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"Hai sempre paura di me?" Mi domandò Federico.

Abbassai lo sguardo e feci cenno di si con la testa.

"Ti fidi di me?" Continuò.
"Mi fidavo" risposi sinceramente.
"Beh mi dispiace per te, ma questa volta dovrai fidarti. Ti porto in un posto e non farti costringere..." disse alzandosi dal letto.
"No Fede!" Esclamai cercando di evitare il suo sguardo, perché altrimenti era finita.
"Lo sai che per me non è un problema portarti anche in braccio, quindi arrenditi già da ora"
"... va bene..." annuii sbuffando.

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Salimmo in macchina.

Non avevo idea di dove mi volesse portare.

Ad un tratto sentii la sua mano sfiorare la mia coscia e poi mi prese per mano facendo incrociare le nostre dita.

Non avevo voglia di ricadere in uno dei suoi giochetti, così tolsi subito la mia mano da quel intreccio che si era creato.

E quel succhiotto fatto quattro minuti fa?
Era un attimo di debolezza.
Ed era così.

Lui ci rimase male.
Ma continuò a guardare la strada tenendo entrambi le mani sul volante. Vedevo che le sue nocche stavano diventando bianche.
Era arrabbiato.
Era deluso da se stesso.
Stava facendo di tutto per farsi perdonare, ma non ci riusciva in nessun modo.
Un pò mi dispiaceva, ma se l'era cercata.

Arrivammo davanti al palazzo più alto di Sydeny e fermò la macchina. Scese dall'auto e venne ad aprirmi lo sportello aiutandomi a scendere.

"Andiamo" disse senza nemmeno guardarmi.
"C-cosa v-vuoi f-fare?" Chiesi preoccupata.

Lui non rispose, mi prese ancora una volta per mano e cominciammo a fare tutte le rampe di scale del palazzo.

Arrivammo sulla terrazza in cima ed iniziai a tremare di paura.
Eravamo troppo, troppo alti.

Ma cosa voleva fare?

"Vieni" mi sussurrò all'orecchio senza lasciarmi la mano.

Mi prese per i fianchi e mi fece salire sul muretto del terrazzo.

Avevo paura.
Paura di cadere.

Mi accorsi solo adesso che da quassù, si poteva ammirare tutta la bellezza di Sydeny, ma non era il momento di pensare al paesaggio.

"F-federico ho p-paura, f-fammi scendere t-ti p-prego..." lo supplicai con gli occhi che cominciarono a lacrimare.

Iniziai anche a tremare per il freddo, ma soprattutto per la paura.

"Ti fidi di me?" Sussurrò di nuovo sul mio collo iniziando a dare altri piccoli baci umidi.

Feci un bel respiro e risposi:

"Sì mi fido di te".

Tutta Colpa Di Quegli Occhi||FEDERICO ROSSI||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora