Vi consiglio di ascoltare la canzone mentre leggete, perché è l'atmosfera a cui ambisce la storia.(Poi è bellissima, ok.)
Buona lettura!
Ho visto persone amarsi e non stare insieme.
Ho visto persone odiarsi e sposarsi.
Ho visto persone amare qualcuno che amava già qualcun altro.
Ho visto amori nascere dalle macerie. E a macerie ritornare.
Ho visto amare da lontano più di chiunque fosse vicino.
Ho visto amare in silenzio più di chi lo urlava.
Ho visto tanti amori e tanto amore, tutti diversi ma uguali in una cosa: l'ingiustizia.
Anche il suo era un amore ingiusto. Non era la distanza, non erano gli occhi di qualcun altro, non erano gli ostacoli, non era il silenzio e nemmeno le urla. Era la passione. La passione per la musica. Ciò che l'aveva sempre salvato, ora la tradiva. Ciò che amava la tiene lontano da chi amava. Si, Camila si addormentava nel letto accanto al suo, ma non era mai stata così distante. I chilometri avrebbero saputo sfidarli e vincerli, ma l'inchiostro di chi comandava no: era indelebile. E gli sguardi delusi dei loro genitori erano già abbastanza per poter sopravvivere anche a quelli dei fan.
La musica le aveva fatte incontrare ed era sempre la musica a tenerle divise.
Sua madre aveva sacrificato tutto per permetterle di arrivare dove era, se avesse sprecato quell'opportunità dietro ad una ragazza, non glielo avrebbe mai perdonato. Non erano i sensi di colpa o il senso del dovere a parlare. Era proprio lei a dirglielo. Cercava di biasimarla, ma poteva? Poteva davvero tacciarla di egoismo quando non aveva fatto altro che risparmiare per quel viaggio verso x-Factor? E la mamma di Camila... Dio Santo. Si, proprio lui. Lui era il suo problema. Il suo "sacrificio". Se Lauren non potevo deludere Clara, Sinu non poteva deludere Lui. Però tutti e tre deludevano Camila.
A lei non importava della carriera. Se calcare il palco significava che il palco poteva calcare la mano sulla sua vita, allora non importava quanto stretto era il microfono nella sua mano, perché la stretta alla gola avrebbe avuto sempre la meglio: anche se aveva cantava non significava avesse davvero voce.
Fra loro due era stato un po' come con la musica: era bastato una parola per appassionarle. Il loro primo saluto era stato anche il loro ultimo incontro. Il loro primo bacio era stato anche l'ultimo. Non ci si pensa mai che il primo breve "ciao" sarà il più lungo addio.
Lauren non capiva in quale categoria rientrassero loro. Erano amanti taciturne? Erano state amanti ma non lo erano più? Erano state qualcosa? Ma soprattutto: esisteva un posto dove potessero esserlo ancora? O di nuovo? O daccapo? L'unico luogo dove le pareva potesse essere ancora possibile, era il confine del dietro le quinte. La prima volta l'aveva ammirata da lontano e stimata da vicino. Ora doveva limitarsi ad ammirarla da vicino e stimarla da lontano. Non avrebbe mai dimenticato, mai, il momento in cui Camila si era voltata scontrandosi inaspettatamente col suo sguardo affascinato. Quel mezzo sorriso che le incurvava le labbra era ciò che le ricordava sempre perché avevano percorso tanta strada.
Camila l'aveva baciata per prima. Ancora oggi avrebbe detto che sarebbe stata lei stessa a farlo per prima, eppure sapeva bene com'erano andate le cose. Ripercorreva i momenti molto spesso. E non aveva dubbi su chi avesse fatto il primo passo, sia quando si trattava di avanzare che indietreggiare. Lei non avrebbe mai avuto l'ardire di compiere nessuno dei due. Troppo intimorita per azzardare, troppo giovane per rinunciare.
Camila non si girava più. Quando lasciava il palco e Lauren la guardava da lontano, sapeva che la stava osservando, ma non si girava più. E forse era meglio così. Certe cose puoi affrontarle solo se ti danno le spalle. Camila sorrideva solo a sua mamma e a sua sorella. Una doveva renderla orgogliosa, l'altra doveva renderla soddisfatta. A quanto pareva anche il coraggio di Camila aveva un limite, e quello era tracciato dai valori famigliari. Una croce aveva salvato l'umanità, ma condannava lei. Qualcuno era morto per permetterle di vivere, eppure qualcun altro era nato per impedirglielo.
E si, anche Clara commetteva i suoi errori di giudizio. Certo, anche lei temeva per i figli il futuro che aveva tanto disprezzato lei, ma chiederle di rinnegare cosa sentiva per privilegiare la carriera era come indurla a diventare adulta senza essere stata mai ragazza. Lei amava Camila. Non importava come. Anche se non le permettevano di stare con lei, non potevano separarla da ciò che era parte di lei. Non importava se si ignoravano o pretendevano che essere amiche fosse abbastanza per non stare male. Non lo era. Non era neanche la metà.
Quindi, se esisteva un luogo dove le gonne di Camila danzavano non solo sul palco ma anche nella loro stanza, dove potevano cantare insieme non solo sotto i riflettori ma anche sotto la doccia, dove potevano stringere mani ammaliate che non avrebbero stretto la presa attorno al loro volere, dove esisteva una sola fede ed era quella che si indossava al dito, allora si. Voleva raggiungere quel luogo e chiedere perdono a sua mamma per non essere stata abbastanza forte da scegliere i suoi sogni, ma aveva già vissuto a pezzi troppo a lungo e aveva capito che, in realtà, quei sogni, erano più che altro aspettative materne che non sapeva deludere.
Ma non aveva più voglia nemmeno di deludere Camila. E lei lo avrebbe fatto ancora, probabilmente. Perché se era stata capace di allontanarla, allora era anche capace di tenerla lontana. Ma Lauren doveva provarci. Doveva almeno insistere una volta in più rispetto alla precedente.
Quella sera, mentre la osservava cantare da dietro le quinte, decise che se Camila si fosse voltata, se si fosse voltata solo una frazione di secondo, un istante talmente breve da permetterle di scorgere si nuovo quel sorriso iniziale, allora si sarebbe convinta che un luogo ci sarebbe stato per loro. Forse già esisteva, un universo dove le luci teatrali non erano le loro ombre. Forse esisteva davvero un luogo dove ancora stavano insieme. O di nuovo. O daccapo.
Lauren strinse la tenda e contò i suoi passi mentre si allontanava dallo stage. Camila. Sussurrò il suo nome dentro di se solo una volta e anche con poca convinzione, per non illudersi. Eppure la ragazza virò gli occhi su di lei proprio prima di svoltare l'angolo, come un'onda che bagna gli scogli e torna in mare. Però la schiuma era stata abbastanza rumorosa da averle fatto credere che sì, sì. Forse non era quello, ma esisteva un luogo anche per loro. E li erano felici.
«Lauren, tocca a te!»
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One shot Camren
FanfictionOne shot Camren Comprenderanno anche alcuni capitoli "interattivi" e capitoli riguardanti storie presenti sul mio profilo (come fight back, she loves her etc...)