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GISELLE'S POV
Io e Zac eravamo appena tornati a casa.

La cena... si dai.
Era stata bella.
Ma mi aveva portato in un ristorante troppo lussuoso.
Non c'erano modi di far allontanare i camerieri dal nostro tavolo.
Ed ogni volta che finivamo il vino nel bicchiere, c'era un ragazzo pronto per rimettercelo.

I posti così non erano per me.
Non lo erano mai stati.

Adesso non mi voglio vantare.... Anche io ero abbastanza ricca, ma i soldi preferivo spenderli per viaggiare e non in macchine, serate in ristoranti di lusso, hotel a cinque stelle e così via.

"Allora verrai con me in Italia?" Domandò entrando in camera mia.
"Va bene..." Risposi sbuffando un pò controvoglia.

Lui se ne accorse e per questo disse:

"Ti divertirai, vedrai"
"Lo spero" sussurrai tra me e me.

Mi sorrise e mi venne incontro.

"Vieni qui!" Esclamò allargando le sue braccia.

Quel 'vieni qui' mi ricordó tanto Federico.
VAFFANCULO.

Io lo abbracciai mettendo le mie braccia attorno alla sua schiena.
Pochi secondi dopo, cominció a far scendere le sue mani sul mio fondoschiena ed io mi irrigidii all'istante.
Cercai di staccarmi da lui, ma iniziò a baciarmi il collo fino ad arrivare all'angolo della bocca ed infine alle mie labbra.

Capii subito che i suoi baci non erano come quelli di Federico.
Mancava quel briciolo di dolcezza.
E inoltre non erano nemmeno umidi. Secondo me, non sapeva baciare più di tanto.

Sentii le sue mani sollevarmi da sotto il sedere fino a lasciarmi cadere sul letto.
Mi fece aprire le gambe e senza smettere di baciarmi mi tirò su il vestito fino ai fianchi. Con molta velocità mi strappò via le mutandine di dosso e sentii il suo dito sfiorare la mia intimità.
Era una cosa che prima ad ora non avevo mai provato e infatti avevo paura.
All'inizio cominció a bruciarmi, ma poco dopo stavo quasi per raggiungere l'apice del piacere.
Iniziai ad ansimare sempre di più e quando ero vicina nel venire, lui tolse le dita che ormai erano diventate tre o quattro e mise il suo sesso dentro di me. Avevo gli occhi chiusi, ma potevo vedere la sua ombra che si muoveva sopra il mio corpo.

Ad un tratto inizió ad accellerare, ed accellerrare, sempre di più. Andava così forte che non riuscivo a sentire nemmeno più il piacere.
Soltanto dolore.

"Z-zac m-mi fai m-ma-le..." provai a dire.

Lui peró era troppo concentrato e non mi ascoltava neanche.

Dai miei occhi iniziarono ad uscire delle piccole lacrime, poi però, per fortuna venne finalmente dentro di me e a sua volta venni anche io.

"S-scusa piccola, i-io n-non volevo farti d-del m-ma-le..." si scusó respirando ancora a fatica.
"N-non t-ti p-preoccupare. S-sono io
c-che non ci s-sono abituata..." risposi tutta sudata.
"V-vuoi dirmi che il tuo ex ragazzo non ti aveva mai messo due dita dentro?" Domandò sorpreso.
"N-no..." risposi imbarazzata.

No.
Federico non era così.
Così violento.
Io con Zac avevo fatto sesso.
Con Fede facevo l'amore.

"Allora vuol dire che non ci sa fare con le donne a letto" disse fiero di sé rimettendosi l'intimo.

"Eh no. Ci sa fare eccome. Sei tu che le violenti"
Volevo rispondergli cosí, ma non ne ebbi il coraggio.



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