~ Episodio 1 ~
Altro Che Apollo
- 20 Novembre, venerdì -
Narra il mito che Apollo, dio della luce e della musica, si innamorò perdutamente della ninfa Dafne, figlia del fiume Peneo. Il suo amore ardeva come il sole che guidava nel cielo, invincibile e luminoso. Eppure, nonostante il suo splendore divino, Dafne non desiderava essere amata da lui. La sua unica aspirazione era la libertà, una libertà che non poteva essere condivisa con nessuno. Così, quando Apollo la inseguì, Dafne fuggì, attraversando foreste e radure con la leggerezza del vento, finché le sue forze non iniziarono a cedere.
Nel momento di massima disperazione, quando le mani del dio stavano per afferrarla, Dafne invocò il padre, implorandolo di trasformarla, di sottrarla per sempre al desiderio di Apollo. Peneo accolse la sua preghiera. Il corpo della ninfa mutò in un albero: radici si conficcarono nel terreno, rami si innalzarono verso il cielo, e le sue foglie si mossero come capelli al vento. Era nata la pianta di lauro.
Apollo, sconvolto, si avvicinò alla corteccia ancora fresca, al corpo che non era più carne, ma legno. Con un misto di dolore e reverenza accarezzò le foglie verdi. «Se non puoi essere mia sposa, sarai per sempre il mio simbolo», mormorò. Accettando quella trasformazione, consacrò il lauro a sé, rendendolo la sua pianta sacra. Con le sue foglie intrecciò una corona d'alloro, simbolo di gloria e vittoria, un emblema che ancor oggi incorona i grandi.
Quella metamorfosi non spense il suo amore; al contrario, lo rese eterno. Apollo amò Dafne anche nella sua nuova forma, facendola parte di sé per sempre.
TaeHyung si sentiva come Apollo. Quando guardava JungKook, percepiva lo stesso struggimento, la stessa devozione che non si spegneva di fronte al rifiuto. Lo accettava per ciò che era, per ciò che avrebbe potuto essere. Lo accettava nonostante i segreti che proteggeva, nonostante i muri che alzava tra loro. Eppure, come Dafne per Apollo, anche JungKook sembrava voler fuggire, incapace di riconoscere ciò che sarebbe potuto nascere tra loro.
Finalmente, quella mattina, il cielo sopra Seoul non riversava pioggia. Una sottile nebbiolina aleggiava tra i grattacieli, come un velo lasciato in eredità dalla notte. Le strade, ancora umide, riflettevano la luce dei lampioni ormai spenti, creando giochi di colori iridescenti che si perdevano nei dettagli delle vetrine e degli alberi spogli lungo i marciapiedi. L'aria era fresca, quasi pungente, ma limpida, trasparente come un cristallo appena pulito. Il vento, appena accennato, portava con sé un odore di terra bagnata e foglie, un profumo che sembrava annunciare una tregua dopo giorni di temporali incessanti. Il bel tempo sarebbe durato?
TaeHyung aveva aperto gli occhi molto prima del solito. Le lancette dell'orologio segnavano le cinque del mattino, era inusuale per lui, raramente si ritrovava sveglio a quell'ora. Solo in occasioni straordinarie o in preda a un'inquietudine difficile da ignorare. La sera precedente era andato a dormire presto, un gesto atipico per chi, come lui, tendeva a prolungare le giornate tra lavoro e distrazioni. Quella notte, però, il corpo e la mente gli avevano chiesto una tregua.
Si alzò con una sensazione di vuoto, un misto di fame e stanchezza che sembrava reclamare attenzione. Era come se il suo corpo cercasse di compensare tutto ciò che aveva trascurato il giorno prima. La doccia, lunga e calda, invece di un rifugio in cui rilassarsi così da poter cominciare una nuova giornata, divenne, un posto dove ricordare il senso di disagio che lo accompagnava dalla giornata precedente e che lui aveva già cercato di cancellare la sera precedente. Il ricordo del pranzo con ShinHye riaffiorò con prepotenza: il sapore del merluzzo grigliato, le sue mani che gli sfioravano il polso con gesti studiati, e quelle parole che cercavano di ammorbidire una realtà che a lui sembrava solo soffocante. Anche sotto l'acqua bollente, l'ombra di quella nausea non lo abbandonava del tutto.
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Addicted
Fanfic[Omegaverse] Un amore malato lo definirebbero molti Ma noi lo chiameremo Addicted. Perché? Per via dell'incoercibile bisogno che hanno uno del corpo dell'altro. Perché non si bastano mai come al corpo non basta un unico respiro. Perché sono arresi e...