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Vidi Federico seduto sul dondolo vicino ad un albero tutto solo in giardino e decisi di raggiungerlo.

"Perché non mi hai detto la verità su Amanda?"

Feci una pausa.

"Sei tu che non l'hai invitata, vero?" Domandai timidamente mettendomi a sedere vicino a lui, mantenendo comunque un minimo di distanza.

Lui abbassò lo sguardo, ma poi disse:

"Oggi era un giorno speciale per mia mamma e volevo avere accanto solo le persone a cui tengo veramente..."
"M-m Amanda è la tua ragazza..." iniziai io.
"Ragazza..."

Fece una pausa facendo un sorriso sforzato.

"Si certo..." continuó dopo sarcasticamente alzandosi dal piccolo dondolo.

Fece due passi avanti e mise le mani nelle tasche dei jeans dandomi le spalle.

"La propria ragazza andrebbe fatta sorridere, andrebbe portata fuori a cena, andrebbe fatta divertire..."

Fece ancora una pausa.

Si girò verso di me ed i nostri occhi si incrociarono.

"Io me la scopavo e basta. Io per lei ero solo uno che se la portava a letto tutte le sere. Era come uno sfogo per me. Dopotutto quello che era successo, avevo bisogno di trovare uno svago"
"P-perché hai usato il passato?" Esitai a domandare.
"Perché l'ho lasciata" rispose secco.
"C-cosa?"
"Hai sentito benissimo. Per me lei era solo un passatempo. Come ti ho già  detto, il sesso per me è sempre stato uno sfogo"

Ah.
Quindi tutto quello che avevamo passato insieme?
Ero soltanto uno suo giocattolo pure io?

Mi alzai in fretta dal dondolo e feci per andarmene con le lacrime che tentavano di uscire dai miei occhi, ma lui mi fermò con queste parole:

"Ma non con te. Con te era bellissimo fare l'amore. Con te non c'erano regole. Ricordi? Proprio come nelle favole"

Fece una pausa e continuò:

"Tu eri la mia principessa"

Silenzio.

"E poi perché te la sei presa? L'ho chiamato 'sesso' prima, non 'amore'. Io e te facevamo l'amore... tu eri il mio amore..."

Fece ancora una pausa.

"... già..."

Silenzio.

"... facevamo l'amore..." lo sentii sorridere ripetendo queste parole sottovoce come per non farsi sentire da nessuno.

Avvertii Federico venirmi incontro e quando mi fu vicino, mi abbracció da dietro, cosí mi lasciai trasportare da quella bellissima sensazione.

Mi era mancata tanto.

Mi abbassó la spalletta destra del mio vestito e cominciò a darmi dei piccoli baci umidi su tutta la clavicola. Spostó i miei capelli e mi lasció una piccola scia anche sul collo.

"A-anc-che i-io ho-ho lasciato Z-zac" provai a dire cercando di fermarlo.
"Sì, lo so" affermò convinto di sé.
"C-come lo sai? I-io non te ne avevo mai parlato" mi staccai da quell'approccio.
"Poche settimane fa, mi ha sfasciato mezza auto e con della vernice nera mi ci ha scritto che ti aveva fatto urlare più di me"

Misi le mani sulla mia faccia per cercare di coprirmi dalla vergogna.

Mamma mia che imbarazzo!

"E perché non me lo hai detto?" Esclmai confusa.
"Perché altrimenti non saresti venuta qua e ti saresti presa tutta la colpa"

Tutta Colpa Di Quegli Occhi||FEDERICO ROSSI||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora