Taxi

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We're out of time again tonight
Happens like this every time
So what are you doin' for the rest of your life?

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Tre anni fa....

Quando le porte della cucina si spalancano, trattengo il respiro peggiorando la situazione. L'espressione di Lauren cambia in un attimo. Il pallore sul mio viso, il rossore delle labbra... Asciugo le lacrime con un colpo solo.

Lauren farfuglia qualche parola fuori posto. Anche lei deve sentirsi così adesso, fuori posto. Quando vivi a stretto contatto con delle relative sconosciute, si cela un segreto dietro ogni porta. Non sai mai se sia un bene aprirle. In questo caso non lo era. E ora lo sa. Ma ora é tardi. Deve trovare qualcosa da dire, anche se non sa niente di me perciò non sa niente di quello che mi consoli o mi scoraggi.

«Sapevo la tua cucina facesse male, ma fino a questo punto...» La sua spontaneità mi strappa una risata. Apprezzo non si sia sforzata di dire la cosa giusta, ma abbia semplicemente scelto la prima che le passava per la testa.

Gentilmente mi porge un tovagliolo di carta. Abbozza un sorriso e aspetta che mi rassetti prima di incrociare ancora il mio sguardo. Viviamo insieme da pochi mesi, ma non c'è stata una vera occasione per conoscerci. A parte le prove mattutine, i meeting pomeridiani, le chiacchiere con i manager, non ci siamo scambiate molte altre parole. Credo che tutte noi ci stiamo limitando a goderci il sogno senza renderci conto di doverlo condividere. É sempre così quando si é giovani e ambiziosi. Fino a che non ci si trova davanti ad un atto necessario di umanità, come porgere un tovagliolo ad una ragazza triste.

«É successo qualcosa alle prove?» Chiede con la premura di chi sa bene di non potersi permettere una domanda più schietta.

Scuoto la testa tirando su col naso. Non so perché, ma davanti a lei desidero apparire al mio meglio. Sarà che la sua bellezza mi intimorisce, come se dovessi dimostrarle di essere all'altezza delle sue attenzioni. É una considerazione sciocca e ingiustificata, ma é proprio questa la peculiarità del fascino: esiste senza spiegazione. Fra tutte le ragazze, lei é l'ultima alla quale avrei voluto mostrarmi così.

«Mi dispiace, sono solo... Sono stanca.» Sospiro gravosamente, rilassando le spalle subito dopo.

«Ti capisco.» Annuisce pensierosa. Sembrerà contraddittorio, ma non pensavo la bellezza sapesse essere delicata. Se prima di questo momento mi assomigliava ad un'icona, adesso ha più l'aria di un idolo, qualcuno che non sai come potrebbe mai deluderti.

Si siede accanto a me sopra al tavolo della cucina. Nessuno entra mai qua dentro perché ci siamo, ahimè, abituate ad essere servite e riverite. Quando stavo a Miami, prima di tutta questa follia, la cucina era una delle stanze più trafficate. Vivendo lontano dalla mia famiglia ho capito che non sempre l'evidenza é scontata.

«Non lo so. A volte mi sembra che questo non sia più nemmeno il mio sogno.» Spiego gonfiando spalle e petto: le prime per farmi coraggio, il secondo per trattenerlo.

«Lasciami dire che, se non lo fosse, sei tagliata molto bene per i sogni degli altri.» Ridacchia, ma é un bel complimento, é una delle tante cose che mi ripeterò a lungo e mi darà sempre la stessa sensazione.

«Non credo di poterlo fare per sempre.» Ammetto a me stessa e... a lei. Ti fa sentire tremendamente stupido condividere con un'estranea la parte più sincera di te; inevitabilmente lega un nodo che assomiglia ad una profezia: questo è solo l'inizio.

One shot CamrenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora