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Verso l'1 di notte arrivammo in hotel e tutti noi andammo nelle nostre rispettive camere.

"Sei stato davvero bravo stasera Fede, sono orgogliosa di te" dissi sorridendo mentre mi misi seduta al bordo del letto.

Lui non mi rispose e si venne a sedere vicino a me.

Con il suo indice mi fece sollevare piano il viso e azzeró quella poca distanza che c'era fra le nostre labbra.
Poi, mise una sua mano sulla mia guancia e molto lentamente la fece scivolare giù fino al mio seno.
Una scossa elettrica mi pervase per tutto il corpo quando con le sue grandi mani iniziò a giocarci.
Lo strizzava e lo massaggiava con forza, ma non mi faceva male.
Un piccolo gemito mi scappò per sbaglio dalle labbra e mi maledí all'istante.

Perché non riuscivo mai a stare zitta?
Perché?

Mettendo quella poca forza che mi era rimasta nelle gambe, riuscii ad alzarmi dal letto e andai di fronte a lui restando in piedi per qualche secondo.
Come aveva fatto lui poco prima con me, io feci lo stesso con lui.
Misi il mio indice destro sotto il suo mento e lo costrinsi a guardarmi negli occhi.
Respirando con affanno, afferrai le sue labbra con i miei denti e le tirai leggermente verso di me facendolo gemere molto più forte di come aveva fatto lui con me.
Federico appoggiò le sue mani sui miei fianchi e mi fece cadere sul suo petto mentre lui andò a finire con la schiena sopra al letto. Poi, fece scivolare le sue mani fino al mio sedere e lo palpó spingendo la mia intimità contro la sua.
Il mio viso finì nell'incavo del suo collo ed approfittai di quella posizione per succhiare tutta la sua pelle per infine farla diventare rossa e conclusi il tutto con dei baci molto umidi.
Una sua mano andò a finire sulla zip del mio vestito e me lo sganció lentamente accarezzandomi poi tutta la mia schiena nuda.

Quella sera non mi ero nemmeno messa il reggiseno a causa del grande scollo che aveva l'abito.
Accidenti.

D'un tratto Federico capovolse la situazione mettendomi sotto di lui. Si alzò un attimo in ginocchio per togliermi meglio il vestito e quando ormai ero rimasta solo con le mutandine indosso, lo vidi sorridere.
Si morse sensualmente il labbro inferiore e quest'immagine mi blessó completamente la vita.

Era così bello.

Tornò lentamente sopra di me e reggendosi sui suoi gomiti iniziò a baciarmi tutto il collo. Lasciai cadere la mia testa all'indietro dal piacere e cominciai a respirare a fatica, ma pochi secondi dopo sentii qualcosa graffiarmi la coscia sinistra.

Gemetti dal dolore, Federico se ne accorse e con tono preoccupato disse:

"Cazzo l'orologio! Scusami Giselle, ti ho fatto male? Fa vedere..."
"N-no t-tranquillo..." balbettai cercando di mettermi seduta.
"Aspetta, ti aiuto" mi afferrò delicatamente per i fianchi e mi fece appoggiare la schiena alla parete del letto.

Mi portai una mano sul punto con il graffio della coscia e vidi una piccola, ma profonda ferita.

"Scusami Giselle, i-io non volevo..." provò a parlare Fede.
"N-non ti preoccupare, è-è tutto apposto..." chiusi gli occhi cercando di respirare profondamente.

Mi faceva malissimo.

"Ti vado a cercare qualche garza, torno subito" detto questo si alzò dal letto e andò in bagno.

Pochi minuti dopo tornò con in mano un disinfettante e un cerotto.

"Ti verso un po di questo, va bene? Non c'è altro in bagno" mi guardò negli occhi per avere il mio consenso.

Mi limitai ad annuire tremando.

"M-mi puoi dare u-una maglia... ho freddo..." balbettai.
"Certo" si tolse la sua e facendomi alzare entrambi le braccia me la mise.
Era ancora calda.
E profumava di lui.

Poi, mi accarezzó una guancia e mi diede un piccolo bacio a fior di labbra.

"Sei pronta? Dimmi se ti brucia..."

Annuii di nuovo prendendo un grande respiro.

Federico versò un po di disinfettante sulla ferita ed io gemetti ancora dal dolore.

Bruciava un sacco.

"Ah Fede!"
"Scusami Giselle... i-io..." si alzò di scatto dal letto e lanciò tutto quello che aveva fra le mani a terra.

Sobbalzai per il rumore inaspettato e poi vidi Fede accasciarsi seduto a terra con la testa fra le mani cominciando a singhiozzare.

"F-fede..." provai a sussurrare.
"F-fede..." ripeté ancora.
"Non ne faccio mai una giusta, sono un disastro Giselle!" Sbottó.
"No... non fare così... ti prego..." provai a muovermi, ma quel dolore terribile me lo impediva.
"P-puoi venire qui?" Continuai.

Non ricevetti risposta, così mi feci forza e andai io da lui.

Mi alzai lentamente dal letto, gemendo varie volte dal dolore e facendo attenzione a non provocare ulteriore danno alla ferita ancora aperta.

Appena arrivai da lui, mi misi a sedere sulle sue ginocchia e gli presi la testa fra le mani costringendolo a guardarmi negli occhi.

"Federico smetti di piangere ti prego..." gli asciugai con un dolce bacio una piccola lacrima che per sbaglio gli era sfuggita.
"Tu sei il mio eroe, ricordi? E gli eroi non piangono mai..." continuai.
"Hai appena fatto un concerto meraviglioso Fede... tu non sei un disast--..."
"Sì che lo sono invece! Finisco sempre per farti del male!"

Non gli risposi e lo abbracciai fortissimo.
Inizialmente esitó nell'abbracciarmi, ma dopo si lasciò andare.

"Non è stata colpa tua, è successo per sbaglio... può capitare a chiunque..."
"Perdonami ti prego..." singhiozzó ancora.
"Solo se mi dai un bacio..."

Accennó un piccolo sorriso.

"Vieni qui piccola..."

Sorrisi anche io.

Lui mi prese la testa fra le mani e mi stampó un lento bacio, ma carico di passione.

"Ti amo, ricordatelo sempre, okay?" Sussurrai io.
"Ti amo anche io Giselle, credimi. Ti amo tanto"

Tutta Colpa Di Quegli Occhi||FEDERICO ROSSI||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora