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FEDERICO'S POV
Lì vicino a dove eravamo noi si trovava un ponte famosissimo in tutto il mondo chiamato 'Il ponte dell'infinito' dove una leggenda narrava che se baciavi il tuo ragazzo o la tua ragazza lì sopra mentre chiudevi un lucchetto a chiave alla sporgenza del ponte e gettavi la chiave giù nell'acqua del fiume, il vostro amore sarebbe durato per sempre. Ma se qualcuno avrebbe trovato la chiave ed avesse aperto il vostro lucchetto il destino, racconta la leggenda, sarebbe stato costretto a separarvi.

A Giselle erano sempre piaciuti questi generi di racconti, così entrai in una tabaccheria lì vicino e chiesi un lucchetto con appunto la sua chiave al proprietario.
Lui me ne diede uno classico, fatto di metallo.
Lo ringraziai educatamente ed uscii dal negozio.

"Sì può sapere che cosa vuoi fare? Io non capisco..." mi disse Giselle che per tutto il tempo aveva tenuto il suo sguardo interrogativo puntato su di me.
"Pensavo che ci saresti arrivata, ma in questo caso non te lo dico" risposi sorridendole.
"Dai Fede!"
"Ho detto di no! Ci devi arrivare da sola" ribatté io.
"Bene" si fermò di scatto in mezzo alla strada.
"Finché tu non me lo dici, io non mi muovo da qui" protestó.
"Lo sai che non mi ci vuole molto a prenderti in braccio, quindi smetti di comportarti come una bambina piccina e vieni con me" risposi serio afferrando la sua mano.
"Va bene..." si arrese.

Finalmente decise di seguirmi e in poco tempo arrivammo proprio al centro sopra il ponte.
Ci fermammo ed io mi sporsi un po per vedere la sua altezza, quando Giselle mi domandò:

"Adesso me lo puoi dire?"
"Davvero non ci arrivi? Ti facevo molto meno stupida..." risi.

Alzò le spalle.

"Un ponte... un lucchetto... una chiave... t-tu... i-io..." balbettai verso le ultime parole.

D'un tratto i suoi occhi s'illuminarono più del sole che quel giorno splendeva alto in cielo.

"D-davero?" Balbettó pure lei.
"Davvero piccola, davvero" le risposi agganciando il lucchetto al ponte.

Dopodiché, feci prendere in mano la chiave pure a lei e mi avvicinai alle sue labbra.

"Ti amo" sussurrai.
"Ti amo" sussurrò anche lei con un sorriso.

Un sorriso vero, finalmente.

Fece azzarare la poca distanza che ci separava in un dolce bacio. Chiudemmo entrambi gli occhi e non appena la nostre labbra si toccarono fra di loro, lasciammo cadere la chiave del lucchetto giù dal ponte.
Poi, con i nostri sguardi la guardammo fino a che non scomparse nell'acqua del fiume.
Inaspettatamente, Giselle mi prese per mano e fece incrociare le nostre dita sorridendomi ancora una volta.

"M-mi puoi dire che cosa avevi prima?" Chiesi un po impaurito da come avrebbe potuto rispondere.
"Niente..." abbassò lo sguardo.
"Giselle, dai, ormai ti conosco, smettila di dirmi le bugie... non ci sei mai riuscita con me" le dissi sinceramente facendole alzare il suo sguardo da terra.
"È solo che..." fece un leggero sospiro girandosi verso la sporgenza del ponte e guardò di fronte a sé il paesaggio.

Io mi avvicinai a lei e mi fermai a guardarla di profilo.
Era così bella.
Per non parlare di quel vento caldo e leggero che le faceva volare elegantemente tutti i suoi lunghi capelli biondi.

"È solo che..." provai a farla continuare.
"È solo che non mi piace quando mi dici cose troppo 'sporche' " fece con le sue dita il segno delle virgolette e andò avanti a parlare.
"... mi fai sentire una... una prostituta..." abbassò lo sguardo sull'acqua del fiume.

Una fitta mi arrivò dritta al cuore.

"Giselle, ma--..." iniziai io.
"Sì lo so che scherzi, ma mi da fastidio..."

Tutta Colpa Di Quegli Occhi||FEDERICO ROSSI||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora