svariati tentativi riuscii ad avere un respiro più o meno normale.
"Bene, come ti senti?"
Mi chiese mio padre che una volta che avevo iniziato a respirare in modo tranquillo anche il suo respiro tornò normale.
"Si, sto bene"
Risposi prendendo fiato.
"Okay, sù ora andiamo dentro, non puoi rimanere qui."
Continuò prendendo la coperta, che era caduta prima, e dopo averla posata sulle mie spalle mi aiutò ad alzarmi, mi aiutò anche a camminare dritto senza barcollare a destra e sinistra, una volta dentro mi siedo sul divano.
"Allora Spidey che ne dici di uscire?"
Io lo guardo un po' confuso.
"Ma ora mi hai detto di en-"
"Si lo so cosa ti ho detto, non sono un vecchio che si scorda le cose. Se ti metti una felpa pesante usciamo, hai bisogno di distrarti un po' e di recuperare le forze."
Disse interrompendomi. 
"Non ho molta di uscire, papà ho solo bisogno di starmene un po' da solo."
"Primo non era una domanda, poi non ti lascio solo ragazzino, credi sia così facile liberarsi di me? Non puoi stare solo, quello di prima è stato un attacco tra i più forti che tu abbia mai avuto, hai passato con me due giorni interi chiuso in laboratorio quando da piccolo avevi la febbre e non ti staccai gli occhi di dosso, secondo te ora ti lascio solo!?. Su mettiti qualcosa di pesante e andiamo."
Mi disse, dopo un po' mi alzo e vado in camera mia per prendere una felpa e dopo tornai da mio padre.
"Oh bene già di ritorno! Avanti mettiti il giubbino e andiamo"
Disse lanciandomelo contro.
"Avevi detto che la felpa bastava"
Replicai, non fa così freddo da avere a dosso cinquantamila cose.
"Pete è inverno, fa freddo, indossa il giubbino."
Aggiunse con uno sguardo minaccioso.
"Ah va bene"
Dico infilando quel coso di piume che trovo totalmente inutile e dopo scendendo fino al garage arriviamo in auto diretti verso il centro di New York, per le strade c'era molta gente nonostante l'ora, questo per via della piccola festa che c'è.
"Okay andiamo"
Disse mio padre mentre guarda le persone che passano accanto all'auto mentre mio padre parcheggia. 
Appena l'auto si fermò completamente scendiamo.
"Bene dove vuole andare il mio piccolo campione?"
Mi domandò.
Ovunque ci sia cibo.....ciboooo..
"Zitto tu"
Pensai ma senza accorgermene lo bisbigliai.
"Che dici?"
Mi domandò mio padre posandomi una mano sulla spalla.
"Oh niente, pensavo ad alta voce."
"Bene nel tuo pensare hai pensato anche a dove andare?"
"Lì"
Dissi e come se avessi avuto una sorta di illuminazione divina i miei occhi si soffermarono in un punto, e indicai una gelateria famosa in tutto lo stato per via dei gelati mega giganti.
Ottima scelta ragazzino.
Ovvio.
"Ehm...va bene ragazzino andiamo"
Affermò mio padre mentre ci avviciniamo alla gelateria. Presi un super mega cono.
"Non sono un esperto in gelatologia ma sono convinto che non dovresti mischiare tutti quei gusti"
Mi disse scherzando mentre ci sediamo ad uno dei tavoli della gelateria mentre io cammino fiero con il mio gelato.
"Cos'è che non va con il cioccolato, pistacchio, twinx, vaniglia, menta e caramello!?"
Risposi assaggiando il mio piccolo tesoro.
"Semplicemente non vanno d'accordo tutti insieme"
"Si ma nel mio stomaco è un abbinamento perfetto."
Risposi ironico. 
"Sei un caso perso"
Concluse, io continuando a mangiare il mio gelato scossi le spalle.
"Woo forte, guarda li!"
 Dissi indicando un punto dove stavano dando uno spettacolo con tanto di fuochi d'artificio.
"Okay ho capito, forza Spidey andiamo"
"Ti voglio bene"
Dissi alzandomi di scatto e dirigendomi verso quel palchetto.
"Hey almeno aspettami"
Mi rispose seguendomi.
C'erano vari giornalisti che erano lì riprendere quella piccola festa per la manifestazione.
"Oh no c'è anche lei"
Disse un po' seccato mio padre mentre si avvicina a me.
"Chi è papà?"
Chiesi.
"La giornalista più seccante di tutto il pianeta, non perde mai un colpo, deve avere la sua notizia anche se deve fare il giro del mondo per averla. È stata lei a insistere quando siete nati voi, cerchiamo di..."
"Oh mio Dio Tony Stark è uscito dalla sua tana."
Disse la voce di una donna che si avvicina a noi, mio padre si girò verso verso di lei.
"A cosa dobbiamo questa sua presenza qui, dopo giorni la troviamo qui a una semplice manifestazione, come mai?"
Iniziò a domandare a raffica. 
"Beh questo non è un fatto non sua pertinenza"
Rispose sarcastico con un sorrisetto, poi voltandosi verso di me e poggiandomi una mano sulla spalla camminò veloce tirandomi con se.
"Signor Stark, come mai dopo molte assenze alle conferenze di questi giorni ora ha deciso di uscire allo scoperto? E chi è quel ragazzino? È suo figlio!? Signor Stark....aspetti"
Continuò a dire ma mio padre non si fermò e in fretta raggiungemmo l'auto.
"Ce l'abbiamo fatta"
Disse ironico appena rientriamo in auto, io dopo averlo guardato strano mi metto comodo sul sedile e arriviamo a casa.
"Papà lo senti anche tu questo rumore?"
Domandai appena scesi dalla macchina, sembrava tipo il rumore di qualcosa che periodicamente sbatteva a terra a ritmo."
"Deve essere un mal funzionamento di qualche macchinario, dirò a Jarvis di controllare"
Rispose guardandosi intorno.
"Non penso che troverai il danno"
Dissi e lui si voltò immediatamente verso di me e io indicai la fonte del rumore.
"Papa"
Disse Mary che si avvicina gattonando con in mano il giocattolino che sbatteva a terra procurando quel rumore, mio padre la guardò sorpreso.
"E tu come ci sei arrivata qui giù!?"
Disse prendendola in braccio, dopo qualche secondo le porte dell'ascensore si aprirono.
"Ah l'avete trovata"
Disse Mark uscendo.
"Mark mi spieghi che cosa sta succedendo!? Perchè tua sorella era qui? E dov'è vostra madre?"
Rispose mio padre.
"Stavamo giocando a nascondino, ma lei ha scoperto il nostro passaggio segreto."
Continuò mio fratello.
"Noh non ci credo esiste ancora!? Credevo che papà l'avesse aggiustato!"
Parlai io avvicinandomi a mio fratello sorpreso.
"Di che parlate? Quale sarebbe questo passaggio che dovevo aggiustare!?"
"Oh niente"
"Già fai finta che non hai sentito nulla"
Rispondiamo io e Mark, mentre ci avviciniamo all'ascensore.
"Ragazzini tornate qui.... Dirò a J di scansionare il palazzo e lo troverò"
Disse raggiungendoci, con Mary tra le braccia.
"No, non lo farai, non ci sei riuscito tempo fa, è impossibile da trovare."
Risposi mentre entriamo nell'ascensore.
"Lo sapete che ho progettato io questo edificio vero!?"
"Non ci riuscirai lo stesso"
Disse Mark.
"Non sfidatemi. Ora voglio che tutti i miei figli vadino nel loro letto, prendete Mary e andate a dormire."
Ordinò nostro padre una volta che arriviamo al giusto piano, mentre presi mia sorella in braccio.
"Peter!?"
Disse Mark con un sorrisetto.
"Va bene"
Risposi uscendo dall'ascensore. 

Hola, come va?
Vi è piaciuto il capitolo?
Cosa succedere nel prossimo?
Ps. Ho cambiato la copertina, che ne pensate?
Alla prossima.
~Leo.

Peter Parker🕸️La storia continuaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora