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Eravamo appena arrivati a casa quando Morena ci diede la buonanotte e andò in camera sua.

Federico mi prese in braccio a sacco di patate e mi portò in camera sua.

"Fede mettiti giù!" Cercai di ribellarmi appena chiuse la porta a chiave alle sue spalle.

Mi appoggió sul letto e chinandosi verso di me, mettendosi nel mezzo alle mie gambe cominciò a darmi dei delicati baci umidi su tutto il collo.
Le sue dita fredde iniziarono a muoversi sui miei fianchi e a disegnare delle lunge linee immaginarie.
Per sbaglio mi scappò un gemito e lo sentii sorridere sulla mia pelle.

Mi volevo vendicare.
Non potevo essere sempre io quella debole in queste situazioni.

Decisi, infatti, di provocarlo un po:

"Spogliami tu, altrimenti io non lo faccio..." gli sussurrai all'orecchio.

Lui smise di baciarmi per un secondo, mi guardò negli occhi per avere una conferma di ciò che avevo appena detto ed io annuii.

Mi alzai dal letto costringendolo ad alzarsi da sopra di me e cominciò a tirare giù la zip del mio vestito, ma ogni tanto... si fermava...?

Come... come se non volesse... oppure... come se avesse paura...

Mi voltai di scatto verso di lui e dissi:

"Cosa ti prende?"
"S-sono s-aettimane c-che n-n-non ti vedo n-nuda... m-mi é difficile t-trattenermi..." balbettó.

Faceva davvero fatica, si capiva.

"E chi ti ha detto che devi trattenerti?"

Al pronunciare di quelle parole i suoi occhi si illuminarono di felicità e mi regalarono il sorriso più bello e dolce del mondo.

D'un tratto lo presi per la cravatta e lo feci avvicinare il più possibile alle mie labbra. Lui mi fece sbattere la schiena alla parete del muro e mi imprigionó mettendo le sue mani all'altezza della mia testa, in modo tale che non potessi scappare.
Molto lentamente iniziai a togliergli la cravatta per poi lanciarla a terra molto sensualmente. Federico, invece, riuscì finalmente a sganciarmi il vestito e lo lasciai scivolare giù dai miei fianchi fino alle caviglie: ormai ero rimasta solo in intimo.
Mettendo le mie mani sul suo petto riuscii a spingerlo verso il letto, costringendolo a sedersi.
In un modo molto, ma molto sensuale cominciai a sbottonargli la sua camicia e, bottone dopo bottone, lo feci sdraiare completamente disteso sul letto mettendomi a cavalcioni sopra di lui. Sentii il suo respiro diventare sempre più affannato e pesante e sinceramente... mi stavo ecciatando pure io.
Appena finii di sbottonargli lentamente la camicia, la lanciai a terra e mettendo le braccia intorno al suo collo iniziai a succhiare la sua pelle, concludendo poi con dei piccoli baci umidi.
Da entrambi le nostre bocche uscì un forte gemito quando, per sbaglio, la mia intimità sfiorò la sua.

"C-c-c'é m-mamma di l-la... f-facciamo piano..." sussurrò Federico cercando di calmare i suoi ormoni.

Mi limitai ad annuire sorridendo.

"Anche se fare piano con te quando si fa l'amore non è semplice..." continuò.

Mi coprii immediatamente il viso con le mani per l'imbarazzo, ma lui fece intrecciare le sue dita con le mie e mi constrise a toglierle.

"Devi smetterla di vergognarti di me piccola"
"Ma io non mi verg--..."
"Zitta" disse serio.

Mise un suo pollice sulla mia bocca.

Avvicinò le sue labbra alle mie e con i suoi denti morse il mio labbro inferiore, tirandolo leggermente verso di sé.

"Tutto apposto?" Sussurrò vicinissimo alle mie labbra.

Buttai giù la saliva che mi era rimasta per la gola ed annuii.

Lo vidi sorridere maliziosamente.

Dopodiché si alzò da sopra di me e andò a prendere una bustina argentata nella tasca dei suoi pantaloni.
Aprì il profilattico con i suoi denti, ritornò verso di me, mi strappò di dosso le mie mutandine e togliendosi anche lui i suoi boxer s'infiló il preservativo.
Con una spinta entrò subito in me e dalla mia bocca uscì un forte ed incontrollabile gemito.

"Shh... f-fai p-piano..." si trattenne pure lui.
"B-baciami F-fede... n-non ce la faccio a stare zitta da sola..."

Con un enorme sorriso sulle labbra non se lo fece ripetere due volte e fece congiungere perfettamente le nostre bocche.
Spinta dopo spinta avevo sempre più bisogno di lui. E nonostante i suoi baci passionatanti bloccassero i nostri gemiti, non riuscivo a smettere di ansimare.
Purtroppo, però, non resisté più e venni.
Dopo pochi millesimi di secondo venne anche lui dentro di me sussurrando il mio nome sulle mie labbra.



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Federicofederossi:L'amore è una coppa di gelato

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Federicofederossi:
L'amore è una coppa di gelato. Il sesso è la ciliegina sulla torta.

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Tutta Colpa Di Quegli Occhi||FEDERICO ROSSI||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora