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GISELLE'S POV
Ero seduta sul divano ad aspettare che Federico e Morena scendessero, quando sentii un tonfo provenire dal piano superiore.
Sabbalzai in piedi dalla paura e pochi secondi dopo udii un urlo.
Un urlo di rabbia.

Cosa cazzo era successo?

Pochi secondi dopo vidi Morena scendere lentamente le scale piangendo.

Le andai subito incontro e d'istinto l'abbracciai.

"C-cosa è-è s-successo?" Mi tremava la voce.
"F-fede... f-fe-ed-de... l-l-lui..." non fece in tempo a finire la frase che sentimmo un altro tonfo.

Ma cosa cazzo stava succedendo?

Vidi Morena tremare ed accasciarsi a terra sul pavimento.
La sorressi un pò per evitare che si facesse del male e poi mi sedetti davanti a lei.

"Cos'è successo?" Domandai di nuovo sempre più impaurita.

"DOVE SONO LE ANALISI DI QUANDO ERO BAMBINO?" Gridò Federico scendendo a corsa le scale facendo un grande salto agli ultimi quattro scalini.

Un salto così in alto che pensavo si fosse fatto del male.

Era rosso dalla rabbia, aveva tutti gli occhi lucidi e gonfi.
Aveva pianto.

"DOVE SONO?" Urlò ancora più forte.
"N-nel-la v-vetrinet-ta a-ac-canto a-ai 
b-bic-chieri..." sussurrò Morena continuando a piangere.

A passo svelto, deciso e pieno di rabbia, Federico andò verso le vetrinetta, ma fortunatamente riuscii a bloccarlo.

Mi alzai da dov'ero seduta vicino a Morena, corsi verso di lui, lo presi per un braccio e gli dissi:

"Fede cosa cazzo sta succedendo?"

Lui tolse la sua mano dalla mia presa molto violentemente e mi gridò contro:

"NON SONO CAZZI TUOI!"

Sì girò dandomi le spalle e aprì la vetrinetta dal vetro sottile. Prese una busta bianca con il marchio di un ospedale e la strappó in mille pezzi.

"Nooo Federico!" Singhiozzó Morena.

Dopo aver fatto a pezzi tutti quei fogli, prese due bicchieri che si trovavano lì vicino e li gettó a terra che finirono per rompersi in piccolissime sghezze di vetro.

Sobbalzai dallo spavento e ritornai da Morena.

"T-ti p-prego... d-dimmi c-cosa è-è sucesso..." cominciai a piangere pure io.

Non sapevo più cosa fare.
Non potevo aiutare Federico non sapendo il perché di questo suo comportamento.

"V-vedi, q-quando Federico e-era    piccolo..."

Fece una pausa prendendo un grande respiro.

Sentimmo altri vetri cadere e vidi Fede con mille lacrime agli occhi lanciare a terra tutti i piatti che erano nel cassetto.

"Q-quando Federico era piccolo, gli si fermò il cuore e..." provò a continuare.

Udimmo altri tre tonfi.

"E... per fortuna gli ripartí subito,
m-ma... ha r-rischiato di m-morire" mi abbracció di colpo.

Altri due tonfi.

"Adesso deve fare altri controlli, ma tutti noi, compresa me stessa, pensavamo che ormai questa cosa fosse una storia chiusa, messa alle spalle. Quella volta rimase un mese in ospedale..."

Cercai di consolarla, ma sentii un altro oggetto rompersi.

Mi alzai da terra ed andai verso Federico.
Sul pavimento c'erano miliardi di piccoli vetri sparsi ovunque ed io ero scalsa.
Se mi avvicinano ancora di più rischiavo che qualche pezzo di vetro mi entrasse nel piede.

Tutta Colpa Di Quegli Occhi||FEDERICO ROSSI||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora