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Erano le 19 ed eravamo in macchina da circa sei o sette ore.

Se non trovavamo traffico dovevamo arrivare a casa verso le 23.

Amanda era seduta davanti, vicino a Federico, ma non fu di grande compagnia perché si addormentó quasi subito e pure Zac, accanto a me, fece lo stesso.

"Che palle..." sbuffai lanciando il mio cellulare sulle mie cosce.
"Cos'è successo?" Domandò curioso Federico.
"La batteria del mio telefono è andata e non so più cosa fare"
"Tieni, prendi il mio" sfiló il suo cellulare dalla tasca dei suoi pantaloni e me lo passó dietro.
"Ascolta un po di musica" continuò.
"G-graz-zie Fede" gli sorrisi afferrando il suo telefono e guardandolo negli occhi attraverso lo specchietto fuori dall'auto.
"Di niente" ricambió il sorriso.

Sfilai le mie cuffie dal mio cellulare e le infilai nel suo, sbloccai la schermata di blocco e vidi una fotografia.
Una mia fotografia.

Una mia fotografia

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"Caz--..."
"Troppo tardi... l'ho già vista ahah" risi.
"Scusami... avrei dovuto cambiare schermata..."
"Sta tranquillo, non dirò nulla ad Amanda..."
"Scusami Giselle, scusami davvero... è solo che... m-mi mancava il tuo sorriso... e-e il tuo sorriso era l'unica forza che ho di andare avanti..."

Mi avvicinai al suo sedile di fronte a me e facendo attenzione a non distrarlo dalla guida, gli stampai un dolce bacio sulla guancia destra.

Lo vidi sorridere inaspettatamente.

Rimettendomi seduta comodamente al mio posto, aprii l'applicazione del lettore musicale.
Cliccai su Fino A Farmi Male in acustico, appoggiai la testa sul finestrino, chiusi gli occhi e mi rilassai.

Amavo davvero tanto quella canzone.
Era in assoluto la mia preferita.

UN'ORA DOPO...
Sentii una mano accarezzarmi il ginocchio destro, aprii gli occhi di scatto e vidi una mano di Fede sulla mia gamba destra.
Sorrisi come un ebete e decisi di togliermi le cuffiette.
Zac e Amanda stavano sempre dormendo e Federico era da ore che stava guidando, infatti sbadiglió.

"Fede vuoi il cambio?" Chiesi avvicinandomi a lui appoggiando le mie mani sullo schienale del suo sedile.
"No tranquilla, ce la faccio"

Un altro sbadiglio.

Lo guardai convinta di ciò che avevo detto poco prima, ma lui continuava a farmi cenno di no con la testa.

"E dai, almeno ti riposi un pò... sono più di sette ore che stai guidando"
"Va bene..." alzò gli occhi al cielo.

Quando finalmente arrivammo in un punto di sosta, Federico fermò l'auto e scese dandomi le chiavi della sua macchina.

"Se non ce la fai dimmelo, okay? È tardi e sei stanca pure tu" chiese guardandomi dolcemente negli occhi.
"Si ma almeno io ho dormito qualche ora" ribadii.
"Lo so, ma la sera tu crolli sempre, anche se hai dormito tutto il pomeriggio" accennó un piccolo sorriso come se stesse ricordando qualcosa nella sua testa.

Tutta Colpa Di Quegli Occhi||FEDERICO ROSSI||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora