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"Cosa succede? Non te la da più eh" urlò una voce alle nostre spalle.

Ma cos???

Io e Fede ci alzammo contemporaneamente e guardammo il volto di quella persona che poco prima aveva pronunciato quella frase.

Era un ragazzo di circa 28/29 anni.
Alto e muscolo, con un gruppo di altri due ragazzi dietro.

"Che cosa hai detto scusa? Che fai cerchi rogna?" Rispose incazzato Federico alzandosi dal lettino dove mi ero seduta poco prima io.

Aveva i pugni stretti e le nocche bianche come non mai.

"Lascia stare... andiamo via" sussurrai a Fede prendendolo per un braccio.
"Ho detto: non te la da più la tua bella fidanzatina? Che cosa le hai fatto, perché dovrebbe perdonarti? Sentiamo" lo provocò l'uomo incrociando le braccia sul proprio petto.
"NON SONO CAZZI TUOI!" Gridò secco.
"Calmati amico, calmati!" Rise l'uomo.
"Senti puttanella, mi fai un pompino in cambio di dieci euro? Dovresti essere molto brava, dai andiamo di là io e te, è? Che ne dici?" Continuò avvicinandosi a me.
"C-c-cosa?" Tremai di paura.

Ma chi erano questi uomini?
Che cosa volevano da noi?

"NON TI AZZARDARE MAI PIÙ A CHIAMARLA IN QUEL MODO!" Urlò Federico saltandogli addosso.

Iniziò a tirargli dei cazzotti nello stomaco diventando rosso dalla rabbia.
L'uomo lo spinse a terra e cominciò a dargli dei calci sul suo petto nudo.
Urlai di paura ed infinite lacrime cominciarono a scendere dai miei occhi rigandomi le guance.

"Ti prego smettila! Smettila!" Gridai contro il ragazzo con il mio volto pieno di lacrime.

Spostai il mio sguardo verso Federico che era disteso a terra con il labbro sanguinante.
Mi buttai accanto a lui.

"F-fede... t-ti prego..." piansi ancora più forte.
"Jack! Jack!" Gridò uno dei ragazzi alle spalle di colui che stava calpestando Federico.
"Jack! Ci sono gli sbirri! Andiamo via!"
Cominciarono a correre più volece che potevano verso l'uscita.

Jack, o almeno così si chiamava, tirò un ultimo calcio nelle costole di Fede e scappò insieme agli altri due.
Sentii Federico gemere dal dolore ed urlai ancora piú forte dalla paura non sapendo più cosa fare.

"Fede!" Mi appoggiai sulla sua spalla piangendo.

Stava perdendo un sacco di sangue dal petto a causa di una ferita provocata dalle scarpe di quel coglione.
Con le mie mani provai a farne diminuire un pò la fuoriuscita, ma non ci riuscii perché era troppo ed usciva velocemente.

"A-aiutami a-a-ad a-lzar-mi " sussurrò con un filo di voce dolorante.

Insieme alle lacrime che scendevano sulle mie guance e le mie dita coperte di sangue, diedi le mani a Fede e lo aiutai a tirarsi su.
Lui appoggiò un braccio sulla mia spalla, attorno al mio collo, e un pò zoppicante provò a fare un passo, ma cadde di nuovo a terra dal forte dolore.

"N-non mi lasciare, t-ti p-prego              F-fede..." singhiozzai.
"P-pic-cola... g-guardami, g-guardami negli occhi"

Alzai il mio sguardo ancora pieno di lacrime.

"Andrà tutto bene vedrai"

Gettai le mie braccia attorno al suo collo e lo abbracciai stringendolo a me.

Pochissimi secodi dopo vidi finalmente un ragazzo con una maglietta rossa con scritto Life Guard correre verso di noi.

"Vieni qui figliolo, ti portiamo nella stanza del primo soccorso e proviamo a medicarti un pò le ferite..." disse preoccupato.

Tutta Colpa Di Quegli Occhi||FEDERICO ROSSI||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora