I told you things

140 19 6
                                    



I told you things
That I never said
You're the golden boy and my worst regret.

————

Non so come sia iniziato tutto.
Se torno indietro con la memoria, non trovo un momento in cui tutto sia cambiato, so solo che é stato repentino, violento: Un giorno eri mia amica, il giorno dopo non sapevo come guardarti.

Forse é stata la sera della festa, quando i tuoi occhi mi hanno trattenuto a te per qualche secondo di troppo e i mio petto si é spalancato su profondità sconosciute.
Ma forse no, forse é stato dopo, molto dopo, quando sono entrata in casa tua in punti di piedi e ho visto la tua pelle colorata affiorare dai vestiti. O forse é stato quando sei partita e per la prima volta avevo qualcosa da cercare e perdere ogni giorno. O magari quando sei tornata e non avevi più la mia iniziale al collo, e io mi sono ho capito cosa significhi desiderare morire.
Ma forse é stato molto dopo, quando mi hai tenuto per mano durante quella serata disordinata, quando mi hai stretto fra le braccia e mi hai baciato.
No, Lauren, credo sia stato molto prima, quando ancora non riuscivo nemmeno a immaginare che fra noi potesse esserci un luogo tanto grande da esplorare. Come quando ti ho conosciuto...

Quattro anni prima... 

«...E questa ragazza qui é Lauren.» Dinah sorride mentre le nostre mani si intrecciano per la prima volta.

«Camila.»
«Lauren.»

Il tuo nome mi sa subito di eccezione, di proibito, di profetico. Il tipo di sogno da avere ad occhi chiusi senza mai chiederlo ad alta voce. La sua bellezza era un ulteriore raccomandazione. Non mi sarei mai immaginata di avvicinarmi ad una persona come lei. Un confine invisibile ma tangibile separava lei da me e da tutti gli altri. E l'ho sentito subito, l'ho sentito sempre. Per questa frontiera restavo lontana da lei, limitandomi a piccoli cenni o vaghi gesti nei suoi confronti che dimostravano più il rispetto del timore.

Fu lei a venire da me, un giorno, dopo una prova generale andata male. Stavo in disparte nel backstage, mi ripetevo mentalmente dove avessi sbagliato, come non sarebbe dovuto succedere mai più quando una voce al mio fianco mi richiamò alla realtà.

«Non ci pensare troppo.» Dice la corvina con tono arrochito.

Mi girai verso di lei. Ero spiazzata ma contenta, grata ma intimidita. Passi gran parte del tempo a vedere qualcuno come un simbolo e improvvisamente ti é amico.

«É stato brutto.» Dichiaro senza giri di parole, sottovalutando quanto facile fosse la verità vicino a lei.

«É stato. Questo é tutto quello che devi sapere.» Si stringe nelle spalle, i nostri microfoni crepitano e Lauren ripercorre i suoi passi per tornare sul palco. Seguo la sua ombra come un idolo. É la cosa più vicina alla preghiera che avessi conosciuto.

Alla sera, usciamo tutte insieme a bere qualcosa. Sono i primi tempi. Ancora non sappiamo niente l'una dell'altra, anche se condividiamo gran parte delle giornate assieme e a breve inizieremo a condividere anche le notti, le settimane, i mesi... Bere é un giusto punto d'incontro per cominciare.

«Prima di tutto, io sono molto disordinata.» Ammette Dinah, suscitando una risata abbastanza nervosa da parte di Normani.

«Io non so essere silenziosa.» Sospira Ally creando un silenzio tombale.

«Io nemmeno, perché russo.» Dichiara Normani, riequilibrando le carte in tavola.

Lauren prende la parola. Soppesa i pensieri, scarta i pregi ed elenca i difetti fino ad arrivare alla punta dell'iceberg: «Io so stare più da sola che in compagnia.» Giunge le mani come una scusa, come se fosse una condanna anche per lei la gabbia in cui si chiude.

One shot CamrenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora