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Erano circa le 3 di notte e non riuscivo a prendere sonno.

C'era qualcosa che mi mancava...
Ma non riuscivo a capire cosa...

Forse... Zac...?

Ehm ehm.
Dica rompipalle
Un nome: maschile.
Che inizia con la F.
MA UCCIDITI.

Decisi di alzarmi dal letto, dove ormai Fede stava dormendo come un cucciolo e andai a prendere un bicchiere d'acqua dal mini frigo che si trovava vicino alla scrivania.
Avevo davvero bisogno di bere un sorso d'acqua fresca.

Quando ritornai a letto il mio sguardo si fermò su Federico.
Era davvero bellissimo.
Aveva le labbra socchiuse, respirava soavemente e aveva il lenzuolo calato fino al bacino, così lo coprii a modo fino alle spalle.

 Aveva le labbra socchiuse, respirava soavemente e aveva il lenzuolo calato fino al bacino, così lo coprii a modo fino alle spalle

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Ad un certo punto vidi che iniziò ad aprire gli occhi con un po di fatica, sbattendo le palpebre un paio di volte.

Ma perché a me?

"Mi spieghi perché riesci sempre a svegliarmi? Stavo facendo un sogno bellissimo e tu cosa fai? Mi vieni a rompere le palle" disse sbuffando con la voce impastata dal sonno girandosi dall'altro lato, ovvero verso di me.
"S-scusami m-ma pensavo che a-avessi freddo per questo t-ti ho coperto. C-ci sono due gradi fuori e dormi sempre senza maglietta" mi giustificai balbettando imbarazzata.
"E da quando ti preoccupi per me?" Si alzò lentamente a sedere appoggiando la sua schiena alla testata del letto.
"Non ho mai smesso di farlo..." sussurrai guardandolo sinceramente nei suoi occhi.

Accennó un piccolo sorriso, sia dalle labbra, sia dagli occhi.

"Cosa ci fai sveglia a quest'ora?" Chiese curioso.
"Beh..." iniziai.
"Non riesci a dormire, vero?" Finì la frase che avevo cominciato io.

Annuii abbassando lo sguardo.

"So io come farti addormentare" continuò avvicinandosi a me.
"E-e-e come?" Domandai intimorita.

Mise le sue mani al bordo della mia maglietta, mi fece alzare le braccia e me la sfiló.

"Fede ma cosa fai?" Esclamai confusa coprendomi un po.
"La vuoi smettere di vergognarti di me? Tanto sei bellissima e poi lo conosco benissimo il tuo corpo, ormai" disse afferrando la sua maglia rossa che si era messo la sera precedente da sopra il suo comodino.

Me la mise, facendo entrare prima il collo e poi le braccia.

Ma si può sapere perché tutti i suoi vestiti mi stavano enormi?

"Ecco. Vieni qui" mi fece appoggiare la testa sui suoi addominali e mentre le mie mani cingevano il suo bacino, cercò di coprirci entrambi con il piumone del letto.

In pratica mi aveva soltanto tolto la mia maglietta e messo la sua, come poteva riuscire ad addormentarmi in questo modo?

"Sei una bambina e come tale devo trattarti" mise le sue braccia sotto la maglietta che avevo indosso e rabbrividii quando con il suo tocco freddo, ma pur sempre dolce, cominciò a farmi i gattini.

Tutta Colpa Di Quegli Occhi||FEDERICO ROSSI||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora