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GISELLE'S POV
"Ecco la cena per la malaticcia" disse Fede entrando in camera con un vassoio un mano.

Non poté non sorridere.

"Ma non c'era bisogno di portarmela, potevo benissimo scendere io in cucina!" Esclamai mettendomi a sedere sul letto.
"Zitta e mangia adesso" appoggiò il piccolo vassoio vicino a me, dopodiché mi si sdraió accanto.

"Ho cucinato io eh, ti avverto" rise.
"Bravo, così quando metteremo su casa sarai tu il cuoco"

Rimase di stucco al sentire di quelle parole.
Evidentemente non si aspettava una risposta così.

"Allora mi sa che mangeremo tutte le sere pizza da asporto" si avvicinò stampandomi una bacio sulle labbra.
"Oppure, ti porterò tutte la sere fuori a cena, chissa..." continuò con gli occhi sognanti.
"Mangeremo insieme tutte le sera delle nostra vita"

Sorrisi e lo abbracciai teneramente.

"Dai adesso mangia, altrimenti si raffredda tutto" disse Federico staccandosi da me.
"Che cosa mi hai fatto?" Chiesi curiosa guardando il vassoio che aveva appoggiato sul letto.
"Tortelli panna e prosciutto, ti piacciono?"
"Sii!" Esclamai entusiasta prendendo la forchetta dal piatto e cominciando a mangiarli.

Vidi Federico accennare un piccolo sorriso mentre mi guardava con i suoi bellissimi occhi azzurri come il mare.

"Vieni qui..." sussurrai mettendomi in ginocchio sul letto in modo tale che lui si potesse sedere dietro di me con la schiena appoggiata alla testata letto.

A sua volta mi appoggiai al suo petto e prendendo il piatto con i tortellini in mano, li continuai a mangiare.

"Buoni?" Domandò sorridendo ancora.
"Anche se fossero stati cattivi li avrei mangiati comunque soltanto per il semplice fatto che li hai cucinati tu" gli diedi un bacio sulla guancia.

Con la forchetta tra le mie mani, presi un tortellino dal piatto e lo portai alla bocca di Federico.

"Apri" sussurrai dolcemente mettendo una mano sotto in modo tale che non cadesse.

Lui schiuse le sue labbra un po imbarazzato ed io lo imboccai.

"Buoni! Si, sono contento del mio lavoro da chef" rise masticando.

La sua risata contagió pure me.

"Quindi parti domani mattina per la Spagna?" Ritornai seria e un po triste.
"Sì..." mi spostò i cappelli che mi ricadevano sul viso.
"Dai piccola... saranno solo tre giorni: il primo arriviamo, il secondo facciamo le prove il pomeriggio e il concerto la sera e poi il giorno dopo torniamo a casa. Abbiamo passato di peggio senza vederci, lo sai anche tu..." cercò di consolarmi.
"Sì, lo so... ma voglio venire con te..."
"Non è colpa tua se ti sei ammalata, vedrai che passeranno velocissimi questi giorni. Ti fidi?"
"Certo che mi fido... è solo che avrei voluto starti accanto e supportarti... ci tenevi così tanto..."

Federico mi tolse il piatto di tortellini dalle mani facendo attenzione a non rovesciarlo, dopodiché mi prese per i fianchi, mi sollevò e mi abbracció facendomi sedere sulle sue ginocchia.

"Ti amo Giselle"
"Ti amo anche io Federico" sussurrai sul suo collo.
"Ti offendi se ti dico che non ho più fame?" Chiesi staccandomi da lui ridendo.
"No, ma solo perché hai la febbre altrimenti, si, mi sarei offeso"
"Cazzo Fede! Hai mangiato dalla mia stessa forchetta! E se ti avessi attaccato la feb--..."
"Sta tranquilla"
"Ma--..."
"Ho detto, sta tranquilla" ripeté lui.

Vi siete limonati fino ad ora...
Va be. Lasciamo stare.

Feci un leggero e tenero sorriso.

Tutta Colpa Di Quegli Occhi||FEDERICO ROSSI||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora