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In soli pochi minuti di macchina arrivammo in centro a Modena ed andammo in un parcheggio per lasciare l'auto.

Scesi aprendo la portiera e notai Federico venire verso di me porgendomi la sua mano.
L'afferrai e lui fece intrecciare le nostre dita fra di loro.

Sorrisi a quel gesto.

"Fede?" Lo chiamai fermandomi.
"Dimmi piccola" si voltò verso di me.
"Ti amo"

Salii sulle punte, avvolsi le mie braccia attorno al suo collo e lo baciai.
Un bacio semplice.
Ma bisognoso.
Per entrambi.

Si, riuscì a capirlo quando Federico appoggió le sue grandi mani sui miei fianchi facendomi, in questo modo, aderire al suo petto.

"Mi piacciono questi momenti inaspettati" sorrise leccandosi le sue labbra.

Sorrisi pure io, dopodiché, ci incamminammo verso le piazza centrale.

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"È bellissimo qui!" Esclamai contenta ed entusiasta girandomi intorno quando uscimmo dal parcheggio che si trovava sottoterra.
"Tu però sei più bella..." mi fece fare delicatamente una giravolta prendendomi due dita.

Sorrisi imbarazzata, fino a che Fede mi fece girare ancora una volta verso di lui e mi costrinse a guardarlo negli occhi.

"La vedi quella chiesa laggiù in fondo?" Domandò.

Girai la testa in modo che la potessi vedere ed annuii.

"Un giorno ti porterò all'altare lì..."
"... Fede... " lo abbracciai d'istinto con delle piccole lacrime agli occhi che tentavano di uscire, ma questa volta, stranamente, riuscii a trattenerle.
"Dico la verità..." sussurrò al mio orecchio.

Mi diede un bacio a fior di labbra dicendo:

"Sono già le 3:30, facciamo un giro e poi torniamo a casa, d'accordo? Sai com'é Ben, se non sono pronto per le 17 si incazza"

Risi e gli risposi:

"Va bene" lui si uní a me.

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Facemmo un giro veloce per tutto il centro di Modena; entrammo in vari negozi per cercare qualcosa da comprare, ma non ci colpí niente di niente, così, decidemmo di ritornare a casa.

"Volevo prenderti qualcosa di carino oggi, ma non ho visto niente in particolare" sbuffó Fede.
"Mica ogni volta che andiamo da qualche parte mi devi sempre comprare qualcosa..." risposi sinceramente.
"Sì, ma era un modo per ringraziarti per quello che hai fatto per me durante quei giorni in cui ero in ospedale"
"Fede! Ma non ti preoccupare!" Gli sorrisi abbracciandolo.

Arrivammo finalmente davanti alla nostra auto, quando Federico mi prese per un braccio.

"Vieni qui" sussurrò facendomi sbattere contro il suo petto.

Risi.

"Cosa c'è?" Chiesi curiosa.
"Dammi un bacio" si avvicinò sempre di più alle mie labbra.
"No!" Lo provocai.
"No? Come no?!"

Mi sollevó per i fianchi prendendomi in braccio. Mi appoggió sul cofano della sua auto e cominciò a baciarmi il collo.

"F-fede..." cercai di farlo allontanare.
"Allora dammi un bacio" mise il broncio con uno sguardo da bambino.

"Allora dammi un bacio" mise il broncio con uno sguardo da bambino

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Sorrisi senza volere e lo accontentai.

Feci congiungere perfettamente le nostre bocche.
Iniziò a mordicchiarmi con i suoi denti il mio labbro inferiore e per sbaglio, mi scappó un gemito abbastanza forte.
Le nostre lingue cominciarono a giocare fra di loro, sfiorandosi a vicenda e sentendo sempre più bisogno l'una dall'altra.

D'un tratto sentii le sue mani infilarsi sotto la mia maglietta e rabbrividii gemendo ancora.

Dopo pochi secondi si staccò lentamente e mi sussurrò:

"Questo si che era un bacio"

Gli sorrisi arrossendo per l'imbarazzo.

"Andiamo a casa adesso..."
"S-si" annuii io ancora con il fiatone.

Prendendomi di nuovo in braccio, mi aiutó a scendere dal cofano della sua auto dandomi un altro dolce bacio sulle labbra.

Entrammo in macchina, ci mettemmo la cintura e ritorammo a casa.

Tutta Colpa Di Quegli Occhi||FEDERICO ROSSI||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora