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Il nostro hotel si chiamava Beauty e si trovava proprio nel centro di New York.
Aveva cinquanta piani ed era a dir poco spettacolare.

Entrammo nell'ingresso e di fronte a noi c'era un balcone con scritto Reception.

"Buonasera, avrei prenotato una camera a nome Rossi" chiese Fede.
"Si, aspetti un secondo" disse il proprietario dell'hotel mentre guardava un grande schermo di fronte a sé.
"Ecco a voi! Buona permanenza!" Esclamó porgendo a Federico la chiave numero 315.
"Grazie mille!" Gli sorrise.

Dopo aver cercato la nostra camera per quasi tutto il decimo piano, la trovammo.

"Pronta?" Mi sorrise infilando la chiave nella serratura della porta.

Io mi limitai a fare un sorriso a trentadue denti.

Poi aprì la porta e la prima cosa che catturó la mia attenzione fu il letto posizionato su una piattaforma un pò più alta rispetto al parquet. Alla destra della porta c'era una piccola piscina con idromassaggio, abbastanza grande per solo due persone. Il bagno invece era alla sinistra del letto. Anche quello era molto spazioso: aveva una doccia, un lavandino azzurro chiaro, uno specchio grande e luminoso e infine, ovviamente, il water.

Nonostante fosse un hotel a cinque stelle non era tanto lussuoso.
E menomale.

Per non parlare della vista del paesaggio... era bellissima!
Dalla nostra finestra potevamo vedere tutta la città.

"Ti piace?" Mi domandò Federico venendo verso di me e abbracciandomi da dietro.
"Lo adoro! È stupendo, veramente!" Gli sorrisi dolcemente.

Feci una pausa.

"Grazie per tutto quello che fai per me" gli stampai un bacio sulle labbra.
"Ehi non ti preoccupare, okay? Avevamo entrambi bisogno di staccare un po dal lavoro. Tra poco cominciamo anche i tuor estivi..."
"Già..."
"Vabbè... non pensiamoci ora..." mi strise a sé.
"Andiamo a fare shopping?" Domandai.

Lui alzó gli occhi al cielo.

"Me lo avevi promesso..." continuai con gli occhi a cucciolo e facendo il broncio.
"È impossibile risponderti di no se mi guardi con questi occhioni bellissimi"
"Siiii!!!" Gli saltai in braccio dalla felicità.

"Da quale negozio vuoi partire?" Domandò Fede mentre chiudeva a chiave la nostra stanza per uscire.

Prendemmo l'ascensore per scendere al pianto terra e consegnammo le chiavi al direttore dell'albergo.

"Mm non lo so..."
"Io direi Victoria Secret" affermò.
"Sei sempre il solito..."alzai gli occhi al cielo.
"Lo so..." rispose fiero di sé.

Cominciammo a camminare per le strade di New York, quando ad un tratto Federico mi afferró con delicatezza un braccio e mi prese per mano.

Amavo davvero tanto questo suo gesto.
Era raro che lo facesse in pubblico.
Era davvero bello almeno per una volta camminare come persone normali. Voglio dire: qui a New York non ci conoscevano molto. Federico e Benjamin non li conoscevano proprio in America, mentre io ero più conosciuta dalle parti di Los Angeles. Qua non ci chiedevano foto, interviste o autografi.
Era bello.
Era bello per una volta essere se stessi senza la paura di come sembrare agli occhi degli altri.
Era davvero bello.

Ad un certo punto, Federico sfiló il suo cellulare dalla tasca dei suoi pantaloni e cominciò a digitare qualcosa.

"Che cosa scrivi?" Chiesi.

Ero curiosa.
Sempre stata.

"Aspetta..."
"Ecco leggi..." continuò.

Mi passó il telefono, lo presi in mano ed iniziai a leggere:

"SOLAMENTE NOI, NONOSTANTE TUTTO. SOLO SE VORRAI, IO SARÓ AL TUO FIANCO, NON MI PERDERAI. QUESTI OCCHI TI APPARTENGONO E BRILLANO PER TE"

Sorrisi.

"Cos'è?" Domandai ancora.
"Un nuovo spunto per una nuova canzone. Solo con te mi viene l'ispirazione giusta"

Mi alzai sulle punte e lo baciai.
Lui mise le sue mani sui miei fianchi, ma poi le abbassò fino ad arrivare al mio lato b.

"Fede!" Mi staccai da lui ridendo.
"Tanto rimarrai sempre più bassa di me!"
"Io non ci conterei..."
"Ah no? Anche se ti metti i tacchi non riesci a superarmi"

Scoppiammo insieme in una grande risata.
Era bello ridere con lui.
Mi faceva stare bene.

"Ehi Fede! Guarda bella!" Esclamai indicando una maglietta nera e bianca in una vetrina di Dsquared.
"Ti starebbe benissimo con gli occhi che hai!"
"Provatela!" Continuai io.

Lo presi per un braccio e lo costrinsi ad entrare nel negozio.

Tutta Colpa Di Quegli Occhi||FEDERICO ROSSI||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora