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Il cameriere arrivò finalmente con i piatti che avevamo ordinato.
Io scelsi di prendere gli spaghetti alle vongole, Zac la pasta ai funghi, Amanda una pizza margherita e Federico i tortellini panna e prosciutto.

Come sempre....

Sorrisi a quel pensiero.

Durante tutta la cena Federico non riusciva a togliermi gli occhi di dosso e quando Zac mi prendeva per mano da sopra il tavolo facendo intrecciare le nostre dita, vedevo che si irrigidiva. E non poco.

Infatti, cominciò a bere la birra molto velocemente, ma mi ricordavo benissimo che non reggeva l'alcool.

Senza farmi notare da nessuno, gli tirai una leggera pedata da sotto il tavolo e lui mi guardò confuso.

"Non esagerare..." sussurrai pianissimo.
"Sì mamma" rispose quasi ridendo alzando gli occhi al cielo.

E a sua volta, senza farmi vedere né da Zac né da Amanda, risi pure io.

Era inevitabile riuscire a non sorridere con lui, aveva il potere di farmi ridere anche dopo tutto quello che era successo fra di noi.

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Passarono due ore ed eravamo sempre lì, seduti a quel maledetto tavolo.

Zac e Amanda che parlavano fra di loro, Federico che faceva finta di ascoltarli ed io che giocavo con la forchetta, facendola girare nel piatto ormai vuoto e con il mento appoggiato sul mio braccio.

Quando, ad un certo punto, sentii una mano sfiorarmi la coscia da sotto il tavolo ed io riemersi subito dai miei pensieri.
Vidi Federico guardarmi con degli occhioni tenerissimi ed io arrossii.
Molto lentamente e cercando nei miei occhi il mio consenso, fece entrare la sua mano all'inerno della mia coscia e cominció ad accarezzarmi in quel punto.

Miliardi di brividi mi pervasero su tutto il corpo.

Dopo poco prese la mia mano sempre sotto al tavolo, ovviamente, e l'appoggió sul suo ginocchio.
Le nostre dita cominciarono a giocare insieme: si univano, si stringevano, andavano a cercare le une delle altre...

Quando, però, (s)fortunatamente i nostri sguardi s'incrociarono, stando sempre attenti a non farsi vedere da nessuno Federico mi disse:

"Vieni con me in bagno...?"

Molto lentamente, ancora paralizzata da quello che stava succedendo, gli feci cenno con la testa di no.

Federico ci rimane male.
Lo vidi.

"... ti prego..." sussuró con i suoi occhi quasi lucidi.

Non gli risposi.

"... voglio stare un po con te..."

"... mi manchi..." continuò sussurrando.

Ad un tratto Zac si accorse che c'era qualcosa di strano a causa degli sguardi che io e Fede ci stavamo scambiando, così chiese immediatamente il conto al cameriere.

Io automaticamente tolsi la mano intrecciata a quella di Federico sotto al tavolo perché mi accorsi che quello che stavo facendo non era giusto nei confronti di Zac.

Federico rimase sorpreso dal mio gesto, evidentemente non se lo aspettava nemmeno lui, ma fece finta di niente e si alzò per andare a pagare pure lui.

A sua volta ci alzammo anche io ed Amanda, andando incontro ai nostri ragazzi.

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Vollero pagare i loro, Zac e Federico, così io e zucchero filato non insistemmo più di tanto.

Usciti dal ristorante cominciammo ad incamminarci verso l'albergo che Amanda aveva prenotato, quando per sbaglio, a causa dei tacchi alti, inciampai su una mattonella del marciapiede che era un po più elevata rispetto alle altre.

Federico da dietro riuscì a prendermi per i fianchi e a non farmi cadere a terra.

"Attenta" mi sussurrò serio all'orecchio sopra i capelli con voce anche un po provocante facendomi arrivare una scarica elettrica su tutta la schiena.

Per fortuna Zac e Amanda erano più avanti rispetto e noi e quindi non videro la scena.

Continuammo a camminare ancora, passando fra le vetrine dei negozi di marche molto conosciute, come Chanel, Dolce e Gabbana, Vans, Calvin Klein, Dior e molte altre ancora.

Passammo davanti al negozio di Gucci e mi innamorai subito di una maglietta.

"Che bella!" Esclamai fermandomi a vedere la vetrina con i miei occhi a cuoricino.

Era una semplice maglia bianca con qualche rifinitura in nero ef oro e un piccolo fiore rosa sulla spalla destra in alto.
Nulla di che, ma mi piaceva davvero un sacco.

"Ti piace veramente?" Domandò Zac.

Annuii felice.

Per un attimo pensai davvero che me la volesse comparare, ma invece...
Che povera illusa...

"Amore se fosse stata un po più bella e particolare, te l'avrei comprata. In fondo è solo una maglietta bianca e a te non dona molto il bianco. Dai, se vedi qualcos'altro dimmelo, okay?"

In quel momento la mia felicità si trasformò in una vera e propria delusione.
Tristezza.
Come quando ad un bambino cade a terra il gelato appena comprato senza nemmeno averlo assaggiato, oppure quando gli vola il palloncino del suo cartone animato preferito in aria.

"A volte mi chiedo che gusti tu abbia..." continuò ridendo.

Mi allontanai dalla vetrina e proseguii avanti senza dire una parola a testa bassa.
Non ero arrabbiata...
Solo delusa dal suo comportamento.

Quando l'avevo conosciuto per la prima volta, non era così.
Non avrei mai pensato che avrebbe potuto avere un carattere scorbutico.

Con la coda dell'occhio potevo riuscire a vedere Federico discutere con Zac.

Perché?
Ma perché?
Non poteva farsi i cazzi suoi pure lui?

Se la metti così allora tu sei un 'cazzo' suo.

Si doveva sempre intromettere.
Ma vaffanculo.

"Zac vieni!" Lo chiamai per farlo smettere di litigare con Fede.

Lui venne subito, lo presi per mano e continuammo a camminare insieme.

Mi voltai un secondo e non vidi né Fede né Amanda dietro di noi.

Ma poco mi importava.

Adesso volevo solo andare in hotel e rilassarmi.
Solo questo.

Tutta Colpa Di Quegli Occhi||FEDERICO ROSSI||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora